Musica
Ground Fest, il rock ‘n roll al Parco Brentella
Dare spazio alla musica della propria zona è fondamentale.
Sembra un concetto scontato ma non cosi tanto, se spesso i luoghi sono pochi e si tende ad essere esterofili. Per questo è importante il Ground Fest, che si tiene sabato 18 e domenica 19 giugno al Parco Brentella, appena fuori Padova.
L’intento della due serate è proprio quello di dare spazio in ogni senso ad una line up di gruppi patavini, cucendoli al tessuto di uno dei parchi verdi più belli della città e all’arte visiva che per natura vi si può legare.
Abbiamo curiosato fra le idee degli organizzatori per capirne meglio la filosofia!
1 – Da dove nasce l’idea di realizzare il Festival al Parco Brentella?
Giorgio: l’idea del festival è nata un po’ a caso, parlando con Nicole e Leonardo che lavorano al bar del Parco Brentella, mentre pensavamo di organizzare una data con l’accoppiata ormai ben consolidata TheMove+Malkomforto.
Dopo svariate birrette si è pensato di coinvolgere anche altre band alla data. Ne apprezziamo talmente tante che ridendo abbiamo ragionato su un festival di 2 giorni, includendo uno spazio espositivo in cui più artisti avessero la possibilità di mostrare le loro opere. Di qui il Ground Fest.
Purtroppo non siamo riusciti ad includere tutte le band che avremmo voluto ma spero ci rifaremo in caso di prossime edizioni.Giulia S.: il parco Brentella è una delle aree verdi più ampie di Padova e in passato è già stato impiegato per eventi musicali o altre iniziative che favorissero la commistione di arti in genere, ci è parsa quindi una location ottimale.
2 – Dare possibilità ai gruppi locali di suonare quanta importanza ha?
Giulia S.: la prima edizione del Ground Fest è nata proprio per dare spazio a band e ad artisti di Padova. Siamo sicuri possa essere un’occasione per dare e visibilità a progetti locali, alcuni in fase ancora embrionale.
Per noi è importante che non vi siano distinzioni tra band di apertura e headliner e che tutti i gruppi abbiano modo di esprimersi in egual misura, rispettando tempistiche comuni.Giorgio: ci è piaciuto molto che ci sia stata una buona risposta da tutti i membri delle band per collaborare attivamente al festival. Ci ha fatto davvero piacere che ci sia cosi voglia di darsi una mano.
Magari è una sensazione mia ma Padova ultimamente è fervente dal punto di vista musicale, anche grazie a tutte le persone che si impegnano attivamente e quasi sempre gratuitamente per fare girare la musica dal vivo.
Personalmente sono davvero contento che, oltre ai membri delle band e agli artisti che esporranno, anche molte altre persone abbiano deciso di darci una mano volontariamente. Spero sarà un festival dove tutti si sentano a casa. Per questo motivo abbiamo preferito pubblicizzare il Ground Fest parlando di persona con tutti quelli che abbiamo incontrato negli ultimi giorni.
Devo ammettere che mi sono parecchio divertito e ci terrei a ringraziare le persone con cui mi sono fermato a parlare che, oltre ad avermi ascoltato con interesse e con il sorriso, hanno spesso poi condiviso l’evento. Credo sia più carino andare ad un festival per il quale, nel limite delle nostre possibilità, ci sia stato un invito personale.
L’idea dei volantini non ci piaceva proprio. Anche se credo una locandina (con la bellissima grafica di Damiano – One Lazuli) me la stamperò e me la incornicerò in camera.
3 – Come si relazionano secondo voi ambiente e musica, ovvero che effetti hanno sugli artisti e sul pubblico? La musica secondo voi come stimola questa espressione?
Giulia S.: non è un caso che il nostro festival si chiami “ground” ovvero “suolo”, di qui la prima scelta di non mandare in stampa flyer o locandine per scopi promozionali. Ciò che la natura ci offre, ossia uno spazio verde intonso, noi vogliamo ricambiarlo risparmiando qualche evitabile spreco.
A mio avviso il punto focale nel rapporto tra ambiente e musica è per lo più l’atmosfera che ne deriva, è evidente che un live in uno spazio chiuso sia estremamente differente da un live all’aperto sia per questioni meramente tecniche che per l’impatto sull’audience.Giorgio: l’ambiente in generale influisce molto sul modo di percepire i live tanto che a volte hanno forme proprio diverse in base alla location. Secondo me nei concerti al chiuso traspare una componente meno “sociale” rispetto ad un concerto all’aperto.
Nei festival estivi vedo una maggiore sensazione di aggregazione e atmosfera festosa tra l’audience e anche tra le stesse band. Si può dire che in questo senso l’ambiente concorra ad aiutare l’aggregazione e l’inclusione.
In termini tecnici è sicuramente più difficile gestire un live all’aperto, specialmente con quattro band sul palco a sera. Ma siamo in buone mani .Per me la musica stimola diverse funzioni mentali assopite, tra cui il gusto della produzione creativa, così come riescono a farlo le immagini ed i dipinti. Per questo abbiamo pensato di organizzare un festival dove tutti potessero trovare la forma d’arte più gradita, per godersi al massimo un proprio momento artistico.
4 – Spendereste qualche parola per presentare la line up?
Giulia. S.: la scelta della line-up è singolare, nel senso che avremmo potuto disporre i gruppi in base al genere per costruire due serate musicalmente “a tema”, invece abbiamo optato per una programmazione variegata, volta a combinare generi musicali diversi tra loro.
Questa idea nasce da un lato dalla voglia condivisa di includere un target misto e curioso, dall’altro per permettere al pubblico di entrare in contatto con delle realtà musicali diverse dal proprio genere.
La prima serata sarà comunque generalmente all’insegna di sonorità più “aggressive” mentre la seconda abbraccerà generi molto diversi tra i quali post rock, cantautorato e pop.Giorgio: vorrei cogliere l’occasione per ringraziare nuovamente tutti quelli che hanno dato una mano nell’organizzazione del festival e le band e gli artisti che si sono resi disponibili per suonare ed esibire.
Vorrei emergesse che il Ground Fest è stato organizzato in maniera autonoma e priva di “etichette”, con il semplice intento di condividere arte e musica.
Le offerte che verranno raccolte il 18 e il 19 saranno devolute interamente all’associazione “La Musica di Angela” ONLUS, che si occupa di portare la Musicoterapia nell’ospedale di Treviso, presso il reparto di Pediatria, per donare un sorriso ai bambini oncologici.
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