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Due Narcisi, due misure. Marino e Renzi
Un bel libro su politica e narcisismo spiega che “gli individui con tratti narcisistici significativi sono inevitabilmente attirati dal mondo della politica, come un insetto verso la fiamma.(…) L’arena politica fornisce un’attrazione di tipo magnetico per gli individui che cercano di essere al centro dell’attenzione, di essere ammirati e considerati speciali » (J.M. Post, Narcissism and Politics : Dreams of Glory). La politica del Bel Paese è ricca di esempi a tal proposito. Ciò anche perché noi che arriviamo sempre in ritardo sulle tendenze generali, una volta che siamo giunti diamo il meglio di noi stessi e ci mettiamo sempre un po’ di esagerazione e di estro italico: così è stato per la mediatizzazione, spettacolarizzazione e popolarizzazione della politica. Fenomeni che rendono le tavole del palcoscenico della politica ancora più attraenti e facili da calcare per chi, ogni mattina, si specchia domandando alla propria immagine riflessa chi è il più bello del Reame.
Due esempi piuttosto evidenti e noti del genere “Narciso in politica” sono il sindaco di Roma e il Presidente del Consiglio. Entrambi amano raccontarsi, mostrare la propria originalità, vantare amicizie importanti e ricevere ammirazione – anche se con modalità molto differenti. Tuttavia, l’uno, Ignazio Marino, è oggi oggetto di feroci e costanti critiche (in un continuo rimbalzo tra stampa, televisione e social media) che si soffermano con dovizia di particolari, ironia, quando non vero e proprio sfottò, su piccole e grandi vanità, gaffes e mancanze, non rinunciando in vari casi alla ridicolizzazione della persona. In tantissimi, ad esempio, si sono gettati con grande godimento sulle parole di Papa Francesco che ha, in modo piuttosto brusco, escluso di aver mai invitato Marino alla giornata conclusiva della sua visita negli Stati Uniti, a Filadelfia (peraltro, da sempre Marino aveva affermato di essere stato invitato dal sindaco di quella città). E se anche qui si vuole riscontrare un peccato di vanità e un desiderio presenzialista, l’accanimento è apparso davvero fuor di misura. Accanto al vero e proprio character assassination del sindaco, si osserva, invece, sempre – a parte alcune eccezioni – una grande cautela nel criticare Matteo Renzi, del quale raramente sono messi in evidenza i modi spavaldi e un po’ infantili da “Ammazzasette” e la propensione ad essere sempre, quasi ossessivamente, al centro della scena quando la scena può essere raccontata con sfumature di colore roseo o sfavillante (anche l’ultimo viaggio americano ci fornisce qualche interessante e nuovo esempio e per questo rimando al bell’articolo di Pietrangelo Buttafuoco su Il Fatto Quotidiano, 29 settembre). Tutti ridono con Maurizio Crozza, ma poi l’informazione lo tratta con i guanti bianchi.
Perché ciò accade? Perché Marino è un pessimo sindaco e Renzi un bravo capo di governo? Non mi interessa qui entrare nel merito di tali questioni, noto che in realtà entrambe le affermazioni sono opinabili e soprattutto a loro volta condizionate, nella percezione diffusa, dalle narrazioni dominanti. Il circolo è vizioso.
No, in realtà credo che ciò accada in conseguenza di un nostro triste carattere nazionale, che è qualcosa di più, e per certi versi di peggiore, del “saltare sul carro del vincitore”. Credo che la ragione profonda stia nel facile e perverso gusto di accanirsi, tutti insieme, perché la massa rassicura, contro chi mostra segni di debolezza. Bravo, mediocre o pessimo sindaco che sia (o magari un po’ le varie cose insieme), Marino ha sempre avuto problemi con il Partito democratico e anche ora, con la nuova gestione del Pd romano, è tenuto a distanza. In sovrappiù è in disgrazia agli occhi del Presidente del Consiglio, essendo percepito come uno che fa perdere voti. Marino non fa paura ed è inviso al nuovo potere, dunque via libera, non alle più che legittime critiche, ma al dileggio vero e proprio. Mentre Renzi potrebbe andare in giro saltellando o con una corona di alloro in testa che seriosamente in tanti osservatori si chiederebbero quali nuovi e densi messaggi si nascondono dietro a questi apparentemente, ma solo apparentemente, strani comportamenti.
Due narcisisti, due misure.
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