Musica
La brezza estiva dei Mediterranea Nadir, intervista alla band
Mille dei Mediterranea Nadir si apre con Vicina, una canzone che probabilmente dimostra la cifra della band padovana. Sospesi tra un pop molto soft e tematiche care alla Tin Pan Alley, quello che colpisce è la capacità di scrivere e far suonare nella giusta maniera melodie efficaci.
La presa rapida di queste 9 canzoni rende la prima prova lunga dei Mediterranea un album efficace e adatto ad essere suonato dal vivo. Per fortuna le soluzioni smaccatamente elettroniche e dancerecce, tipiche di certo itpop, vengono accantonate per una verve maggiormente strumentale, dove si può sentire ancora “cosa ci mette” chi suona. Sia chiaro, tutto va bene, ma in questo caso di più.
I suoni sono levigati e tondi, giusto per darne una descrizione e percezione semi fisica, luccicano come un’auto appena lavata e messa in moto, pronta per partire nella gita della domenica pomeriggio sui Colli (Euganei). Il tal senso l’album esce nel posto giusto al momento giusto, ovvero in anni dove finalmente un nuovo pop conquista pubblico, palchi e classifiche. Un pop dove la scrittura è decisamente più personale e meno stereotipata, plasticosa, banale. Per fortuna i Mediterranea sono, per l’appunto, della prima via, e per quanto l’argomento sentimentale la faccia da padrone, non ci sono momenti di “presa a male continua”, ma molta felicità vissuta sotto diversi aspetti. Si sente, in ogni senso, che si sono divertiti a farlo, e che sono tutte esperienze, quelle raccontate, avute a cuore, in cui un pubblico (magari universitario) può ritrovarsi, aka la base del pop.
Tornando sul discorso live, avendo assistito alla release del disco a Parco Fistomba di Padova, confermo che se la cavano bene e tutto scivola come una calda brezza estiva.
Tra una cosa e l’altra, poi, è venuta fuori l’occasione di fare qualche domanda ai componenti della band per conoscere meglio questo nuovo progetto, intervista che trovare qui seguito.
1) Perché avete scelto come nome del gruppo “Mediterranea Nadir”. È molto evocativo e viene da chiedersi i motivi dietro esso.
“Mediterranea” perché vogliamo evocare emozioni ed esperienze del Mediterraneo, la nostra culla. “Nadir” perché è il punto opposto allo Zenit, ricordandoci di esprimere il livello più profondo e introspettivo del Mediterraneo.
2) La produzione spiccatamente pop del vostro primo album “Mille” da dove è derivata? Perché avete scelto questo sound?
Inizialmente i sound dei nostri pezzi erano troppo diversi fra loro: alcuni erano fortemente latin, altri fortemente jazz, altri più indie. Questo perché ognuno di noi arriva da esperienze musicale molto diverse: Eugenio ed Enrico (chitarre e voci) erano molto più influenzati dal cantautorato, mentre Edoardo e Mattia (basso e batteria) venivano da esperienze jazz, latin e funk. Insomma un bel miscuglio. Una volta che è subentrato Eddie (tastierista) abbiamo realizzato che dando una grande presenza di synth avremmo potuto unificare tutto con un sound pop e valorizzare di più le voci, che ora sono ben tre. È stato un lavoro lungo, ma comunque stimolante e che ha prodotto un risultato che ci piace moltissimo.
3) Quali sono gli ascolti che hanno accompagnato / ispirato la realizzazione del disco?
Principalmente il cantautorato italiano di una volta che vede alcuni grandi nomi come Battiato, Battisti e Venditti. Ma in tutto questo non ci siamo mai dimenticati della nostra origine incline al latin. Ci piace molto la musica brasiliana, artisti come Tom Jobim e Joao Gilberto ci hanno dato tanta ispirazione. Di artisti più contemporanei ascoltiamo molto i Selton. Loro tra l’altro sono nativi del brasile, e la loro musica cerca sempre ispirazione da quella italiana.
4) La tematica femminile e dell’amore è presente in molti dei vostri brani. Al di là del fatto che è una tematica che si sposa sempre bene con l’abito pop, c’è un motivo più profondo per questa scelta tematica ricorrente?
Ci piace definirci “malati” d’amore: amiamo innamorarci, amiamo essere innamorati e amiamo l’essere femminile che ci dona questa possibilità. Non riusciamo ad immaginare un nostro brano non incentrato sull’esperienza con una donna, negativa o positiva che sia. A volte ci distrugge e a volte ci fa rinascere, ma comunque sia quel che viene fuori è un nuovo brano. Una nuova storia da raccontare che ci piace ricordare.
5) Scrivete molto per immagini (Novembre Tropicale ad es.) che inserite nei testi delle canzoni, quali sono secondo voi le più forti che avete usato e da che esperienze sono scaturite?
Secondo noi le immagini più forti e dirette sono in “Nostalgia di un Nome”: ad esempio “corpi nudi la tua mano mi veste” o “Dio mio dio mio quanto sei vicina”, sono molto facili e immediate da immaginare. Crediamo siano così forti perché cerchiamo sempre una descrizione aulica della Donna e delle nostre esperienze. Ognuno di noi dà il suo contributo a questo in base a quello che ha vissuto e prova. Diciamo che ci mettiamo passione.
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