Arte

Da Wu Dinh, l’ultimo resistente della fotografia analogica

11 Luglio 2015

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Siete tra quelli che hanno nostalgia della fotografia analogica? Rimpiangete l’epoca delle pellicole, dei negativi, delle fotografie stampate e inserite negli da album da sfogliare insieme a parenti e amici? Al 72 di avenue des Gobelins, nel tredicesimo arrondissement, in piena chinatown parigina, c’è un posto che fa per voi. Benvenuti al Photo Ciné Gobelins, l’ultimo bastione della resistenza della fotografia alla vecchia maniera. Benvenuti, anche se difficilmente riuscirete a entrarci più di due per volta.

Il Photo Ciné Gobelins è l’universo della fotografia analogica racchiuso in quindici metri quadrati. Macchine fotografiche di tutte le marche e i modelli, obiettivi della lunghezza focale che preferite, pellicole per tutti i gusti e bisogni, cavalletti da studio e da esterno, filtri e tutti gli accessori possibili e immaginabili del vecchio modo di fare fotografia riempiono tutto lo spazio a disposizione, dal pavimento al soffitto. Giusto dietro la porta d’ingresso, nel solo metro quadrato sottratto al caos, siede il signor Wu Dinh, proprietario del negozio e forza ordinatrice di questo piccolo spazio invaso da vecchi oggetti fotografici.

Alto quanto un bonsai, con un’aria da maestro zen e un paio di occhialoni di metallo dorato poggiati sul naso, il signor Wu Dinh ha cominciato la sua attività nel campo della fotografia 35 anni fa, quando dal Vietnam si è trasferito a Parigi. Abile riparatore di vecchi apparecchi fotografici e profondo conoscitore di tutte le tecniche di ripresa, Wu è anche appassionato di commercio, specie del suo: «la qualità del digitale non arriverà mai a quella dell’analogico – spiega – e io sono il gendarme di questo mercato fotografico. Presto tutti ritorneranno al vecchio modo di fare fotografia e io regnerò da solo senza dividere niente con nessuno». Il piccolo commerciante vietnamita giura di poter soddisfare il 90 per cento delle richieste in campo digitale e, guardando la quantità di materiale accumulato, non si fa fatica a credergli. «Nel mio negozio si trovano rarità della fotografia analogica», racconta, «accessori che nessun altro può avere perché io sono sempre nel business: vendo, compro, riparo e scambio materiale di tutti i tipi, nuovo e usato».

Nato per il commercio, Wu ha una capacità di orientamento impressionante e una gran dote d’oratore. Arrampicato alla sua scaletta di bambù, riesce a raggiungere i punti più alti della sua babele di congegni fotografici e a tirarti fuori il flash a lampada che cercavi – esattamente quello – senza mai smettere di comunicarti il suo pensiero sulla colonizzazione, la reincarnazione, Dio, Karl Marx e la qualità superiore degli orologi da polso giapponesi. Dopo più di un’ora di soliloquio, ecco la spiegazione sull’origine del caos nel Photo Ciné Gobelins: «solo io so come tirar fuori il materiale da queste pile. Se un ladro prova a rubarmi qualcosa crolla tutto». Con Wu Dinh i ladri non hanno scampo. A volte il genio è inversamente proporzionale alla statura.

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