Palermo
Palermo, taxi sharing. Chi lo gestisce e, soprattutto, chi lo controlla?
Cronache del nuovo millennio che contengono storie del vecchio controllo del territorio. Servizio taxi: nel piazzale antistante l’aeroporto i vessati sono non solo gli utenti ma anche i tassisti.
Complice il ritardo di oltre un’ora e mezza di un volo Ryanair, l’arrivo all’aeroporto di Palermo è avvenuto verso l’una e trenta di notte. Troppo tardi per trovare all’interno dell’area aereoportuale un bar aperto. Troppo tardi per usufruire del collegamento in treno o in bus per raggiungere la città. Non resta che il taxi. Fortunatamente anche a Palermo esiste il c.d. taxi sharing, che permette l’uso cumulativo del servizio a un prezzo controllato. Il servizio è attivo dal mese di marzo 2015 e prevede sharing urbano e extraurbano.
Sul sito della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto, con dovizia di particolari sono indicati i termini di fruizione del servizio che indicano come «presso la zona Arrivi, sono ubicati 2 stalli per le autovetture che effettuano il servizio di taxi sharing. Le auto e gli stalli sono facilmente identificabili. La tariffa di 8 euro a passeggero sarà applicata solo al raggiungimento di un minimo di 4 utenti» e, sempre sulla base di quanto indicato, «il servizio Taxi dall’aeroporto è attivo all’uscita dell’Area Arrivi in concomitanza con l’orario di arrivo dei voli». È lecito quindi pensare che questo valga anche per i voli in ritardo soprattutto quando non è più attivo il servizio di treno e bus.
In realtà, all’uscita, i passeggeri in arrivo sono “accolti” da una persona non identificabile che si occupa della distribuzione del servizio taxi annunciando che il servizio di taxi sharing è attivo «fino alle 23, anzi alle 22» e che dopo quell’orario non è attivo (forse) per problemi di sicurezza. Avvisa anche che se non si accede al servizio, da lui controllato, si può sempre rimanere in aeroporto a trascorrere la notte.
Un tassista, che ha preferito conservare l’anonimato, mi spiega che i tassisti, muniti di regolare licenza, non hanno alcuna responsabilità e che, per loro, una corsa vale l’altra e non hanno quindi nessun interesse a non effettuare il servizio di taxi sharing ma questo è quello che sono costretti a fare. Ma chi è l’uomo che controlla l’accesso ai taxi? Un abusivo, racconta sempre il tassista, ma bisogna fare quello che dice lui e aggiunge che sono moltissimi gli abusivi, che sopravvivono proprio grazie a questo controllo illegale del lavoro. Vittime al pari degli utenti, i tassisti subiscono quindi vessazioni da personaggi che dovrebbero essere allontanati dall’aerea.
E tutto ciò accade sotto gli occhi di tutti, anche quelli, forse chiusi dato l’orario, del personale di polizia giudiziaria presente in aeroporto, Polizia di Stato e Guardia di Finanza.
Chi gestisce, formalmente, il servizio di taxi sharing è noto, anche perchè indicato nel sito della Gesap, ma chi lo controlla? A che titolo?
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