Roma

Caro Caudo, le periferie esistono: ed ecco perché hanno votato 5 Stelle

4 Luglio 2016

Riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni del Coordinamento Cittadino delle Associazioni di Autorecupero, in merito all’intervista di Marco Carta all’ex Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale Giovanni Caudo pubblicata il 13 giugno 2016.

Abbiamo letto, e necessariamente riletto con grande attenzione, l’intervista all’ex Assessore Prof. Giovanni Caudo pubblicata dalla testata giornalistica “Gli stati generali”.

Per la verità quanto l’ex Ass. Caudo ha dichiarato sui Toponimi e sulle periferie, ha provocato sconcerto e meraviglia, sia per la sua visione della periferia (il termine periferia dovrebbe essere abolito….), sia per la quantità di cose non vere che egli ha avuto il coraggio di dire sul ruolo dei Consorzi e sulle procedure attuative degli strumenti urbanistici, adottati in tanti anni, da Comune, Regione e Consorzi di cittadini.

E’ necessario essere precisi e non costruire equivoci, per cui riprendiamo l’intervista di Caudo punto per punto e riportiamo la “verità” sulle questioni di diretto nostro interesse.

1. Matteo Orfini ha imputato alla poca attenzione di Marino per le periferie la sconfitta del PD. È d’accordo su questa analisi?

Secondo Caudo, Orfini mente sapendo di mentire, asserendo che i quartieri periferici sono in queste condizioni per scelte che risalgono nel tempo…(omissis)…alle Amministrazioni Rutelli e Veltroni.

Con Rutelli si è ripreso con forza il processo di risanamento delle borgate, originariamente partito con il Sindaco Petroselli. Dal 1996 in poi è stato possibile realizzare in periferia reti fognanti, reti idriche, illuminazione pubblica, verde pubblico e, persino, asili e centri di aggregazione sociale, progetti sui quali la Giunta Marino non è riuscita neanche a concludere le autorizzazioni.

L’ex Assessore evidentemente non è in grado di leggere i risultati elettorali. La media dei voti a 5 stelle in periferia e nelle aree dei Consorzi (Toponimi e Zone “O”) sono molto più alti della media cittadina, e questo cosa può significare?

Da oltre un anno prima delle dimissioni (tardive) di Marino, dalla periferia si denunciava la resistenza della Giunta e dell’Assessore al processo di risanamento e riqualificazione urbanistica avviata con le giunte di sinistra dalla seconda metà degli anni 90 (appunto Rutelli e prima Giunta Veltroni), e contestualmente cresceva prepotentemente la protesta dei cittadini verso “il Sindaco PD”.

Orfini ha ragione (avrebbe dovuto agire prima per attenuare il dissenso della periferia), e ha ragione Giachetti quando, dopo la sconfitta, ha dichiarato: “se in periferia parlavo di Marino, la gente mi correva dietro minacciosa!”.

In questo fallimento una bella fetta di responsabilità l’ha avuta l’ex Assessore all’Urbanistica Prof. Giovanni Caudo.

2. Sul ruolo dei Consorzi di Autorecupero Caudo asserisce che da anni raccolgono soldi per progettare i piani e svolgono un ruolo di intermediazione con la politica. Quando siamo arrivati nel 2013 ci siamo trovati 26 progetti adottati dall’Assemblea Capitolina approvati all’unanimità dal centrodestra e dal centrosinistra. Con l’assessore regionale Civita abbiamo istituito un tavolo congiunto per approvarli, di 26 piani solo tre si possono approvare. E più avanti: i presidenti dei Consorzi e del Coordinamento hanno raccolto soldi facendo leva sul desiderio di casa di molti cittadini per piani che non potevano andare in porto (omissis).

Riguardo la manovra urbanistica dei Toponimi, Caudo denuncia due questioni alle quali conferisce caratteri molto forti.

