Roma
Flop Raggi, ecco i voti dei romani: disastro trasporti e igiene urbana
I numeri sono impietosi, ma non potrebbe essere altrimenti. A presentarli – in presenza dell’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti e del presidente della Assemblea capitolina, Marcello De Vito – è stato il presidente dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici, Carlo Sgandurra, che ha illustrato la relazione annuale prodotta dai suoi uffici. «Mobilità e igiene pubblica sono le vere emergenze. L’Autorità ha monitorato l’attività di 22 società partecipate che forniscono servizi ai cittadini», ha ribadito lo stesso Sgandurra leggendo i voti (calcolati su una scala da 1 a 10) che i cittadini hanno assegnato ai servizi della offerti dall’amministrazione capitolina.
Entrando nel merito, nel 2017 i romani hanno sonoramente bocciato il servizio di trasporto pubblico, giudicandolo ancor più scadente rispetto agli anni precedenti. In particolare, hanno valutato con un 4,3 il servizio di bus e tram, con un 4,9 le strisce blu, con un 5,9 metropolitane e taxi. Ancora più basso il voto sulla pulizia della città – che si ferma a un misero 3,2 – e quello sulla raccolta dei rifiuti anch’essa stroncata con un 3,7.
Un dato inquietante è quello che riguarda l’offerta del tpl di superficie, crollata di 28 milioni di chilometri dal 2006 al 2016, in pratica – ha spiegato ancora il presidente dell’agenzia di controllo – più dell’intero servizio erogato a Genova, ovvero 27 milioni di chilometri. In particolare, si legge sulla relazione, “il servizio effettivamente erogato è sempre stato inferiore alla programmazione, con uno scarto negativo per i primi 10 mesi del 2017 che è stato pari al 15%. Il drastico calo degli investimenti effettuati in Atac ha provocato poi un aumento dell’età media dei veicoli di superficie e, congiuntamente alla riduzione delle risorse destinate alla manutenzione ha causato anche un aumento dei guasti che hanno interessato nel 2016 il 36% dei mezzi, Percentuale che nel 2007 era pari all’8%. Sono state perse, in questo modo, circa un milione di corse. Il servizio di metropolitana ha sofferto maggiormente delle disfunzioni organizzative e nel 2016 quasi il 30% delle corse sono state perse per la mancanza di personale, ma ultimamente anche il deficit di approvvigionamento di materiali di ricambio ha provocato la perdita del 37% delle corse”.
Meno tragica, secondo i romani, la situazione dell’illuminazione pubblica, che pur toccando il suo minimo nell’ultimo decennio raggiunge la sufficienza con un 6,2. Sopra la sufficienza anche il servizio di cura e manutenzione del verde pubblico (voto 6,1) ma anche qui si registra un calo rispetto al trend degli ultimi 10 anni. Pesa la riduzione del patrimonio arboreo cittadino (meno tremila unità) dovuta agli abbattimenti di migliaia di alberi per ragioni di sicurezza con la ripiantumazione di solo una minima parte di essi.
Resta saldamente sopra la sufficienza il giudizio dei romani sull’offerta culturale, a cui va un 7,2 (in calo rispetto al 7,6 del 2016). Tra le istituzioni culturali più apprezzate spiccano il Palaexpo (voto 7,6), l’Auditorium (voto 7,5), i Musei capitolini (voto 7,3), le Biblioteche (voto 6,9) e il Bioparco (voto 6,8). Benino anche gli asili nido (voto 6,2), con un’offerta che l’Agenzia rileva di buona qualità e a costi inferiori rispetto a quelli della media nazionale.
Insomma, dopo due anni di amministrazione “a cinque stelle” la situazione dei servizi pubblici di Roma risulta allarmante, per non dire disastrosa. Con buona pace delle rumorose tifoserie grilline che da ogni sperduta provincia del belpaese esaltano le taumaturgiche doti della prima cittadina della Capitale, a loro riferite da amici o parenti residenti in città o osservate durante qualche gita di tre giorni. Sul report manca un voto su “Spelacchio”, l’albero di Natale di Piazza Venezia così ribattezzato dai cittadini per il suo aspetto non proprio gradevole. Mi prendo la licenza di dargli un assolutorio “non classificato”. In fondo è Natale e siamo tutti un po’ più buoni.
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