Partiti e politici

Azione e reazione

9 Settembre 2016

“Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” affermava Newton con il terzo principio della dinamica. Per chi non ha una particolare predilezione per la fisica, come il sottoscritto, questo principio può anche essere interpretato in maniera diversa, quasi filosofica.

Quante volte ci capita di agire nella vita per contrasto ad una reazione? Sia essa un’offesa, un complimento o una presa di posizione?
Tanto nella quotidianità quanto nella politica l’idea di Newton può trasformarsi in un utile memento. Non tanto per essere seguito, piuttosto per comprendere e ponderare la realtà.

Abbiamo assistito in questi giorni alla crisi sui-generis del M5S romano tanto da diventare una questione nazionale.
Chi per sentimentalismo, chi per partito preso, molti hanno criticato o difeso gli autori di una vicenda che, al di là della personali considerazioni, si palesa imbarazzante.
Non si vuole bullizzare personalità aventi ora ruoli istituzionali, piuttosto rispondere ad una semplice domanda: come siamo arrivati a questo punto? Come mai un movimento basato su trasparenza e democrazia diretta arriva a commettere tali errori di antitesi tanto da raccapezzarsi nell’ imbarazzata ricerca di un capro espiatorio?

Facciamo un passo indietro. Nel 1992 “mani pulite” travolse la politica italiana, mai si era scoperto un intrigo corruttivo tanto radicato in grado di spazzare via gran parte della classe politica del tempo. Il movimento “dell’antipolitica” non parte certo da lì, ma sicuramente da quel fatidico anno si registrò un’impennata proporzionale al calo di fiducia nei partiti, forse perché politicamente ogni sgarbo alla “questione morale” da lì in poi sarebbe stato terribilmente accettato e passabile se paragonato al marcio scaturito in quegli anni.
Ma soprattutto “l’essere indagato” era diventato l’epitaffio di colluso, corruttore e criminale. Ad un’azione di cattiva politica si reagì con la totale generalizzazione del problema. Troppo bello vedere ricchi e potenti dietro le sbarre in una cella di 2mx3m.

Tornando al 2016, alla nostra vicenda romana, siamo di fronte a un fatto facilmente spiegabile: la nomina di un’assessora indagata avvenuta senza che i militanti dei 5stelle lo sapessero. La nomina è stata fatta senza la trasparenza sbandierata dall’anima stessa del movimento.
È una colpa verso gli elettori 5stelle? Certo. È una cosa giuridicamente sbagliata? No.

La questione morale della res-pubblica deve essere diversa da una reazione che porti a negare completamente la politica precedente al di là dell’illegalità e del personalismo piu dissacrante.
Perché siamo qui? Probabilmente perché la politica ha sbagliato. Ha sbagliato prima reggendo un sistema sotterraneo di illegalità e ha sbagliato dopo cercando di fornire risposte rapide e contrarie; generando incompetenza, inesperienza e antigiustizialismo.

Se vogliamo davvero cambiare la politica, che é influenzata e influenzante della società, non dobbiamo tanto negare i valori e i metodi della stessa. Non dobbiamo negare la giustizia manovrandola e generalizzandola a nostro uso e consumo. Dobbiamo opporci alle derive illegali senza “perdere la testa”, senza andare di pancia. Altrimenti la reazione sarà forse peggiore della causa scatenante. Sia moralmente che politicamente.

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