Costume
Sfilate di Parigi: Giorgio Armani Privé e lo scintillio degli anni ’20
Parigi– Nella settimana dedicata alle sfilate dell’alta moda femminile, in corso nella Ville Lumière, Giorgio Armani porta in passerella lo splendore degli anni ’20, che sprigiona leggerezza ed assoluto amore per la vita.
Con una sorpresa sul finale, dedicata al colore bianco, poco utilizzato dallo stilista italiano per quanto riguarda l’Haute Couture.
In una elegantissima cornice qual’è la Salle Pleyel (nota sala da concerto parigina), dedicata minuziosamente alla celebrazione del classico con contaminazioni futuristiche che pervadono colonna sonora ed illuminazione, le creazioni per l’autunno inverno 2022 firmate Armani, dominano letteralmente la scena, riscuotendo grande e sentito consenso da parte degli addetti ai lavori presenti.
“Sono due anni che lavoriamo alla collezione, è stato molto faticoso metterla insieme, perché abbiamo cominciato tanto tempo fa, l’abbiamo vista, rivista, e poi si sfila, non si sfila, è stato pesante. Spero che il risultato però ci sia. Questa collezione è nata da un’idea di base che era – vi ricordate certi film americani? dove ci sono le scene di due che vanno alla sera a un cabaret, con una piccola luce davanti, con la musica dietro, qualcuno che sussurra, qualcuno che si bacia? È quella l’idea: un cabaret, l’atmosfera di un cabaret. Naturalmente io l’ho esasperato. Era facile fare il cabaret degli anni Trenta o Quaranta. Avrei potuto fare un abito in satin color pesca ed era fatta. Naturalmente voi, e io soprattutto, esigiamo altre cose. Le altre cose sono un’atmosfera di dolce allegria, di piacere sottile di stare con la vita“, sono le parole dello stesso Giorgio Armani.
“C’è una nuova storia di cabaret, una nuova immagine di donna che vuole essere sofisticata, in maniera, diciamo, anche spiritosa, non sussiegosa, ma spiritosa. Spero di rinnovare un modo di essere che adesso non c’è più, tanto per essere chiari: nessuno va al cabaret, vanno tutti da altre parti. Ma ho voluto disegnare un’immagine di una gitana dei nostri tempi che esce di sera con il suo uomo e non si camuffa“, prosegue lo stilista piacentino.
Tutto, durante gli oltre 15 minuti di presentazione, scorre all’insegna della bellezza immortale, che incontra la frivolezza e l’esclusività di un cabaret ripensato da Armani, ispiratissimo dal concetto di eleganza dei primi del Novecento.
Abiti che alternano l’assetto longilineo, essenziale, ad ultimi tratti roteanti ma impalpabili. Giochi fittissimi di scintillii e riflessi brillanti che accecano di meraviglia e stupore chi osserva fluttuare le donne che indossano i capi della collezione Armani Privè.
Si insinuano in una atmosfera dal profumo magico, richiami orientali imprescindibili, che rappresentano per Re Giorgio, da molto tempo, uno specchio di relax e ricercatezza interiore in cui riprodurre la sua idea di femminilità, difficilmente eguagliabile. Giacche ottomane, con maglie luccicanti e pantaloni molto larghi che si ridimensionano sulla caviglia, vaporosi fiocchi, appariscenti e colorati in un tripudio di luce.
Dulcis in fundo…In passerella sale come ultimo modello un completo bianco scintillante che spiazza tutti per la sua unicità. Simbolo inequivocabile di un indiscutibile ritorno alla Vita.
“È una provocazione! Anch’io so fare il bianco. Del resto, una sfilata di alta moda deve proporre qualcosa di inedito”, chiosa Armani, mentre in sala si ode ancora lo scroscio incessante degli applausi.
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