La prima riguarda il ruolo di intermediazione politica dei Consorzi, dandone un significato negativo; con la seconda, denuncia che da anni i Consorzi raccolgono soldi dai cittadini per progettare piani non approvabili, come dimostrerebbero le risultanze del tavolo tecnico Comune-Regione.

L’intermediazione politica delle Associazioni e dei Consorzi, non è altro che la rappresentanza di interessi organizzati, come per i sindacati dei lavoratori, delle imprese, dei consumatori, ed ha quindi un significato positivo, di svolgimento di un ruolo di coordinamento e di animazione sociale, in rappresentanza di 150.000 cittadini romani. Eseguita in conformità alle leggi nazionali e comunali.

L’adozione, sotto la Giunta Alemanno, di 26 Piani avvenuta all’unanimità rappresenterebbe secondo Caudo, non già segno di qualità, ma “colpa e collusione”! visione dell’amministrazione della cosa pubblica alquanto originale!

Ancora peggio riguardo la raccolta dei soldi per la progettazione dei Piani, vista come una sorta di presa in giro dei cittadini per raggranellare illecitamente risorse finanziarie, come dimostrerebbe l’impossibilità di approvazione dei Piani medesimi.

Delle due l’una: o Caudo non sa, oppure lui “mente sapendo di mentire”.

I Consorzi, che operano da oltre 20 anni su sollecitazione ed in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, in adempimento ad un bando del Comune di Roma ed a specifiche delibere, in 14 anni di impegno per la progettazione dei Toponimi, hanno raccolto, dove è stato possibile, soldi necessari a coprire i costi tecnici per i suddetti progetti, che avrebbe dovuto sostenere l’Amministrazione Comunale (progetti urbanistici, indagini geologiche, Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.), studi sismici di primo livello e indagini per la micro zonizzazione sismica di secondo livello, ecc) per decine di migliaia di euro a Toponimo. I progettisti, invece, per la gran parte hanno operato accettando di attendere buona parte delle proprie spettanze professionali solo a seguito dell’approvazione dei Toponimi. Non osiamo pensare che il Prof. Arch. Giovanni Caudo chieda ai suoi colleghi di lavorare “gratuitamente”, inoltre fosse vero che non più di tre progetti sono approvabili, perché l’Amministrazione ha fatto spendere soldi (in propria vece) e molto lavoro non avvertendo dell’inutilità e del danno che si stava provocando? Caudo non solo non ha impedito che i Consorzi assumessero i costi delle indagini e delle relazioni tecniche al posto dell’Amministrazione, ma in occasione di incontri e assemblee, ha sollecitato che ciò avvenisse! Per cui, resta sempre l’interrogativo: l’Assessore non sapeva, non capiva, o mente (sapendo di mentire)?

Riteniamo grave, inoltre, che utilizzi, per criticare il ruolo dei Consorzi il termine “intermediazione” dandogli un accento dispregiativo, come a sottintendere qualcosa di non trasparente.

In venti anni di attività, sia nelle opere a scomputo che nella pianificazione urbanistica, si è operato in rispetto a leggi, delibere e regolamenti del Comune di Roma, ed è necessario sottolineare che nessuna indagine è stata aperta sui Consorzi, diversamente da quanto avvenuto nella gestione della cosa pubblica da parte dell’Amministrazione, con altre associazioni, enti e cooperative varie.

3. Secondo l’ex Assessore Caudo si sono alimentate forme di intermediazione paraimprenditoriale che non hanno più nulla a che vedere con la necessità degli abitanti.

Ricordiamo ed evidenziamo che i titolari della proposta urbanistica di ogni singolo Piano di recupero, cioè migliaia di proprietari, rappresentano con la loro sottoscrizione il 75% del valore catastale del comprensorio perimetrato.

Evidentemente questo appare come un’impresa “sospetta” per alcuni dirigenti politici che, nel tempo, hanno perso l’abitudine al confronto ed all’ascolto delle istanze che sorgono dai territori e dai cittadini, in questo caso le periferie di Roma.

