Professioni
Cassa dei commercialisti: il presidente nazionale fa campagna per la cognata
Mancano soli due giorni all’appuntamento elettorale che rinnoverà i delegati della ricca Cassa di Previdenza dei commercialisti – un patrimonio netto pari a 6,4 miliardi di euro e quasi 750milioni di contributi annuali, raccolti da circa 65mila iscritti – ed emerge un fatto che lascerà dietro di sé una scia di polemiche. Proprio qualche giorno fa è stata infatti recapitata agli iscritti all’Ordine di Roma – che conta almeno 6mila commercialisti – una lettera firmata da Gerardo Longobardi, presidente dell’Ordine nazionale. Nella comunicazione Longobardi chiede apertamente di votare per la propria “squadra di colleghi”, alla cui costruzione egli stesso afferma di aver contribuito. Una squadra, che, tra gli altri nomi, annovera anche quello di Marina Scandurra, nota professionista del settore, nel cui curriculum spiccano il ruolo di consigliere del collegio sindacale del gruppo L’Espresso, di società partecipate di Finmeccanica, Acea, Ferrovie dello Stato. Ma soprattutto la parentela con il presidente nazionale dei commercialisti. La Scandurra è infatti sorella della moglie di Longobardi, commercialista con esperienze professionali che spaziano dal privato – è presidente di collegi sindacali di società come Brunello Cucinelli, British American Tobacco o Bulgari – al pubblico. Dove è revisore dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici del Comune di Roma, del Fondo di Previdenza e Assistenza del personale della Camera dei Deputati, nonché dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Nella lettera di “sponsorizzazione” siglata da Longobardi figura anche la firma di Mario Civetta, presidente dell’Ordine di Roma. Che Longobardi ha presieduto dal 2006 al 2012 prima di divenire, nel luglio di due anni fa, presidente nazionale. Chiudendo così oltre un anno e mezzo di commissariamento dell’ente. “La prolungata assenza di una governance per i commercialisti italiani – affermò Longobardi appena eletto – ha nuociuto all’immagine della categoria”. Quell’immagine che il neopresidente ha voluto immediatamente rilanciare organizzando, presso i padiglioni dell’Expo e senza badare a spese (148.800 euro il budget stanziato) il primo congresso nazionale sotto la sua guida. Che, con il prossimo insediamento del nuovo governo del forziere dei commercialisti, potrebbe diventare più forte. Nella misura in cui, naturalmente, il contenuto della lettera “incriminata” sortirà l’effetto sperato di spostare il consenso su uomini e donne di fiducia di Longobardi.
Una mossa, quella del presidente nazionale dei commercialisti, che, come ha fatto notare a Gli Stati Generali un commercialista di lungo corso, “appare non solo imprudente, vista la presenza della cognata in lista, ma anche tale da configurare un palese conflitto di interesse”. Proprio per il suo ruolo istituzionale super partes, il presidente nazionale non avrebbe in effetti dovuto prendere posizione, come ha invece fatto. Tradendo in tal modo lo spirito del codice deontologico dei commercialisti, che per le figure istituzionali, impone, peraltro, di “agire nell’interesse pubblico degli iscritti”. E non, viene da dire, nell’interesse di solo dodici dei ventotto candidati all’assemblea dei delegati della Cassa dei commercialisti, per giunta tutti riconducibili ad una lista elettorale.
Nella lettera Longobardi e Civetta scrivono che “per far fronte alla sempre maggior complessità del sistema previdenziale occorrerà grande professionalità ed equilibrio” e che per il “raggiungimento di questi obiettivi abbiamo ritenuto necessario impegnarci in prima persona, contribuendo alla costruzione di una squadra di colleghi delegati, che possa rappresentare nel miglior modo possibile il composito panorama degli iscritti all’Ordine di Roma”. Lo stesso che, assieme ad altri Ordini in lungo ed in largo per la Penisola, ha organizzato anche di recente eventi, seminari e corsi di formazione in collaborazione con la società di gestione del risparmio Azimut. Nel cui consiglio, siede, fresca di nomina, la moglie di Longobardi, Silvia Scandurra.
@albcrepaldi
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