Musica

Berselli e Gramlines live al Mame, 16 aprile 2016

17 Aprile 2016

Le mattine che seguono i concerti amo passarle a letto col caffè e qualche disco che mi ricordi la sera prima. Oggi va Wild Horses degli Stones: lo show di Pietro Berselli più Gramlines è stata una cavalcata senza regole.

Dance to the Underground assieme a Parklife. L’occasione è il compleanno dell’etichetta Dischi Sotterranei e il saluto a tempo indeterminato di una della band fondatrici del collettivo Sotterranei.

La serata ha il sapore dei punti di vista e di chiusura di un ciclo. Tutto di per sé è positivo e Padova sa ancora di quella primavera matura, giusta per essere spremuta verso qualcosa di nuovo. Giusta per attende il Sub Cult festival atto #3 in arrivo anticipato a maggio.

Entro al Mame club e saluto un po’ di gente, prendo la mia Tennent’s di rito e aspetto l’inizio dei live. Sono da solo in mezzo a una realtà che sento mia per quanto inesperienza e ignoranza possano accompagnarmi ancora oggi. Mi sento un po’ a casa fra queste mura. Alla fine la musica non è anche questo?

Sabato 16 aprile è pure il Record Store Day, festa internazionale dei negozi di musica indipendente. Mi piace, ma è un po’ come San Valentino. Volere bene lo si fa sempre, in mezzo ai casini, non serve un giorno particolare. Difatti il mio RSD è stato lunedì scorso con complici gli Stone Roses. Ma vabbè, il pensiero finale è che è i dischi è bello prenderli dopo essere andati ai concerti, sennò mancherebbe quel senso di vissuto necessario a dare loro spessore. A tal proposito e senza dilungarmi ulteriormente, consiglio 9 Song, film dove viene resa giustizia al valore dei live.

Inizia il Signor Berselli con band al completo, è la prima volta che lo vedo. L’ho sempre lasciato da parte senza intenzione e rimango colpito dallo smalto datosi sul palco. La registrazione mi rende 1/4 di lui con chitarra in mano e barba al vento. Toni assai più accattivanti e decisi. Suona qualche inedito in lavorazione per il disco ufficiale e termina con la cover di Pensiero Stupendo. Il romanticismo acido, distorto rende perfettamente l’idea di come io vivo i rapporti e sento mia l’esibizione dell’inizio alla fine. Debole (Senza Regole) mi lascia un buco allo stomaco di imbarazzo esistenziale che duramente leverò nel resto della notte. La fragilità di cui parla senza regole è una scheggia impazzita che Pietro riesce a contenere. Sto imparando.

Scende un po’ di nostalgia pensando di scrivere sui Gramlines. Bravi ragazzi, se leggete davvero bravi. Ve lo dico cosi semplicemente. Non c’è espressione più diretta, credo, per descrivere lo sfogo liberatorio del pogo sotto la doccia di note prese da Coyote Ep e brani fratelli. Ho avuto piacere di sentire i loro pezzi in acustico nel periodo di collaborazione con RadioBue e ascoltarli sganciati sulla folla mi ha donato un senso di completezza. Quante sfaccettature può avere una canzone, quante!

C’è un momento particolare che ho fissato: i ragazzi immersi in una nuvola di fumo violaceo, accaldati e accesi alla stessa maniera del pubblico. Quando parlerò di connessione, rispetto, scambio reciproco di energia tra palco e spettatori porterò questo ricordo. Buon viaggio.

Gramlines
Gramlines

Scendo di barometro emotivo a fine esibizione e punto diretto al bagno. Scorrono ancora i ricordi degli ultimi anni: del periodo radiofonico, di tutte le esperienze vissute e le persone conosciute. Sto bene, so che nella mia cronica goffaggine ho fatto qualcosa di buono. Spero. Ho imparato a dare un pezzo di cuore a questa musica, adesso sto imparando a darle l’altro.

BandCamp GramlinesBandCamp Berselli

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