Letteratura
Crescere a distanza, l’esordio di Mirko Albini fra narrazione e maturazione
Crescere a Distanza è il libro d’esordio di Mirko Albini, giovane scrittore cresciuto in provincia di Padova, ad Abano Terme. La passione per il territorio naturale e i legami importanti, in particolare quello familiare, lo ispirano nel provare a scrivere la sua prima raccolta di narrazioni, unite da un filo conduttore comune.
L’opera, sulla base di un padre in prigione, rilega con cura i racconti che il genitore scrive al figlio, per poterli leggere nelle poche ore assieme e trasmettere i valori necessari alla maturazione del ragazzino.
Quello che colpisce ad una prima lettura sono le immagini evocate dalle parole scelte, trasformando la progressione delle storie in un autentico “film mentale”. Questo è aiutato dalla fantasia “semplice” di Mirko, ben abbinata alla forma diretta e limpida usata. Evitando la solita definizione di “libro per ragazzi” e scavando più in profondità, durante una seconda lettura, ci si rende conto che questa semplicità è la chiave del valore di Crescere a Distanza.
A fronte dell’uso di classiche figure dell’infanzia, quali cowboy, pirati e pagliacci, la semplicità è la soluzione per riuscire a far arrivare il lettore all’essenza dei valori trasmessi, bucando la dura scorza che ahimè crescendo a volte si crea. Il lettore può identificarsi nel ruolo del ragazzino per riscoprire valori perduti, sporcati o appannati dalle difficoltà.
L’altra funzione educativa è rappresentata dall’occasione di incontro e dialogo padre-figlio che viene a formarsi naturalmente. Non bisogna sempre leggere da soli! Questa volta è il caso di apprezzare e parlare assieme dei protagonisti, dei luoghi, delle avventure e dei significati compresi.
Crescere a Distanza lo si premia per la fantasia (Il Puzzle della Vita) e la struttura (Ma il Sole Tramonta Sempre) ma in particolare per il concetto di crescita che, alla fine, regala: grandi o piccoli, non si finisce mai di imparare (e immaginare).
Ho avuto piacere di scambiare con Mirko qualche impressione sul libro, augurandomi possa essere un’ulteriore stimolo alla sua lettura.
1) Essendo la tua prima pubblicazione, come è nata la voglia di scrivere un libro?
La voglia di scrivere è nata in me pari passo alla voglia di leggere, in più è stata un modo per mettermi alla prova: riuscire a mostrare alle persone un altro lato di me che esce attraverso la scrittura. Ovviamente come ogni scrittore che decide di pubblicare un libro c’è una piccola e sana spinta egocentrica.
Scrivendo mi sento libero di comunicare ciò che sento realmente senza alcun timore.
Questo mio primo libro nasce con un insieme di racconti uniti in seguito per comunicare con le nuove generazioni tenendo però uno stile semplice e personaggi tradizionali. Sono anche stato spinto da alcune persone a fare ciò, senza di loro il mio libro sarebbe finito come tanti altri sogni in fondo ad un cassetto.
La mia passione è anche un modo per evolvermi e non restare fermo ma realizzarmi o almeno provarci.
Il mio libro dimostra che ognuno di noi può coltivare le proprie passioni, bisogna unire il ciò che si deve fare al ciò che si vuole fare.
2) Cosa ti ha ispirato nel decidere di raccontare il rapporto padre-figlio?
Per prima cosa lo dovevo ad una persona che è mancata prematuramente.
Arrivato a trent’anni inizi a guardarti attorno e vedi tanti tuoi coetanei già padri, inizi a porti la domanda di come sarai un giorno con un figlio da educare.
Una volta giudicavo le nuove generazioni poi un giorno una persona mi ha fatto capire che è inutile lamentarsi senza agire in prima persona: per questo ho creato il rapporto tra padre e figlio in base a come io un giorno vorrò educare il mio.
I giovani d’oggi saranno i padri di un domani quindi ritengo importante tramandare valori che a loro volta tramanderanno ai propri figli.
3) Pensi che la lettura possa migliorare questo legame, e se si in che modo?
Sicuramente. Padre e figlio sono due anelli di una catena e la lettura è l’intreccio che si forma tra essi.
