Moda & Design
Parigi: l’Haute Couture autunno-inverno 2023/2024 si sveste del superfluo
Al termine della settimana parigina dell’Alta Moda ciò che rimane è una essenzialità ricercata, che negli ultimi tempi forse era stata smarrita. Dalle riflessioni di Armani, alla semplicità di Pierpaolo Piccioli per Maison Valentino, passando per l’intramontabile eleganza lineare di Balenciaga, ecco il meglio visto sulle passerelle francesi in questa fashion-week
Parigi– La settimana della moda di Parigi appena conclusasi, dedicata alle collezioni femminili dell’ Haute Couture per il prossimo autunno-inverno, hanno certamente regalato al pubblico un ritorno ad una essenzialità ricercata e forse smarrita negli ultimi tempi.
D’altronde si sa che, le collezioni dell’Alta Moda, non subiscono il peso del risultato ad ogni costo nella loro politica di commercializzazione, quanto piuttosto, servono ad esprimere senza confini il genio creativo dei vari stilisti, che hanno solo un obiettivo imprescindibile da perseguire: sprigionare eleganza esclusiva.
Come non accadeva da anni, dunque, gli abiti saliti in passerella, si sono svestiti di superfluo per focalizzarsi sulla linearità sobria ma decisa, proprio a testimoniare come ciò che si lascia ricordare, poi, sia quasi sempre strettamente connesso con l’essenza delle cose, in questo caso: vestiti.
Pierpaolo Piccioli per Valentino, lascia spazio ad una moda minimalista, con abiti monocromatici e dalle forme squadrate, pur impreziositi da meravigliosi drappeggi d’evocazione barocca. Perfino un jeans tempestato di luce con sopra una camicia bianca, rientra per Piccioli, nell’accezione in senso lato di Alta Moda.
Da Dior, Maria Grazia Chiuri, porta in scena una donna tratta dal mito greco, mentre Balenciaga, prova a trasmettere tutta l’autorità ed autorevolezza spavalde di una figura femminile eroica, capace con indomito coraggio di essere protagonista di successo nel mondo dell’eleganza che conta, puntando su abiti per nulla artefatti e senza tempo che esaltano la personalità di chi li indossa.
Tutti gli spettacoli, ad ogni modo, si sono svolti all’insegna della morigeratezza, anche e soprattutto a seguito delle fortissime proteste che si stanno susseguendo in Francia da giorni, per i gravi disagi economici e sociali denunciati dalla popolazione transalpina.
Ma, questi giorni vissuti nella bolla fascinosa dell’Haute Couture, sono stati anche occasione di riflessioni profonde da parte di diversi addetti ai lavori. Primo su tutti, Giorgio Armani, che ha presentato la sua ultima collezione Armani Privè, pregna di passione e dedizione, guidata in modo ineccepibile dal colore rosso. Non senza polemiche di sorta, però, tanto da far pensare che quella appena trascorsa, sia stata l’ultima volta di Armani a Parigi, dal lontano 2005. “Premesso che ognuno può fare ciò che vuole, sono un po’ perplesso dal fatto che ho visto alcune collezioni di Alta Moda che sembrano di prêt-à-porter. Sono venuto a sfilare a Parigi con la mia collezione perché mi vedevo inserito in un contesto il cui la Couture era sperimentazione unita a glamour. E mi chiedo: sta cambiando l’Alta Moda? E se è così, allora tanto vale la pena non venire più a Parigi…”, sono state le parole di Giorgio Armani nel post-sfilata.
Questa collezione, Le temps des roses, “è più precisamente Armani che mai”, L’ispirazione carnale, su cui domina il simbolo passionale per eccellenza, ovvero la rosa rossa, parla di figure allungate, con macchie di nero e nuances romantiche.
Top monospalla , su pantaloni languidamente morbidi e zeppi di cristallo, tutto a richiamare il Sol Levante, in una raffinata estasi visiva e tattile. Le giacche da smoking, in seta come dei pigiama, si indossano su sottogiacca di tulle trasparenti. Come da tradizione, è la mentalità appaciata con la natura e con il corso degli eventi, tipica della cultura Zen, a librarsi tra le note fluttuanti delle sfilate del Re della Moda. In questo caso, Alta.
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