Roma
I ragazzi del Cinema America e la loro vittoria contro l’oscurantismo grillino
Alla fine i ragazzi del Cinema America hanno vinto la loro battaglia, annullando le goffe e strumentali resistenze del Movimento 5 Stelle – che nella Capitale è sempre più il “partito del no” e del non governo – e costringendo il sindaco Virginia Raggi e il vicesindaco Luca Bergamo ad autorizzare la rassegna che anche quest’anno si terrà nella storica piazza di San Cosimato a Trastevere: “contro il volere Campidoglio, senza un euro dal Comune di Roma, con la minaccia del vicesindaco Luca Bergamo che questo sarà l’ultimo anno (se, vabbè), la più pericolosa e temuta arena Cinematografica Gratuita del mondo tornerà ad illuminare Piazza San Cosimato”, hanno scritto sulla loro pagina Facebook pubblicizzando il programma che prevede sessanta giorni di film in lingua originale, retrospettive, incontri con attori e registi di fama internazionale. Il loro festival, giunto alla terza edizione, inizierà il 1 giugno e terminerà il 1 agosto e avrà il sostegno della Regione Lazio, della Siae, del Mibact, di Bnl e il patrocinio (forse a malincuore) dell’assessorato alla Cultura del Campidoglio.
Una vittoria netta quella del giovanissimo Valerio Carocci (25 anni) e dei ragazzi che nel 2012 occuparono il Cinema America salvandolo dalla demolizione e dando vita una delle esperienze culturali autogestite più belle della storia d’Italia: «A risolvere la questione è stato il I Municipio – spiega Carocci – con il sindaco Virginia Raggi e con l’Assessore alla Cultura Luca Bergamo non abbiamo più avuto interlocuzione da quando si sono evidenziati problemi sull’arena. Io credo che Roma oggi paghi la scelta fatta da Matteo Renzi un anno fa, ovvero lasciare la città in mano al Movimento 5 Stelle per dimostrare a tutti la loro incapacità a governare, ma da allora la Capitale è rimasta bloccata – altra scelta voluta – all’interno di una lunga campagna elettorale. Anche tutta questa storia è parte di un’enorme campagna elettorale. Dopodiché noi continueremo a lavorare a testa bassa per dimostrare quello che sappiamo e vogliamo fare in questa città». Parole forti quelle del presidente dell’associazione “Piccolo cinema America”, che entrando nel merito della vicenda di piazza San Cosimato spiega il suo punto di vista: «L’errore e l’incapacità della giunta Raggi è stato quello di non riuscire a individuare le reali problematiche di quel territorio e neanche le sue potenzialità. Non hanno compreso che il problema dell’audio non esisteva e si sono fatti trascinare da una loro consigliera di cui non sanno nulla, perché a differenza degli altri partiti non candidano persone che tra loro si conoscono e che hanno fatto anni di attività sui territori. Una cosa del genere nel Pd, in Sinistra Italiana e persino in Forza Italia non sarebbe mai accaduta, perché molto probabilmente una persona così sarebbe stata emarginata. Ma di cosa ci si stupisce? Quando si costruisce un movimento su una spinta emotiva senza avere alle spalle anni di lavoro quotidiano l’assenza di professionalità e il dilettantismo fanno da padroni. Per contrastare l’arena di Piazza San Cosimato è stata presentata una petizione con 22 firme su 1373 nuclei abitativi, ovvero su circa tremila residenti. Il nulla».
La Capitale, al centro delle cronache nazionali e internazionali per i cumuli di spazzatura, l’invasione ratti, gabbiani e cinghiali, il degrado, le bancarelle selvagge, gli allagamenti e i continui disservizi del trasporto pubblico, sta subendo una brusca frenata anche sul versante delle iniziative culturali, dove sembra prevalere un disegno oscurantista e una paralisi che contraddice nei fatti la stessa dicitura dell’assessorato di riferimento – quello alla “Crescita Culturale” – di cui è titolare Luca Bergamo, che nel “lontano” 1996 – in pieno Modello Roma – fu uno dei fondatori del festival “Enzimi” ed è tutto fuorché un grillino della prima ora: «Io non credo che Luca Bergamo abbia reale coscienza della città di Roma – attacca ancora Carocci – non credo che conosca le sue realtà e non credo soprattutto che stia lavorando per la costruzione di un tessuto culturale in città. Il bando dell’Estate Romana è già in ritardo e questo mi sembra il segnale più eclatante, perché la giunta si è insediata quasi un anno fa e c’è stato tutto il tempo di prepararlo. E se il bando sul Cinema Aquila è stato fatto molto bene, vedo enormi criticità in quello che stanno preparando per le storiche iniziative estive. L’idea generica di “portare la cultura in periferia” è quanto di più sbagliato si possa fare in una metropoli come Roma, perché chiude le persone nei loro territori di appartenenza e acuisce la spaccatura tra il centro e la periferia. Fino a quando Roma non diventerà davvero un’unica metropoli, penso che si debba continuare il lavoro iniziato da Nicolini animando soprattutto le zone del centro storico con grandi iniziative culturali, perché a anche nel confronto conflittuale tra i vari ceti sociali si crea una crescita propedeutica al miglioramento della città».
Vinta una battaglia, Valerio e i ragazzi del Cinema America sono già impegnati su un nuovo fronte: «Il nostro primo obiettivo è quello di aprire il cinema Troisi perché aprendo il Troisi potremo dimostrare che è possibile aprire l’America. Siamo abbastanza ottimisti perché i funzionari del Patrimonio che stanno seguendo le pratiche non sono cambiati e stanno lavorando molto bene». Davvero bravi questi giovanissimi “sognatori pragmatici”, un raggio di luce che spezza questa oscurità che ci circonda proiettando qualcosa di bello verso il futuro. In parole meno romantiche, un esempio della tanto decantata “politica dal basso”, quella vera.
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