Parigi
Hollande fa cose di destra, e così vince Marine Le Pen
Si è spostato a destra, anche in politica estera, dopo aver perseguito scelte economiche in linea con l’austerità made in Europe che hanno sconfessato le promesse di campagna elettorale. Così il presidente della Repubblica francese, François Hollande, aveva sperato di recuperare il consenso perduto, proprio a causa del suo cedimento al liberismo di destra. E ovviamente è stato un tragico autogol. Il leader socialista aveva tentato prima di mostrare profilo da statista che – con tutto il rispetto verso la buona volontà – non ha mai mostrato nei suoi anni all’Eliseo, e poi ha provato a rincorrere gli umori popolari, abbracciando una linea da far invidia a Nicolas Sarkozy. E forse anche a Marine Le Pen.
Ma le elezioni Regionali 2015, i cui risultati stanno prendendo forma, hanno punito i socialisti. Una bocciatura che rischia di essere senza appello, perché arriva mentre i sondaggi indicano una lieve risalita nei sondaggi di Hollande. Significa che i rilevamenti riportano un effetto momentaneo, invisibile nelle urne. La dinamica era peraltro già stata riscontrata a gennaio, dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, con lo stesso esito: è durato il tempo del respiro di qualche settimana. Appena è passato lo shock, i francesi hanno ripreso a pensare ad altre soluzioni politiche, inevitabilmente più spostate a destra. Del resto se il presidente socialista compiere delle scelte di destra, perché non affidarsi all’originale di Marine Le Pen o – in una concessione di moderazione – a Sarkò?
Gli attentati del 13 novembre avevano riproposto di nuovo un clima unitario, che si è coagulato intorno alla figura presidenziale. Ma Hollande, apparso in stato confusionario ed evidentemente scosso dagli avvenimenti, ha scelto la strada della rincorsa al populismo: ha lanciato bombardamenti a tappeto su Raqqa, ritenuta la capitale dell’autoproclamato Califfato, senza però far intravedere una vera strategia, quella che ci si attenderebbe da uno statista. Beninteso, il problema non è l’azione militare in sé per seguire il pacifismo duro e puro. Ma una riflessione è affiorata: gli attacchi aerei francesi sono maturati in un lasso di tempo troppo ridotto per avere davvero chiari gli obiettivi da centrare per indebolire la struttura dell’Isis. In altre parole: è sembrata una reazione rabbiosa e quindi cieca.
Sul piano interno il presidente francese ha chiesto la modifica della Costituzione per ampliare i poteri di controllo in una fase storica sconosciuta. Il cambiamento da lui prospettato, dunque, andava nella direzione di uno stato di polizia rigido, manifestando palesemente una sostanziale incapacità di formulare argomentazioni diverse da quelle che avrebbe proposto un Sarkozy o una Le Pen. Con la differenza che per i leader di destra è quasi naturale avere una posizione conservatrice, con un mix di bombe e restrizioni della libertà, in nome della guerra a un nemico (per quanto inafferrabile).
Insomma, Hollande si è messo a fare cose di destra (non da ora), e così ha fatto vincere Marine Le Pen. Non c’è molto da sorprendersi:tra una destra ‘finta’ e una vera, gli elettori preferiscono l’originale. Ci mancherebbe.
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