Roma

Come si può capire la violenza sui bambini ed essere testimone del Vangelo?

7 Ottobre 2015

Lui si chiama Don Gino e parlando della pedofilia nella Chiesa ha detto:

“Posso capirla, alcuni bambini cercano l’affetto che non hanno in casa e qualche prete può anche cedere. Siamo umani e le malattie vengono”.
Io non penso che Dio giudichi peggio un pedofilo di una persona gay. Penso, semplicemente, che le due cose siano imparagonabili, un po’ come la cioccolata e la merda, per intendersi.
Io penso, come scrive il mio amico Saverio Tommasi, che di ogni persona gay (come scrivevo qui, cliccate) Dio sia felice, semplicemente, se questa ama. Se ama gli altri, il suo lavoro, la sua vita, i suoi amici e, se ha avuto la fortuna di trovarlo, anche il suo compagno.

Detta a proposito della melma che c’è sempre stata negli ambienti curiali e che ora sta venendo all’evidenza anche dei più ignari, dimostra soltanto l’imbecillità di cui sono capaci certi nostri vescovi.
Tirar fuori il peccato originale di fronte all’arrivismo carrieristico e senza regole degli arrampicatori chiesiastici, o di fronte al fenomebo della pedofilia di un certo clero, o anche (per allargare il discorso) di fronte agli stupri, alle violenze, alle guerre imperiali, agli stermini di massa, è come dire che siamo nella normalità: visto che normalmente tutti abbiamo il peccato mortale!
Sarebbe come dire che chi non è drogato, che non è un pedofilo, chi non stupra e non ammazza, chi non fa carriera passando sul cadavere del colleghi, tutti costoro non sono né uomini né donne! O almeno non sono membri di questo genere umano soggetto alla tirannia del peccato originale!
Ma si può essere tanto imbecilli?
Si può essere tanto ignoranti e tanto infingardi da non avere né l’intelligenza né il coraggio di dare nome e cognome e paternità ai mali di oggi, quelli storicamente datati?

 

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