Grandi imprese

Amianto a Milano, Alitalia a Roma, tensione nel Paese

28 Aprile 2021

In piazza a Roma e a Milano sono soprattutto le bandiere dei sindacati di base, a sventolare. Sono loro che stanno raccogliendo e organizzando il disagio di una popolazione ferita dalla pandemia, dall’infodemia e dalla povertà che si fa sempre più vicina; loro a scendere in piazza e a far sentire il malcontento della gente. Un anno di Covid e di emergenza sanitaria, ha messo in ginocchio l’economia. L’avvento di Mario Draghi è stato un chiaro segnale alla classe dirigente ma anche al mondo del lavoro. “State buoni se potete”, il messaggio, ma come dimostrano le immagini di una settimana fa a Roma, ad un certo punto quando si fa largo la rabbia, o si va da una parte o dall’altra.

Le immagini del video qui ne sono una plastica dimostrazione. Oggi a Roma ad un certo punto la Polizia ha usato le maniere forti e ha caricato i lavoratori Alitalia, convocati da Cub e Usb, soprattutto. Una settimana fa, era successo il contrario. A fronte di qualche momento di tensione con i manifestanti, ad un certo punto la Polizia aveva lasciato passare la folla, e i cordoni delle forze dell’ordine si erano aperte. Segno che qualcosa sta cambiando, da entrambe le parti.

“Oggi i lavoratori Alitalia, insieme alla CUB Trasporti ed alcune altre sigle sindacali – dichiara Antonio AMOROSO, della segreteria nazionale CUB – hanno manifestato contro il fallimentare progetto del Governo Draghi e dei suoi cortigiani di utilizzare 3 mld di euro pubblici per ridimensionare, licenziare e smembrare quanto resta della Compagnia di Bandiera italiana. È stata data dai lavoratori l’ennesima prova di resistenza e determinazione che certo non si arresta davanti alle prove muscolari delle forze dell’ordine”.

“Erano anni che non si vedeva tanta rabbia e convinzione da parte dei lavoratori in piazza – sottolinea Antonio Amoroso della Cub trasporti– questo è solo l’inizio di un conflitto sociale che si estenderà e che coinvolgerà strati sempre più ampi delle masse popolari che non accettano di sostenere il prezzo della crisi”.

Le famiglie, la gente comune, tenuta in cattività e senza più risorse comincia davvero a non farcela. La Polizia, che ha una capacità di resistenza anch’essa logorata dalle stesse ansie di chi manifesta, reagisce in modo diverso. I salari degli uni e degli altri, non sono così diversi. Sono diverse le linee guida.

Chi perde il lavoro, cerca un modo per ritrovare la dignità violata. Chi il lavoro lo può mantenere, esercita la forza che gli viene concessa. A rischio, è però la democrazia. Qui da noi se il popolo ha fame, non ci sono neppure le brioches. Resta solo la rassegnazione. Molti però stavolta, di rassegnarsi non hanno proprio voglia. E, almeno nelle piazze, quest’aria comincia a respirarsi.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.