Parigi
Je suis Samuel – Io sono un insegnante
Samuel Paty, fratello, collega amatissimo,
queste bestie che ti hanno ucciso lo hanno fatto perché incarnavi i valori della libertà, della fratellanza, della uguaglianza, della conoscenza, che la Repubblica francese
simboleggia, quei valori di tutte le nostre democrazie, di tutti gli stati di diritto,
di tutti gli uomini liberi e pensanti nell’universo.
Che il tuo ricordo sia di benedizione e di lotta,
noi non cederemo all’odio che ha voluto uccidere il tuo corpo,
ma ha resa eterna la tua anima.
Sto ascoltando il magnifico discorso di Macron, e sono sempre più sconvolto – piango, – ma nello stesso tempo fiero di appartenere a questa categoria di donne e uomini che resistono (ora non importa che siamo precari, maltrattati, sottopagati, faremo finta che questo ora non conti)
contro la barbarie, contro quella religiosa, politica, economica, qualunque barbarie,
contro di essa scenderemo ogni giorno tra gli alunni, saliremo sulle cattedre, accederemo i nostro computer per fare lezione on line, faremo qualunque cosa perché il tuo sacrificio non sia stato inutile.
Ma noi sappiamo che non lo è. E non lo sarà mai.
Noi continueremo a insegnare, a lottare,
a vivere, a domandarci ragione dell’odio dell’uomo contro l’altro uomo, (talora in nome di un Dio in cui molti dicono di credere ma non ne praticano le parole di misericordia), talaltra in nome di altri dei o idoli, tutti accomunati dal nichilismo, dalla perdita di senso nella vita e nell’amore degli uomini e degli altri esseri viventi.
E per questa vita continueremo a resistere,
stretti attorno alla tua vita, alla testimonianza che tu ci hai lasciato.
Al seme della libertà, della cultura, dell’insegnamento.
Del mestiere più bello del mondo: l’insegnante.
Je suis enseignant, je suis Samuel.
Pour toujours, je t’aime.
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