Partiti e politici
Dopo il sostegno di D’Alema, Massimo Bray non si candida più a Roma
“Non sarò candidato alle prossime elezioni amministrative”. Massimo Bray ha detto di no. L’ex ministro della cultura e attuale direttore della Treccani per la seconda volta ha ribadito la sua intenzione di non voler correre alle prossime elezioni amministrative romane e in un lungo post su Facebook questa mattina ha ringraziato tutte le persone che lo hanno sostenuto in queste settimane. Massimo D’Alema solo tre giorni fa lo aveva “incoronato” uomo ideale per Roma, al posto del candidato ufficiale del Pd Roberto Giachetti: “la candidatura di Bray sarebbe quella di maggior prestigio per la Capitale”, ma a quanto pare le divisioni interne alla coalizione di sinistra che lo avrebbe dovuto sostenere hanno prevalso.
“In una situazione in cui sarei un ulteriore elemento di divisione – le parole di Bray – non sarò candidato alle prossime elezioni amministrative. La difficoltà di questa scelta si accompagna alla consapevolezza di aver sempre deciso autonomamente, in assoluta indipendenza e libero da quelle dinamiche di cui sembrano soffrire la politica e i partiti e che ritengo siano tra le cause della sempre maggiore lontananza dei cittadini dalla partecipazione attiva alla vita pubblica. Al contrario – ha aggiunto Bray – un progetto per rigenerare Roma deve basarsi sulla capacità di ascolto e di dialogo, sulla centralità della cultura, sui valori di libertà e sulla politica dei grandi ideali, scelte fondamentali, antidoti a quelle prepotenti pulsioni illegali che hanno assunto carattere dominante”.
Negli ultimi due mesi è già la seconda volta che Bray è costretto a prendere pubblicamente posizione sul suo futuro politico. Già lo scorso 1 febbraio, il direttore della Treccani, sempre su Facebook, aveva scongiurato la sua partecipazione alle primarie del Pd. “In questo momento non ci sono i presupposti”. Tuttavia nonostante il diniego, il pressing su Bray era continuato ininterrottamente.
A chiedergli un impegno erano stati soprattutto la sinistra anti Matteo Renzi all’interno del Pd, la componente romana di Sel vicina al vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, poco convinta della candidatura di Stefano Fassina, e quella parte del mondo della cultura, che nei giorni scorsi aveva anche dato vita ad una petizione on line in suo favore. Un sondaggio che accreditava l’ex ministro intorno al 18% sembrava un ottimo punto di partenza per il nuovo soggetto politico a sinistra del Pd , soprattutto dopo il tonfo delle primarie, ma il rifiuto di Stefano Fassina, sostenuto dal coordinatore di Sel Nicola Fratoianni, di ritirare la sua candidatura, i tentennamenti di Ignazio Marino e l’indisponibilità di Bray a partecipare ad eventuali primarie di coalizione hanno fatto il resto.
Senza Bray, “che in questi giorni ha ricevuto molte pressioni dal Pd affinchè non non si candidasse”, come raccontano i ben informati, gli occhi ora sono tutti puntati su Ignazio Marino, che con l’ex ministro condivide l’esperienza alla Fondazione Italiani Europei di Massimo D’Alema. L’ex sindaco di Roma ha strategicamento fissato per il prossimo 31 marzo l’uscita del suo libro “verità”, intitolato “Un marziano a Roma”, in cui ha ricostruito i passaggi più delicati della sua esperienza in Campidoglio, tragicamente terminata con la coda dei consiglieri Pd di fronte ad un notaio insieme ad Alfio Marchini. E solo a quel punto, inizierà a pesare concretamente il suo impegno e quello del suo movimento “Parte civile”, che parte da Roma per arrivare al resto del paese.
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