Calcio
Al sistema calcio italiano serve il cartellino rosso
Sui fatti di Roma-Feyenoord si è scatenato un dibattito a tratti feroce, sconfinato nello scontro di civiltà tra noi, cives romani, da un lato, e i barbari portatori sani di tulipani dall’altro. Proviamo a vedere cosa dicono i dati sulla violenza negli stadi e associata al calcio. Concentrandoci sulla stagione 2013/2014, è possibile analizzare due documenti: uno è l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (del Ministero dell’Interno) e l’altro, per fare un confronto internazionale, è il corrispettivo documento redatto dall’Home Office del Regno Unito, contenente dettagliate statistiche.
Ci concentreremo sulla Serie A e sulla Premier League, lasciando in secondo piano le serie minori.
È doveroso, inoltre, fare una premessa che è sia numerica sia di buon senso: nella stagione 2013/2014, la Premier League ha registrato 13.930.823 spettatori, contro gli 8.852.363 della serie A. La presenza media allo stadio in Inghilterra è di 35.921 persone, con un tasso di riempimento del 92%. Quella italiana si ferma a 23.841 persone, con un tasso del 52%, tra i più bassi in Europa. Questi sono numeri che servono, innanzitutto, a dipingere i due contesti, ma dicono anche qualcosa sia sulla percezione di sicurezza sia sulla salute di questo sport nei due paesi.
Veniamo alle statistiche sugli incidenti: la comparabilità dei due rapporti è difficile, poiché misurano indicatori diversi. Ci sono comunque delle informazioni interessanti da estrarre.
La serie A, rispetto alla stagione 2012/2013, ha registrato:
- un aumento degli incontri con feriti del 105% (da 19 a 39)
- un aumento dei feriti tra i civili del 62,5% (da 32 a 52)
- un aumento dei feriti tra le forze dell’ordine del 45°% (da 6 a 33)
- un aumento dei denunciati del 26,2% (da 492 a 620)
- una riduzione degli arrestati del 2% (da 29 a 27)
La Premier League ha un dettaglio, squadra per squadra, degli arresti per tipologia, e mostra un dato per il 2013/2014 di 596 arresti.
Ogni 1000 spettatori, ci sono 0.04 arrestati in Inghilterra. In Italia, ogni 1000 spettatori, gli arrestati sono 0.003 (10 volte di meno). Anche mettendo in relazione il trend opposto tra denunciati ed arrestati, si evince che la legge e le forze dell’ordine britanniche sono molto più severe di quelle italiane.
Andando a vedere i motivi degli arresti, sui quasi 600, ci sono (percentuali arrotondate al primo decimale):
- disordini violenti: 69 (11,6%)
- disordine pubblico: 147 (24,6%)
- lancio di missili: 15 (2,5%)
- cori razzisti: 7 (1,1%)
- invasioni di campo: 41 (6,8%)
- incidenti legati ad abuso di alcool: 190 (31,9%)
- traffico di biglietti: 65 (10,9%)
- detenzione di armi da offesa: 4 (0,7%)
- uso o possesso di fumogeni: 40 (6,7%)
- violazione del divieto di entrare allo stadio: 6 (1.1%)
- reati contro la proprietà privata: 12 (2.1%)
La serie A mostra un trend crescente, su tutti gli indicatori e per tutte le serie, fatto salvo il numero degli arresti.
Il rapporto dell’Osservatorio del Ministero dell’Interno mostra come dato storico soltanto l’anno 2005/2006, precedente all’introduzione delle nuove disposizioni che seguirono ai fatti di Catania – Palermo del 2007, in cui trovò la morte Filippo Raciti. Rispetto ad allora, gli incidenti si sono drasticamente ridotti, ma il trend delle ultime tre stagioni è crescente e in modo significativo.
Per la Premier League, viene mostrato il dettaglio di ogni stagione fino al 2000/2001.
Per quanto riguarda le tifoserie più coinvolte in incidenti, rielaboriamo la tabella che potete trovare nel rapporto stesso del Ministero dell’Interno:
Infine, un ultimo dato interessante.
Entrambi i rapporti mostrano le statistiche riferite agli arresti dei rispettivi tifosi all’estero in partite internazionali: per dire, gli italiani in trasferta di Champions o Europa League piuttosto che gli inglesi in trasferta in Italia.
Nel 2013/2014, 33 tifosi inglesi sono stati arrestati fuori dalla Gran Bretagna per comportamenti violenti o altri incidenti (24 nel 2012/2013). A farla da padrone, i supporters dell’Arsenal e del Manchester United, tra le tifoserie più scalmanate del Regno Unito.
Nella stessa stagione, 70 tifosi italiani sono stati arrestati fuori dalla nostra penisola, (29 nel 2012/2013). 39 di questi tifosi erano laziali, impegnati in una violenta trasferta a Varsavia, dove non hanno potuto rovinare una fontana del Bernini.
Come che si leggano queste statistiche, e senza nemmeno entrare nel merito di episodi oscuri come quelli di Salernitana-Nocerina dello scorso anno, appare chiaro che il calcio italiano non goda di un buon momento di salute. Non nei risultati e non nel tifo: e quale sia la relazione tra le due dimensioni, probabilmente è tema meritevole di ulteriori indagini. Quel che appare urgente è una profonda riforma, un potente scossone: ciò che ha consentito agli inglesi di invertire il trend dell’hooliganism, ormai tanti anni fa.
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