Giustizia
Mafia catanese, scacco agli Ercolano. Geotrans: dalla confisca alla rinascita
‘La legalità viaggia con le aziende confiscate’. È questa la scritta che campeggia sui mezzi dell’azienda di trasporti catanese Geotrans, sottratta alla mafia nel 2014 e oggi virtuoso esempio di impresa sana e vitale. Un traguardo raggiunto grazie al coraggio di chi, come Luciano Modica, indossando i panni di amministratore giudiziario, poi amministratore unico e oggi presidente del consiglio di amministrazione dell’attuale forma societaria cooperativa, ha lottato contro la chiusura che inizialmente pareva inevitabile. Ma anche grazie alla lungimiranza dell’allora presidente CNA Fita, Cinzia Franchini, che ha visto prima di altri le metastasi mafiose anche all’interno delle associazioni di rappresentanza; e grazie, soprattutto, alla scommessa di una grossa realtà imprenditoriale cooperativa – Coop Alleanza 3.0 – che ha teso la mano a un’impresa appena liberata dai tentacoli della criminalità organizzata affidandole una grossa fetta di lavoro, tanto da diventarne la principale cliente.
Questa storia a lieto fine è raccontata nelle pagine di un volume in uscita in questi giorni per le Edizioni Pendragon. ‘Si può fare. Geotrans, storia di un’azienda confiscata alla mafia’, l’autore è il giornalista Giuseppe Leonelli. Una storia attuale anche alla luce della recentissima sentenza di Appello Caronte e alla concessione degli arresti domiciliari decisa dalla Corte di Appello di Catania per Enzo Ercolano, in carcere dal 2014 (i termini di custodia cautelare scadevano il 20 novembre 2020) e risultato positivo recentemente al Covid.
Attraverso la ricostruzione dei fatti, dalla primavera del 2014 ad oggi, una serie di interviste ai protagonisti di questa vicenda e un’analisi a più largo respiro dedicata all’economia siciliana e all’economia di mafia, il libro offre un coinvolgente racconto di coraggio e di riscatto sociale. Ma anche uno spaccato di quella piaga che ha fatto dell’Italia un Paese meno libero e meno sovrano.
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