Musica

DESCANTÀRSE 2021, la cultura in festa all’Arcella di Padova

12 Luglio 2021

Il lavoro dei piccoli e grandi attori che ogni anno con le loro attività giocano un ruolo fondamentale nella proposta culturale delle città è stato intaccato dalla pandemia. Quelli piccoli spesso vanno ad agire negli spazi dimenticati agendo da fattori riqualificanti, o come ri-attiviazione di rapporti e dinamiche sociali. Questi processi come avvengono? Tramite giornate / serate di incontri e concerti dove la gente ha modo di (ri) esprimere la propria socialità. Dunque, è bello vedere e supportare il loro – letteralmente – ritorno sulle scene.

Codesta breve introduzione è necessaria per presentarvi DESCANTÀRSE 2021, festival dell’associazione Catai che si tiene a Padova, al Parco Piacentino (via D.Piacentino 27) dal 14 luglio al 18 luglio 2021. Il quartiere interessato è l’Arcella, punto focale della sviluppo urbano della città del Santo, diventato con le sue ricchezze e problematiche uno dei laboratori di sviluppo urbano chiave del contesto patavino, possibilità che grazie a festival quali Descantarse vengono prese e guidate positivamente verso un futuro stimolante, creativo ed inclusivo per tutt*.

Le attività in programma sono varie, ma vi consiglio per sensibilità personale i live di Malkomforto, Queen of Saba e la proiezione del film “Senza voce – La storia di Stregoni”. Per il resto, ecco il Programma completo all’Evento Ufficiale.

Ho intervistato per l’0ccasione il team del Catai così da raccontarvi meglio l’evento, buona lettura!

Com’è nato il concept dietro Descantarse festival? Ce lo potete descrivere?

Il Descantarse è il festival dello spazio sociale di cui facciamo parte, il Catai. Per noi fare un festival estivo come questo ha diversi significati: uscire dal nostro spazio ed arrivare in altri luoghi, raggiungendo molte più persone di quelle che possono venire al Catai; costruire dei momenti di socialità e discussione politica in cui incontrarci, riconoscerci e per l’appunto risvegliarci (il significato di Descantarse in dialetto veneto). Un risveglio che per noi acquisisce senso quando collettivo e indirizzato al desiderio di agire per trasformare la realtà. Quindi il Descantarse è un festival culturale, musicale e politico che vuole avere l’ambizione di aprire spazi di dibattito e relazioni per immaginarci insieme un futuro migliore.

Il Catai è un collettivo che porta avanti da quasi 6 anni attività culturali e di mutualismo in città, il nostro agire vuole contribuire allo svelamento e al cambiamento delle condizioni di oppressione e sfruttamento che le persone vivono sulla propria pelle. Il Descantarse mantiene tutte queste cose dentro di sé e vuole esserne un precipitato oltre che un momento di gioia collettiva, oggi così rara.

Questo festival è ora alla sua terza edizione, la prima è stata nel 2017 e da allora moltissime cose sono cambiate, anche noi siamo sia cambiati/e che cresciuti/e. Ciò che rimane uguale, e che la pandemia ha solo sottolineato maggiormente, è la voglia di mobilitarci, di partecipare attivamente, di lottare insieme per un mondo più giusto e libero per tutti/e. Ovviamente questo, come molti in tutta Italia, proviamo a farlo ogni giorno, nelle attività quotidiane che portiamo avanti, nelle mobilitazioni cittadine e nazionali, nelle nostre singole vite.

Come avete deciso di delineare le serate? La musica è varia e anche le attività.

La cosa più importante per noi nel decidere come comporre il programma è stato tenere a mente alcuni dei temi su cui pensiamo sia necessario aprire più spazi di confronto possibili oggi. Temi che ci riguardano da vicino, forse ancora di più ora dopo l’emergenza sanitaria e con la crisi sociale ed economica che stiamo vivendo e che continuerà ad aggravarsi, con delle serie conseguenze sulle vite di molti/e. Temi come il lavoro, la situazione in Italia e Europa dei richiedenti asilo, l’oppressione di genere e dei generi, il tanto acclamato PNRR per far ripartire l’Europa dopo questa pandemia, la città nella quale viviamo ogni giorno e le sue molteplici contraddizioni. Queste sono alcune delle linee su cui si muoveranno i diversi dibattiti pomeridiani. Per quanto riguarda le scelte musicali ed altri momenti di attività (teatro, cinema e dibattito) abbiamo cercato di invitare soprattutto artisti e realtà del territorio, cercando di diversificare musicalmente il più possibile le serate. L’obiettivo era quello di creare una proposta il più possibile varia e allo stesso tempo di accogliere dei progetti in sintonia con lo spirito del festival. Ad esempio siamo molto felici di poter ospitare la proiezione e la presentazione del film sul progetto Stregoni di Johnny Mox. Tuttavia, per noi è stato importante anche contattare artisti emergenti così da promuovere dei nuovi progetti che secondo noi meritano di avere attenzione, infatti affianco a realtà già conosciute come gli Storm{O} ci saranno anche Yayanice e Queen of Saba. Inoltre, il festival è interamente gratuito e questo rientra nell’ottica di una fruizione culturale che si vuole libera e accessibile a chiunque.

Foto dall’edizione 2018

Il festival avverrà al Parco Piacentino, come avete scelto questo posto?

Le scorse edizioni si tenevano in un altro parco ma nello stesso quartiere, l’Arcella. L’Arcella è un quartiere molto popoloso e popolare soprattutto in alcune zone, molto chiacchierato sia da destra che da sinistra ma con retoriche diverse. La realtà dei fatti è che come molti quartieri fuori dai centri storici delle città l’Arcella è in parte un quartiere dormitorio con pochi servizi per la cittadinanza e soprattutto un quartiere popolare anche per i suoi prezzi più vantaggiosi in molte zone. Questo lo ha reso negli anni un quartiere multietnico e molto vivo, in cui noi abbiamo svolto nel tempo diverse attività sociali e politiche. Abbiamo alla fine deciso di fare il festival al Piacentino, nello stesso parco in cui l’anno scorso abbiamo organizzato alcuni incontri culturali e un cineforum.

Organizzare un festival nel 2021 non è una delle cose più facili: quali difficoltà avete trovato e come le avete superate?

Uno dei problemi è stato sicuramente rimandare la scelta di fare il festival solo nel momento in cui si è stati certi che la situazione covid lo permettesse. Questo ha significato aver poco tempo effettivo per organizzarlo. Inoltre, essendo noi una realtà che si auto organizza anche sul fronte finanziamento abbiamo avuto delle difficoltà. Come moltissime altre realtà sociali non abbiamo potuto svolgere le normali attività di autofinanziamento nell’ultimo anno e mezzo, se non nel periodo estivo che permette maggiore libertà stando all’aperto. Allo stesso tempo però ci sembrava necessario farlo dopo la solitudine che abbiamo vissuto tutti/e nell’ultimo periodo, per costruire momenti di socialità finalmente in presenza. Alla fine ci siamo buttati con la volontà di fare un festival indipendente, gratuito e accessibile a tutti/e. Un po’ alla volta il festival ha preso forma grazie alle menti e le mani di moltissimi/e di noi e altri/e che ci seguono e conoscono. Adesso non ci manca che iniziare davvero e noi siamo emozionati/e!

Grazie al team per il tempo dedicato, ci vediamo al Parco Piacentino!

0 Commenti

Devi fare login per commentare

Login

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.