Ambiente

I bambini e quel verde ingiallito di Roma

21 Agosto 2018

C’è un parco, a Roma, tra San Giovanni e Piazza Santa Croce in Gerusalemme. O meglio, un giardino. Forse un giardino. Potrebbe essere bellissimo, attaccato come è alle antiche mura, su via Carlo Felice che è il tratto di collegamento tra due chiese importanti. Potrebbe essere come i giardini di Lussemburgo a Parigi. Potrebbe. Ma non è.

In effetti, non è nemmno tra i peggiori in questa città che sembra odiare, o temere, il verde: gli alberi, a Roma, sono considerati “pericolosi”, perché tendono a cadere. L’impressione che si ha, percorrendo quel piccolo parco, è di abbandono, quanto meno di incuria. C’è un viale, una stradina sterrata, intitolato a Luciano Lama. Ve lo ricordate: a piazza San Giovanni un tempo si facevano le manifestazioni della sinistra, dei sindacati. Un altro viale porta il nome di Manlio Germozzi, il fondatore di Confartigianato.

Poi, passando, si nota un cartello, affisso sulla staccionata, e si avverte una leggera fitta al cuore. Perché in quel cartello c’è un segno di speranza, immediatamente frustrata. Il cartello racconta la storia di un gruppo di bambini, che immaginiamo volenterosi, entusiasti, generosi: hanno piantato in questo parco-non-parco ben 11 querce.

C’è scritto “benvenute piccole querce”, sul cartello, e poi i nomi di tutti i bimbi. Uno si guarda intorno, cerca le querce piantate lo scorso 27 gennaio. E vede quattro rami secchi. Non so, spero di sbagliarmi, ma a occhio e croce quelle querce non promettono bene. Sembrano secche, anche loro abbandonate. Certo, il caldo, l’estate, la fatica del radicamento. Ma quello che è, che è stato, un bel gesto di generosità e condivisione, di sguardo al futuro insomma, sembra già declinare nel mesto tran tran della vita capitolina, fatta più di sciatteria che non di “innovazione sociale trasformativa” (prendo la definizione dal bel libro Politiche del quotidiano, di Ezio Manzini, Edizioni di Comunità). Il giardino, gli alberi, il verde, sono il regno della cura. Insegnano la cura, come pratica, come attività quotidiana. Quei bambini lo sanno. Sarebbe bello se lo ricordassero anche quanti dovrebbero aver cura del verde pubblico.

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