Palermo
In C: se l’altro è un moltiplicatore di libertà
Palermo. Nell’edizione di quest’anno il Mercurio Festival di Palermo, diretto da Giuseppe Provinzano, ha felicemente scelto come spettacolo di chiusura una coreografia che, nella sua luminosa e ipnotica bellezza, è destinata a diventare un classico della danza contemporanea. Si tratta di “In C” il format di danza che la coreografa tedesca Sasha Waltz ha elaborato nel periodo del Covid (nel 2021) e, grazie al lavoro concreto di Micahl Mualem, sta trovando negli anni diverse interessanti concretizzazioni site specific in giro per l’Europa. Raccontiamo dello spettacolo che si è visto il 30 settembre scorso nello Spazio Tre Navate dei Cantieri culturali della Zisa, con in scena le danzatrici performer Nives Arena, Beatrice Biondi, Giorgia Briguglio, Agnese Canicattì, Noam Carmeli, Laura Cossignani, Andrea Juanena, Simona Miraglia, Ofek Mualem, Delia Priola, Arabella Scalisi, Anna Strusi e i musicisti Salvatore Gorgone, Marco Agozzino, Sara D’Amato, Enrico Sangiorgio, Giuseppe Biondo, Coralie Camuti. Il tutto costruito intorno al celeberrimo e omonimo brano minimalista di Terry Riley datato al 1964. Si è detto sopra: luminosa e ipnotica bellezza ed è un giudizio da confermare anche se, quando si scrive di bellezza in relazione a opere o a spettacoli di arte contemporanea, occorre stare attenti a eliminare rigorosamente dal concetto qualsiasi accenno o residuo di ingenuità. Non raccontiamo infatti di uno spettacolo ingenuo, tutt’altro: si tratta invece di un plot flessibile che accosta l’ipnotica fissità e ripetitività delle cinquantatré figure musicali del capolavoro di Riley ad altrettante figure di danza elaborate da Waltz e che le danzatrici sono chiamate a interpretare, sviluppare e assemblare liberamente in scena, in una tensione creativa, personale e collettiva, condivisa con i musicisti. E – va detto – condivisa anche col pubblico che è assorbito (se non proprio ipnotizzato) dal dispiegarsi prismatico della danza nella musica e nel tessuto coloristico delle luci e dei costumi (rispettivamente di Olaf Danilsen e di Jasmin Lepore). L’idea centrale è di intersecare movimento e spazio, personale, altrui e collettivo, e lasciare che le interpreti costruiscano nuove figure e ipotesi di danza in cui entrare e uscire non appena l’incontro con un’altra persona o un’altra ipotesi di danza ti attrae e trascina via. In altre parole, la fissità dei gesti immaginati dalla Waltz funge non da limite della libertà interpretativa delle danzatrici ma da segno (simbolico o metaforico) e moltiplicatore di libere e infinite potenzialità.
In C. 30 settembre, Teatro tre Navate, Palermo, Mercurio festival (20 – 30 settembre, Cantieri Culturali della Zisa). Progetto speciale in collaborazione con il Goethe-Institut di Palermo. Performance a cura di Michal Mualem. Con Nives Arena, Beatrice Biondi, Giorgia Briguglio, Agnese Canicattì, Noam Carmeli, Laura Cossignani, Andrea Juanena, Simona Miraglia, Ofek Mualem, Delia Priola, Arabella Scalisi, Anna Strusi. Musicisti: Salvatore Gorgone – sax, Marco Agozzino – sax, Sara D’Amato – violoncello, Enrico Sangiorgio – percussioni, Giuseppe Biondo – percussioni, Coralie Camuti – tastiere. Concept e Coreografia: Sasha Waltz. Musica: Terry Riley. Disegno costumi: Jasmin Lepore. Disegno luci: Olaf Danilsen. Concept e Drammaturgia: Jochen Sandig. Crediti fotografici di Nayeli Salas.
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