Ed evidentemente, secondo l’ex assessore è altrettanto sospetto il fatto che ai 26 Toponimi adottai (più il 27° fatto adottare da Caudo), le osservazioni siano state solo qualche decina, mentre le Zone “O” imposte dall’iniziativa pubblica, hanno ricevuto circa 4.000 osservazioni.

Questa visione politica ritiene che la partecipazione, il consenso, la costruzione di un processo collettivo produce ombre e nega la trasparenza!
4. Asserisce Caudo che dal tavolo con la Regione è emerso che dei 26 Piani solo tre possono essere approvati, e gli altri debbono essere rifatti o modificati.

Ritorna l’interrogativo: Caudo non sa o mente sapendo di mentire ?

In questo caso ci appare fuor di ogni dubbio che Caudo menta.

Il Tavolo ha esaminato circa 20 progetti esecutivi dando giudizi tecnici positivi sulla gran parte di questi, autorizzando la Regione a proseguire l’iter di approvazione. Ben 10 Piani sono stati esclusi dalla verifica di assoggettabilità alla V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica), cioè compatibili con le norme e quindi approvabili. Di ciò si può ritrovare tutta la storia dell’iter sul sito di Roma Capitale: infatti nel sito sono riportate le risultanze tecniche per ogni Toponimo, grazie a cui la Regione ha potuto proseguire l’iter per circa 20 Toponimi. Lavoro più volte decantato in varie assemblee cittadine dallo stessi ex Assessore comunale insieme all’attuale assessore regionale Michele Civita.

Caudo, quindi, si è sbagliato o ricorda male? Se fosse così dovremmo preoccuparci per i suoi studenti. Il pensiero “Caudo” è portatore di una linea che noi giudichiamo assolutamente dannosa per la città e che ha provocato la contestazione dei cittadini della periferia verso i precedenti amministratori comunali, che hanno votato a favore del Movimento 5 Stelle, con la speranza che si possa riavviare il processo di attenzione verso i territori della periferia.

Evidentemente l’ex Assessore doveva trovare un capro espiatorio, ma trova gente che può evidenziare e riportare la “verità”

5. Secondo l’ex Assessore il termine Periferia dovrebbe essere abolito, perché non ha nulla a che fare con le reali necessità dei cittadini.

Tale giudizio è talmente ardito che nel giudicarlo o interpretarlo, rischieremmo di non uscirne più. Ci limitiamo a consigliare all’”amico”’ Giovanni Caudo di andarlo a spiegare al Consorzio ed ai cittadini di Tragliatella, che hanno realizzato a scomputo 9 chilometri di rete fognaria 5 anni fa, che, nonostante sia stata collaudata, non può funzionare perché il Comune non è stato in grado di realizzare in oltre 10 anni il suo esito e cioè il depuratore. Lo stesso Consorzio insieme con altri Consorzi (grazie alla funzione di coordinamento tra loro e non di intermediazione) si sono sostituiti al Comune per realizzare il depuratore, hanno sviluppato il progetto (rinviando il pagamento dei costi alla sua approvazione da parte del Comune), presentato lo stesso per la Conferenza dei Servizi, che l’ha approvato ottenendo dagli Enti tutti i nulla osta necessari. Nonostante ciò, l’Amministrazione Marino non ha autorizzato la chiusura della procedura di approvazione del progetto e migliaia di cittadini della Periferia continuano a non poter utilizzare le fogne e, di conseguenza, a non avere l’acqua potabile.

Ma per l’ex assessore Prof. Arch. Giovanni Caudo è davvero incomprensibile che i cittadini della periferia e dei Consorzi abbiano spostato le loro speranze dal centro-sinistra al Movimento Cinque Stelle?

Nuove Periferie X Municipio (Giuseppe Amatilli);  Consorzio Periferie Romane (Giacomo Guglielmi e Luciano Bucheri); Associazione Recupero Cittadini Nuova (Franco Marinotti) ; Periferia Municipio XIV (Massimo Fioravanti).

Roma, 4 luglio 2016

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