Di solito la lettura tende a isolarci, il mio intento è quello di creare un’attività che il genitore possa fare con il figlio trasmettendo i propri valori in modo creativo. Basterebbe prendersi un’ora al giorno con i propri figli, sederli sulle ginocchia, spegnere la televisione e raccontargli una storia. Troppo spesso, ai giorni nostri, i genitori stanchi dal lavoro e dalla vita frenetica lasciano i figli in balia di programmi televisivi che non hanno nulla di buono da insegnare. Sarebbe utile rallentare un po’ i ritmi e usare il poco a tempo a disposizione per le cose che valgono.
Questo libro non è indirizzato ad una sola fascia di età bensì è rivolto a tutti, credo lo si possa leggere più volte a distanza di anni così da poter cogliere significati sempre diversi.
4) Su quali valori hai voluto puntare e come hai scelto di trasmetterli nei racconti?
Con ogni racconto ho voluto trasmettere dei valori tra cui l’amicizia, il rispetto, l’amore, il coraggio e l’umiltà in modo chiaro e semplice attraverso storie che colpissero l’immaginazione del ragazzo. Ho scelto personaggi tipici di storie a loro volta a noi tramandate.
Ho puntato molto sull’importanza del viaggiare come crescita personale, sull’uguaglianza e sul timore del diverso sottolineando come solo dall’unione di più realtà nasce qualcosa di nuovo altrimenti si rimane immutati.
Sono temi di cui se ne è sempre parlato e sempre se ne parlerà rendendoli quasi ovvi, cosa che invece non deve assolutamente accadere. L’assuefazione ci rende insensibili ed è pericolosa. Non voglio che un giorno mio figlio nel sentire che un ragazzino ha picchiato il compagno magari solo perché è di un’altra etnia rimanga indifferente.
5) La tua scrittura è molto visiva e simbolica: dettagli di vita assumono significati importanti. Come nasce questo stile?
Volevo fare in modo che le mie frasi prendessero forma facilmente, per questo ho scelto uno stile molto visivo. Non mi sono soffermato molto sulle descrizioni dei paesaggi e dei personaggi appositamente per rendere la scrittura scorrevole e per far arrivare velocemente al senso di ogni racconto. Ho scritto in modo semplice appositamente per farmi capire da tutti e per diminuire le distanze create dai cosiddetti “paroloni”.
Ho scelto di inserire molti simboli perché ritengo che abbiano molto impatto sul lettore.
Ogni racconto è una storia a se e si può leggere anche singolarmente, ho provato a sperimentare uno stile originale che usasse una storia come cornice per i miei racconti.
6) Il senso del tempo che scorre rapportato alla crescita e al dialogo, ha anch’esso un ruolo fondamentale nella storia e nei racconti. Dunque, come pensi che il dialogo fra genitore e figlio migliori la crescita comune di giorno in giorno?
In questo libro la sensazione del tempo è quasi palpabile perché è un tema che ritengo molto importante, ad oggi se ne ha sempre meno quindi ogni singolo minuto bisogna sfruttarlo al meglio. Dave (il padre) ad esempio dispone di molto tempo essendo in carcere ma la sua vita si sintetizza in quegli istanti che passa con il figlio, lui vive veramente solo quei pochi attimi. Pertanto non è la quantità di tempo passata insieme ad essere importante ma la qualità.
Con il tempo libero bisogna fare ciò che ci piace e non sprecarlo, perché è quando non se ne ha che si apprezza la sua importanza. La qualità del tempo per noi è tutto perché distingue una vita spesa bene da una spesa male.
Assieme all’autore è stato deciso di presentare i racconti sotto una vesta diversa dal solito, abbinando ad ognuno una canzone in tema che potrebbe accompagnare o seguire la lettura. Ecco la playlist!
1) Lacrime di Ghiaccio: Solitude (Black Sabbath)
2) Il Puzzle della Vita: Time (Pink Floyd)
3) Il Pagliaccio che non Sapeva Ridere: Il Pagliaccio (Cesare Cremonini)
4) Ma il Sole Tramonta Sempre: Per Un Pugno Di Dollari (Ennio Morricone)
5) Un Povero Principe: Earth Song (Michael Jackson)
6) Un Fantomatico Tesoro: The Devil’s Reach (The Jolly Rogers)
7) Un Amore in Gabbia: Hello (Lionel Richie)
8) Un Bagaglio Fatto per Strada: Iron Sky (Paolo Nutini)
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