Partiti e politici

I saraghi, i cassonetti e gli stipendi degli altri

14 Agosto 2016

È un mese di agosto davvero intenso quello di noi pidioti, renzini e – come nel mio caso – per giunta pennivendoli. Vacanza? Macché… Non si riesce a passare qualche giorno al mare in santa pace, spendendo come si deve i soldi delle tasse degli italiani che votano Movimento 5 Stelle, che ti arriva il temuto messaggino su Whatsapp dalle oscure stanze del Pd Roma, “quelli di Mafia Capitale”, per intenderci.

«Che stai facendo? Sarai mica sotto l’ombrellone?».
E tu, che nel frattempo sei lì a pescare saraghi con la tua lenza a una profondità di circa 7-8 metri rispondi controvoglia: «Ciao caro, in verità l’ombrellone mi annoia, tutta quella sabbia che ti si attacca addosso, i figli dei grillini che urlano e si disperano perché le onde anomale provocate dai cambiamenti climatici buttano giù i loro castelli di sabbia… Meglio il mare aperto».
«Condivido la quasi totalità del tuo ragionamento, ma abbiamo un problema da risolvere».
«No, no… Il 14 di agosto l’unico problema che devo risolvere è la mia compagna che mi perseguita con la sua “protezione 15”. Sono ore che mi vuole ungere come un pornostar degli anni’80 per “schermarmi dal sole malato”».
«Dai, trovami una soluzione».
«Sentiamo…».
«Abbiamo una dozzina di divani comprati all’Ikea, già sporcati e sfondati – quindi quel lavoro lì non ti tocca farlo – più dieci materassi a una piazza e mezza e poi c’è una lavatrice di qualche anno fa, ancora funzionante. L’ha portata F. che la zia gli ha regalato quella nuova con il touch screen, sono giorni che ci gioca come un cretino lavando sempre le stesse mutande…».
«Fermati. Io da qui non mi muovo, sia chiaro…».
«Finisco. Vanno portati ovviamente fuori dai cassonetti qua e la’, un po’ sulla Collatina, uno sicuramente a Torbella insieme alla lavatrice e direi almeno tre nella città consolidata, in posti che fanno scena per le foto di “Roma Fa Schifo”. Poi ovviamente ci sono i sacchi neri che mettiamo a contorno, ma per quelli paghiamo una squadra di rom».
«Ma dove l’avete presa tutta ‘sta spazzatura a metà agosto?».
«In verità dentro ci abbiamo messo i moduli delle tessere 2015 e i volantini comparativi “Sei più Raggi o Giachetti?”, Insomma, abbiamo fatto un po’ di pulizia che non sapevamo più dove mettere i quintali di scartoffie inutili…».
«Bravi. Vabbè… mando un messaggio sulla chat del circolo e vedo se risponde qualcuno, ma non prometto nulla…».
«Dai, fate uno sforzo… So che è il 14 di agosto».
«Ecco, lo sai…».

Sbuffo, ho le mani sporche di esca a base di formaggio e sarde, l’Iphone puzzerà per giorni. Me le sciacquo con acqua di mare e scrivo un timido messaggino sulla chat Whatsapp del circolo, che vista la sua composizione prevalentemente femminile è intitolata “Il regno delle milf”.
«Hola? C’è nessuno?».
Risponde M., una milf d.o.c., militante “pidiota” instancabile: «Ciao segretario! Buon Ferragosto!».
Al suo messaggio seguono quelli delle altre, abbelliti con foto di paesaggi mari e monti, selfie da barche a vela, spritz consumati alle tre del pomeriggio e gli immancabili piedi con gli smalti colorati a mollo sui bagnasciuga, da Sperlonga a Capalbio…
«Vabbè ragazze, sarò brutale. C’è qualcuno per caso a Roma?».
Dopo l’ennesima dozzina messaggi con foto raffiguranti diti medi su fondali da cartolina, smiles con faccine che se la ridono con le lacrime agli occhi e ancora piedi con smalti colorati, risponde l’eroica M.: «Ci sarei io, ma domani all’alba parto per la Sardegna».
«Grande! Sei sempre sul pezzo. Allora, il problema è questo. Vanno piazzati i soliti divani, materassi ecc.. per sputtanare Virginia Raggi…».
«Segretà, ma è già tutto pieno di spazzatura, ce stanno i topi che ormai te salutano con garbo quando te n’contrano…»
«Eh lo so… Ma è una richiesta dall’alto…».
Interviene prontamente P., dopo aver mandato le foto dei suoi gatti stesi al sole: «Ma quando si dimette?».
«Non lo so, ma non credo a Ferragosto, passiamo avanti. M., allora ci posso contare?»
«Ok, Ma riesco a fare al massimo un paio di giri col furgoncino, poi devo andare a preparare le valigie».
«Grandiosa! Ti adoro (e a seguire ben sei smiles “bacetto”, rigorosamente senza cuoricino)».

Nel frattempo il piccolo branco di saraghi a cui stavo attingendo si sarà dileguato. Torno così a scrivere – sempre su Whatsapp, l’Enigma della politica moderna – alle oscure stanze del Pd Roma, dal mio Iphone ormai irrimediabilmente maleodorante.
«Caro… Ho trovato una compagna che fa un paio di giri col furgoncino, di più non è pensabile…».
«Va benissimo! Poi posso chiederti un’ultimissima cosa? Questa puoi farla anche mentre ti rilassi in amaca stasera…».
«Sentiamo…».
«Beh… direi un bel pezzo su questa storia della Capo di Gabinetto che guadagna quando Bill Gates…».
«Non se ne parla… È roba da plebe grillina, quella che passa la vita a guardare nel portafoglio del vicino. Invidia sociale, populismo becero da invasati…».
«Si ma questi hanno preso tutti quei voti dicendo che gli altri facevano quelle cose e loro erano diversi… Honestà! Honestà! Tutte quelle balle insomma…».
«Vabbè, ma scrivo che è giusto che guadagni quella cifra e che finalmente capiranno che la politica ha un costo e non è un hobby da nullafacenti annoiati… Parlare degli stipendi degli altri mi fa sentire un poveraccio fallito e frustrato».
«Ci può stare… Casomai metti un gioco di parole sul cognome nel titolo… Che so, una cosa tipo: “Raineri, quasi come perdere l’amore”».
«Mo’ vedo… non è che mi faccia impazzire. Ma quanto mi date?».
«Guarda, abbiamo 8 euro che sono entrate le rate di un po’ di cartelle di Equitalia di un paio di loro, ma le dobbiamo distribuire e saldare i rom».
«Che miseria… Vabbè… mi ci pago l’aperitivo di domani, ti aggiorno».
«Grazie caro, a presto».

Mentre ripongo finalmente il terminale puzzolente nel bermuda arrotolato nella borsa, torno a prua e noto che i saraghi sono tornati. Riprendo così la lenza e copro gli ami con la pasta maleodorante. Alcuni pesci sono così, più l’esca puzza e più ne vanno ghiotti. Intravedo le loro forme e ricomincio la piccola mattanza, osservandoli arrivare a sciami intorno al gustoso inganno. E pensare che le vacanze servirebbero a riposarsi…

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