Musica
Vertical e gli spazi aperti dell’Alpha ep
Me li immagino suonare nella colonna sonora di The Killer Inside Me, oppure cercare dischi surf, psy e jazz all’Amoeba music di San Francisco. Me li immagino all’estero perché, diciamolo pure, pubblicamente l’Italia degli ultimi anni ha parlato poco e male di suoni. E’ nel privato della cantine, degli spazi occupati, dei piccoli esercizi e degli ambienti dove intrepidi domatori di vacuità hanno portato avanti la causa della qualità. L’underground, la spinta dal basso, processi bottom up direbbero dove studio. Quello vero, quello che diverte e alleggerisce, mica le sfide senza senso di chi lo snatura perché deve dimostrare chissà cosa.
I Vertical me li ascolto in auto un lento pomeriggio di tardo maggio andando su a Padova. In corsa scorgo campi brulli a maggese bruciati dal sole, capannoni bianchi a ricordarmi il disprezzo della mia regione per il suo paesaggio. Ho la strada battuta a lato da filari di alberi fautori d’ombra sonnecchiante. In questi spazi naturali mi sento a casa, mi sento il caldo addosso come un fido compagno di bevute pronto a supportare i miei pensieri più reconditi. E tutto questo lo ritrovo senza faticare troppo nel quarto brano dell’ep Alpha: Black Blood.
La band è entrata da poco nel roster di Dischi Sotterranei e ha già dimostrato il suo temperamento. L’uscita dell’ep oltre a morriconiane memorie porta spruzzi di jazz, elettronica psichedelica dentro un’esperienza d’ascolto completa, per certi versi complessa ma mai difficile. Ammetto duramente di essermeli persi al Sub Cult festival 2016, arrivando troppo tardi. Di certo nel li perderò a Sherwood.
Vorrei spendere due parole proprio per il Sub Cult organizzato dai Sotterranei. Le impressioni di quest’anno confermano la bontà del lavoro dei 2 anni precedenti, dalla valorizzazione dello splendido Parco Europa alla scelta delle line up delle tre serate. Il valore aggiunto al 2016 è il consapevole sentirsi a casa in uno spazio delle propria città, uno spazio verde che si sente vicino per un uso culturale e libero, senza fredde brutture. Fa bene al cuore e all’umore.
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