Roma
E nel Pd spunta l’anti-Giachetti: Morassut scalda i motori per le primarie
Roberto Giachetti in solitaria alle primarie del Pd per scegliere il candidato del Pd a sindaco di Roma? Sembra proprio di no. Per salvare la faccia e fare delle primarie che siano almeno composte da due concorrenti (e per scongiurare sia la candidatura di Marino e il livello di partecipazione alle consultazioni targate Pd), i democratici romani non (del tutto) renziani stanno per lanciare una sfida per andare alla vera conta interna. Cercando di non scontentare e anzi rilanciare il “laboratorio” di governo locale Pd-Sel.
A ben vedere il nome di Giachetti piace solo ad una strettissima parte del Pd romano, incarnato dai rutelliani (ora renziani) della prima ora che, di contro alla loro scarsa rappresentatività della base, occupano posti chiave negli organigrammi di partito e nella gestione della comunicazione.
Ed ecco che spunta il nome di Roberto Morassut, attualmente parlamentare democratico, indimenticato assessore capitolino all’Urbanistica che varò il Piano regolatore veltroniano e persona adatta per convogliare consensi in maniera solida e “fedele” all’interno dei caminetti democratici romani, e capace di raccogliere il placet attivo degli ex Pci/Pds/Ds che lo ebbero anche come segretario romano del Pds prima e regionale del Pd poi.
L’eventuale candidatura alle primarie di Morassut cambierebbe in maniera copernicana tutti gli assetti dati per buoni intorno al nome (ai più indigesto) di Giachetti. Non solo perché riaprirebbe le porte del dialogo fra Pd e Sel, chiuse a doppia mandata due giorni fa dopo la dichiarazione inequivocabile del governatore del Lazio Nicola Zingaretti che ha dato il suo pieno appoggio alla candidatura di Giachetti, ma soprattutto per dare un segnale di altrettanta solerzia da parte dell’altra anima democratica nel proporre un nome spendibile nella corsa al Campidoglio.
Proprio in queste ore il “nodo” Morassut potrebbe essere sciolto una volta per tutte, dopo aver avuto il benestare di Goffredo Bettini che, al contrario di quanto dichiarato sulle colonne de l’Unità la scorsa settimana, di Roma si sta ancora occupando, non foss’altro che per dare un suo punto di vista sulle mosse da fare per presentare una candidatura il più possibile vincente. Sembra infatti che il “gran timoniere” di Roma e Lazio, additato dalla stampa e dai suoi oppositori interni di essere stato l’unico responsabile del “disastro Marino”, stia muovendo nuovamente alcuni dei fili della politica romana.
Se dovesse prendere forma la candidatura del veltroniano Morassut, gli schieramenti all’interno del Pd cambierebbero totalmente. Con ogni probabilità Zingaretti si schiererebbe, non esplicitamente per non essere tacciato di anti renzismo, con Morassut. Ignazio Marino, carezzato dall’idea di correre come anti Giachetti alle primarie, potrebbe confluire direttamente, e con lui gli ex assessori e i “compagni” contrapposti al reggente del partito romano Matteo Orfini, in una cordata pro Morassut.
Resterebbero dalla parte di Giachetti i democratici legati a Umberto Marroni, lambito e non colpito dalla bufera di Mafia Capitale, i dalemiani e i (pochi) renziani della capitale come Lorenza Bonaccorsi e il responsabile della campagna di Giachetti, Luciano Nobili.
Cosa succederà a Sel resta il grande punto interrogativo, in una condizione politica già abbastanza complicata per il Pd. Le dichiarazioni di sostegno a Giachetti hanno messo spalle al muro il vice presidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio che, se dovesse rimanere in piedi la sola candidatura di Giachetti, avrebbe vita difficile nel ritagliare per il suo partito un ruolo importante nella prossima composizione del Campidoglio, andando anche a minare l’unicum nazionale dell’alleanza Pd-Sel stretta nel governo del Lazio.
Segno di rottura in corso è anche la riunione convocata (e quasi disdetta) di tutti i presidenti di municipio di Roma (rappresentati di Pd e Sel) che avrebbero voluto contarsi e ragionare ad un tavolo comune, per valutare la sussistenza delle condizioni politiche necessarie per aprire una campagna elettorale di coalizione nella corsa al Campidoglio. I primi a dare la loro indisponibilità all’incontro previsto per il 23 gennaio al Teatro Brancaccio di via Merulana a Roma, all’indomani della candidatura ufficiale di Giachetti, sono stati i due presidenti “rossi” Andrea Catarci e Susana Fantino. Disorientamento fra i presidenti democratici che chiedono la conferma dell’appuntamento del Brancaccio, per dare comunque seguito ad un progetto politico di cui proprio i “minisindaci” sarebbero parte attiva.
Passa dunque per i due Roberto, Giachetti e Morassut, il futuro del Pd e dell’eventuale coalizione di centro sinistra con Sel. Renzi permettendo.
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