New York
E dopo New York, oggi le sardine si incontreranno a San Francisco e a Washington
Le sardine Atlantiche sono diventate anche Pacifiche. Nate da sole due settimane a New York, si stanno allargando repentinamente a macchia d’olio in altre realtà e luoghi importanti degli States, approdando anche in California. Oggi gli italiani della costa Pacifica, infatti si ritroveranno a San Francisco, presso il South Beach Cafe.
Ma non saranno i soli. Anche a Washington D.C. le sardine italiane faranno sentire la loro voce e le loro grida di democrazia al Dupont Circle.
La prova dell’altra settimana a New York, ha dato i suoi risultati, tanto da far nascere una piattaforma di riferimento per tutta la costa atlantica. “Dal primo giorno in cui ci siamo incontrate, abbiamo continuato a lavorare attraverso i canali social, Facebook, Instagram e Twitter, per creare una comunità transnazionale, transgenerazionale, diversa, inclusiva e senza confini”.
C’ero anch’io sotto la pioggia battente del 24 novembre a Washington Square, la prima prova all’estero dopo Bologna. Si è capito subito che non bisognava fermarsi. Che non ci si poteva fermare. Che è necessario andare avanti, per far sentire la voce anche da fuori. “Se ne devono fare tutti una ragione se il movimento delle sardine è diventato anche globale e suscita simpatie nei Paesi che ci ospitano”, commentano così le tante persone che hanno dovuto abbandonare l’Italia per diverse ragioni.
Come avete iniziato? Tutto è nato neanche un mese fa, da un post su facebook di Michela, che aveva scritto: “Conosciamoci, confrontiamoci, condividiamoci”. Tre parole, che hanno dato subito vita all’onda atlantica, con le risposte di Martina, Ilaria, Simona, Carmen, Annalisa, Arianna e poi di tutti gli altri presenti lì in quel freddo pomeriggio di pioggia. “Oggi, partendo da una cornice comune di antifascismo, anche noi qui, vogliamo proporre un’immagine di un’Italia diversa rispetto a quella che hanno fatto vedere negli ultimi tempi. Con la consapevolezza di non essere più né soli, né pochi.”, dicono questi ragazzi che hanno ritrovato la dignità appannata da scelte politiche del passato, che hanno fatto molto discutere e di cui in qualche modo ci si vergognava anche. Il termine sardina gli piace molto. Un termine semplice e raramente usato e che “pochi si sarebbero immaginati che avrebbe acquisito sfumature inaspettate di impegno e intraprendenza. Eppure, le sardine si sono unite in poco tempo e, insieme, si stanno addentrando nel mare più profondo per sfidare gli squali d’odio, fascismo, razzismo, intolleranza e discriminazione”.
Insomma se qualcuno sperava che tutto sfumasse e che il movimento fosse ai titoli di coda, con le sardine in un piatto pronte per essere cotte, mangiate e buttate via… beh, si sbagliava e si sbaglia di grosso. Le sardine ci sono e stanno diventando davvero tante. E si stanno stringendo sempre più tra loro. Tanto strette che il 14 dicembre, in concomitanza con la grande manifestazione di Roma, anche da qui, vogliono far sentire la loro solidarietà globale riunendosi di nuovo a New York, sotto la statua di Garibaldi, alla Washington Square Park, alle 3 del pomeriggio. E a Boston. Poteva mancare la bellissima e attivissima comunità italiana della più grande città del New England? L’ appuntamento per loro è presso il Boston Common, alle ore 11.30 del mattino. E di nuovo le sardine pacifiche si incontreranno la mattina intorno alle 10, presso la Mission Dolores Park.
La prova di New York dunque è riuscita. Persone che mai si erano conosciute e incontrate prima di allora e che sotto la statua di Garibaldi, oltre a scambiarsi esperienze e sorrisi, hanno cantato a squarciagola, tra le simpatie di chi li ascoltava senza capirci nulla e neanche il perchè di questa ritrovata gioia, Bella Ciao: “ lanterna della nostra memoria, della liberazione dal fascismo e della nostra Costituzione”, intenerisce, commuove e fa proseliti.
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