Partiti e politici
Governare è un bel casino, ora lo sa anche il M5S
La capa di Gabinetto del comune di Roma Carla Raineri e l’assessore al Bilancio Marcello Minenna si sono dimessi dai loro incarichi nella giornata di ieri. L’annuncio, arrivato stamane, segue di poche ore quanto scritto da Virginia Raggi, verso le 5 di stamattina, sul suo profilo Facebook:
Trasparenza. È uno dei valori che ci contraddistingue e che perseguiamo. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere un parere all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, su tutte le nomine fatte finora dalla Giunta. Una richiesta per garantire il massimo della trasparenza: il “palazzo” deve essere di vetro, tutti i cittadini devono poter vedere cosa accade dentro. Questo è il M5S.
Sulla base di due pareri contrastanti, ci siamo rivolti all’ANAC che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della Dott.ssa Carla Romana Raineri a Capo di Gabinetto va rivista in quanto “la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l’articolo 90 TUEL” e “l’applicazione, al caso di specie, dell’articolo 110 TUEL è da ritenersi impropria”. Ne prendiamo atto.
Conseguentemente, sarà predisposta l’ordinanza di revoca.
Ai piedi del post, tra i commenti, è un tripudio di “menomale che ci siete voi che lavorate fino a notte fonda” e “non sembra nemmeno di stare in Italia”, insomma un coro di fan esultanti ed esaltanti. Ma in questa vicenda diverse cose non tornano. La trasparenza rivendicata da Virginia Raggi, ad esempio, chiederebbe di chiarire se la nomina di Raineri sarebbe stata davvero revocata o se le dimissioni di lei sarebbero arrivate comunque, indipendentemente e per altre ragioni, ed eventualmente – dopo la querelle sullo stipendio della stessa – quali. E fa specie che, sempre per rispetto alla trasparenza, nulla si dica ancora, ufficialmente, sulle dimissioni di Marcello Minenna, che doveva portare in sicurezza i disastrosi conti di Roma: non proprio un ruolo da poco.
Sempre per trasparenza, si dovrebbe poi ammettere che la tenuta giuridica e politica di due nomine così importanti andrebbe verificata prima di farle, e non appena dopo due mesi dall’insediamento, e con esiti molto negativi per il governo della città. Per ora il popolo a Cinque Stelle non sembra porsi troppe domande, che troppo fresco è il passato di delusione e frustrazioni. Ma presto la luna di miele potrebbe finire, e la schiera ampia di chi ancora dà per sufficiente la promessa di onestà e trasparenza potrebbe trasformarsi in un piccolo gruppo di fedelissimi. Mentre gli altri, quello che oggi è un popolo, potrebbe cercare un nuovo approdo per il proprio disincanto.
La fine della luna di miele, insomma, è dietro l’angolo. Quale strada percorrere di lì in poi? Dipende (quasi) tutto da Virginia Raggi.
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