Roma

CONTRO L’OMBRA DI MAFIA CAPITALE ARRIVA L’EX PROCURATORE DI PALERMO SABELLA

24 Dicembre 2014

A Roma, si sa, mala tempora currunt.
Dopo il terremoto scatenatosi con la maxi inchiesta “Mafia Capitale”, anche l’attuale amministrazione cittadina ha sentito il bisogno di dare un forte segnale di discontinuità con il passato. Proprio per questo motivo ieri, in Campidoglio, è stata presentata la “nuova” giunta firmata Ignazio Marino.

“Ci presentiamo con una squadra che vuole avere dei capocantieri” ha esordito il primo cittadino in conferenza stampa. “Assessori che la mattina si mettono gli scarponi, vanno in cantiere e la sera portano a casa risultati concreti. Elimineremo tutto quello che dovremo per fare una pulizia integrale.”

“Molti degli attori sono gli stessi” ha proseguito Marino. “Non c’é stato un semplice giro di deleghe, ma un ragionamento su quello che ognuno sentiva di avere raggiunto e quello che ognuno sentiva di voler portare nel 2015. Continueremo con il lavoro fatto in tanti settori, con quelle parole chiave e azioni che forse sono state offuscate da questioni che non riguardano la nostra giunta.”

Veniamo ora dalle parole ai fatti. O meglio, ai nomi della nuova amministrazione capitolina.
Sono molte le riconferme: da Silvia Scozzese (Bilancio) e Guido Improta (Mobilità e il coordinamento della città metropolitana), a Giovanni Caudo (Urbanistica), Giovanna Marinelli (Cultura), Marta Leonori (Commercio) ed Estella Marino (Ambiente).
Per quanto riguarda le novità, invece, Francesca Danese prenderà il posto di Rita Cutini alla guida del Sociale e a lei andrà anche la delega della Casa, prima in mano a Daniele Ozzimo, dimessosi proprio perché indagato nell’inchiesta di Mafia Capitale. Maurizio Pucci sarà invece il nuovo assessore ai Lavori Pubblici di Roma.
Dal canto suo Paolo Masini, ex Lavori Pubblici, guiderà il superassessorato di Scuola e Sport, al posto di Pancalli. Alessandra Cattoi, “orfana” della Scuola, manterrà Pari Opportunità e Valorizzazione del patrimonio. 
La delega al Turismo passa invece a Giovanna Marinelli, già titolare della Cultura. Il vicesindaco Luigi Nieri si occuperà invece di Periferie.

Ma la novità più eclatante (e che farà più discutere), è senz’altro quella della che riguarda l’assessorato alla Trasparenza e Legalità del Campidoglio. A partire da oggi, infatti, la carica sarà ricoperta nientemeno che dall’ex procuratore del pool antimafia di Palermo Alfonso Sabella.
Si tratta di una figura di altissima garanzia, fortemente voluta dal primo cittadino proprio per dare un segnale di forte discontinuità contro l’ombra di “Mafia Capitale”.

“In questo momento pensiamo che serva fortemente una figura come quella di Sabella” ha osservato il sindaco. “Crediamo che ci aiuterà a fare pulizia in casa nostra e ad essere da esempio nel nostro Paese. È un po’ come quando in un pronto soccorso si chiama lo specialista di una materia complessa per aiutare un paziente a star bene, a riprendere a muoversi sulle proprie gambe con saldezza. Poi, quando questo compito sarà esaurito, Sabella tornerà alla sua brillante carriera di magistrato.”

Nel contesto di una città martoriata da scandali e da una pesante infiltrazione di criminalità organizzata, Sabella sarà chiamato ad un ruolo difficile e delicato, ma l’ex procuratore sembra esserne perfettamente consapevole. ”In effetti, sono d’accordo con chi pensa che la presenza di un magistrato, all’interno di una amministrazione pubblica, sia anomala. Credo però” ha detto davanti ai microfoni, “che nei momenti di emergenza, dove occorre recuperare legalità probabilmente un magistrato è più forte e può fare meglio di chiunque altro il proprio lavoro. E in questo momento a Roma c’è un’emergenza rispetto alla quale nessuno può sottrarsi.”

”Sono convinto che sarà un lavoro abbastanza lungo, bisognerà soprattutto capire cosa è avvenuto, cosa non ha funzionato” ha aggiunto. “Lavorerò d’intesa con la Commissione prefettizia, con l’Autorità nazionale dell’anticorruzione e con la magistratura romana. Naturalmente manterremo quello che di sano c’è, ed è la stragrande maggioranza di questa amministrazione.”

 
Non è certo la prima volta che in Italia si ricorre a dei magistrati per le cariche amministrative legate a trasparenza e legalità. Una scelta che, oltre a dirla lunga sullo stato di salute delle nostre amministrazioni, ha sempre dato luogo a giudizi molto discordanti nell’ambito dell’opinione pubblica. Anche questo dato, però, non sembra preoccupare particolarmente Sabella.
“Non sarò affatto uno sceriffo e anzi vorrei dimostrare, con la mia esperienza, che in questo paese legalità e rispetto delle regole possono andare a braccetto con efficienza ed efficacia. Questa mafia romana – ha concluso Sabella – è per molti aspetti diversa dalle mafie tradizionali. Però, credo sia ugualmente pericolosa, perché è capace di tessere intorno all’amministrazione una rete di interessi e deviazioni che sono riuscite in alcuni casi ad arrivare nei punti nevralgici. Lavoreremo affinché non accada mai più.”

 

Insomma, dopo uno dei momenti più bui della sua storia recente, Roma cerca di ripartire, di voltare pagina. Lo fa mettendo una persona dalla indubitabile onestà, una magistrato antimafia capace e temuto, in un ruolo chiave dell’amministrazione capitolina, quello dell’assessorato alla Trasparenza e alla Legalità.
Il personaggio è senz’altro all’altezza del compito, su questo non ci sono dubbi. Durante gli anni trascorsi alla procura antimafia di Palermo diretta da Gian Carlo Caselli, Sabella collaborò in prima persona ai lavori che portarono all’arresto di Leoluca Bagarella, Giovanni ed Enzo Brusca, Pietro Aglieri, Nino Mangano, Vito Vitale, Mico Farinella, Cosimo Lo Nigro, Carlo Greco, Pasquale Cuntrera ed altre decine di mafiosi e latitanti. Nomi che al confronto fanno apparire i vari Buzzi e Carminati “der sistema” romano quasi dei taccheggiatori da supermercato.
 
Certo, da nessuno è lecito aspettarsi miracoli, nemmeno da uno come Sabella.
Un uomo solo non può cambiare una città come Roma, e forse nemmeno una giunta intera ha il potere di farlo, se è lasciata da sola. La sensazione è che per risanare davvero la capitale rimanga ancora tanto, tantissimo da fare, e un po’ a tutti i livelli.

Ma d’altronde da qualche parte bisogna pur cominciare.

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