Roma
Il Pd riparte da Tor Sapienza ma punta su anziani e tramezzini
“Restituire il partito agli iscritti e ai militanti che l’hanno tenuto in piedi in questi anni”. Sono passati solo pochi giorni dalla dichiarazione di intenti con cui Matteo Orfini, chiamato da Matteo Renzi a ripulire il Pd romano dopo l’esplosione dell’inchiesta Mafia Capitale, ha tracciato la linea da seguire per il futuro prossimo. Ridare credibilità al partito, facendo cessare “l’infinita guerra tra bande” in atto, per stringersi intorno al sindaco di Roma, Ignazio Marino. Dovevano essere queste le principali novità del nuovo corso.
Dovevano, per l’appunto. Perché nei territori tutto continua a funzionare come se nulla fosse cambiato. Anzi. Fra giochi di correnti ed eventi faraonici, la classe politica locale non sembra ancora aver percepito il cambio di rotta. A Tor Bella Monaca, venerdì scorso, mentre la finanza setacciava gli uffici del VI municipio, parte del Pd del VI Municipio, per festeggiare l’arrivo del Natale, ha deciso di affittare un intero teatro, uno dei più grandi della città, il Tendastrisce di Tor Sapienza (uno spazio da 2500 posti che si trova in un altro municipio, il V). Con quali fondi? Nessuno lo sa.
Fra gli ospiti dell’iniziativa “Dalla periferia al centro di Roma Capitale”, oltre al presidente del VI Municipio Marco Scipioni e ad altri politici locali, erano attesi anche il consigliere comunale Mirko Coratti e l’eurodeputato Enrico Gasbarra. Migliaia di manifesti, molti dei quali marchiati come abusivi dalla polizia municipale, da giorni avevano annunciato il loro arrivo in tutta la periferia Est della città: Coratti, indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo, ha preferito tuttavia all’ultimo declinare l’invito. Mentre il secondo, Gasbarra, pur non avendo procedimenti giudiziari in corso, non si è mai presentato.
Poco male per i “militanti” del Pd del nuovo corso, prelevati con i pullman, a spese dell’organizzazione, dai centri anziani del VI municipio e ricondotti alla “base” alla fine della kermesse. Più dell’esibizione dei politici e del comico Santino Caravella, ingaggiato per l’occasione, ad attirare tutti quanti era stata soprattutto la promessa del ricco buffet (“Più o meno per 1500 persone” precisano dal catering) composto da tramezzini, bevande di ogni tipo, dolcetti vari e rustici abilmente riscaldati. “Se sente che so’ de seconda mano” si lamentava più di qualche anziano che ancora ricorda i fasti di Samuele Piccolo o di Sveva Belviso, quando a Roma governava il centrodestra di Gianni Alemanno: “Anche loro ci portavano nei posti col pullman, ma si mangiava meglio. Con la sinistra è la prima volta che capita una cosa del genere “.
Per onorare fino in fondo lo spirito del Natale, l’organizzazione (che per tutto quanto, assicurano i ben informati, ha speso una cifra superiore ai 20mila euro) non ha fatto mancare ai “militanti” del nuovo corso, nemmeno la tradizionale letterina di Babbo Natale, che tutti speranzosi raccoglievano dalle 5 tavole imbandite. Il regalo? Un calendario con la pubblicità dello studio legale di uno degli assessori del territorio, Daniele Di Bella, avvocato. A saperlo prima forse veniva pure Coratti.
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