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Premio Pulitzer: New York Times e Reuters premiati per i racconti su Gaza
Tra le 15 categorie di premi, un riconoscimento per la “cronaca internazionale” viene tributato al più importante quotidiano americano per il servizio continuo di cronaca offerto dallo scorso 7 ottobre con l’attacco di Hamas ad Israele. Premi conferiti anche alla testata Reuters per la categoria “Breaking news photography” con i suoi reportage delle prime settimane di operazioni militari dell’esercito israeliano nella striscia di Gaza e per la categoria “cronaca nazionale” per le inchieste su Elon Musk
New York- Sono stati assegnati, a New York, i vari riconoscimenti relativi al prestigioso Premio Pulitzer, istituito nel 1917 e dedicato al giornalista ed editore Joseph Pulitzer, che prevede 15 categorie, amministrate dalla Columbia University di New York e che include anche quelle riguardanti il mondo della musica, della letteratura e del teatro.
Per questo 2024, tutto è stato incentrato sulla guerra nella Striscia di Gaza. Al New York Times nella categoria “cronaca internazionale” è stato conferito il premio per i servizi offerti in occasione dell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, in particolar modo per aver narrato quali falle si fossero palesate all’interno del servizio di intelligence israeliano e quali errori fossero stati commessi nella riposta militare dello stesso Israele. Un riconoscimento assegnato ugualmente, sebbene il 23 ottobre 2023 il Times avesse rettificato a firma dei suoi editori, parti del racconto dell’attacco e contrattacco, ammettendo di aver profuso poca attenzione nel verificare alcune informazioni ricevute dagli esponenti di Hamas, probabilmente offrendo una versione non molto precisa degli accadimenti.
Due premi per le categorie “Breaking news photography ” e “Cronaca nazionale“anche per la testata Reuters, con i suoi reportage sull’ attacco di Hamas nei primi giorni di operazioni militari israeliane e per le sue inchieste sugli affari di Elon Musk (patron di Tesla), nell’ambito automobilistico e aerospaziale. Un tributo nella stessa categoria, quella della cronaca americana, anche per Washington Post, in merito agli approfondimenti relativi alla diffusione del fucile semiautomatico AR-15 negli Stati Uniti.
Migliore cronista investigativa, invece, è stata eletta Hannah Dreie, firma del New York Times. La redattrice ha infatti realizzato un’inchiesta su un tema molto delicato e scottante qual’è quello dello sfruttamento dei minori migranti nel mondo del lavoro americano. Nella categoria “Giornalismo di servizio pubblico“, il Premio Pulitzer è stato assegnato ai giornalisti di ProPublica, Joshua Kaplan, Justin Elliott, Brett Murphy, Alex Mierjeski e Kirsten Berg, per aver smascherato un vero e proprio sistema di tentata corruzione di alcuni uomini influenti nei confronti dei giudici della Corte Suprema statunitense, offrendo regali di lusso e viaggi per pilotare la composizione dei loro codici di condotta.
Nella categoria “Explanatory Reporting”, ovvero il giornalismo che spiega le cose,è stata premiata Sarah Stillman, del New Yorker, per i suoi servizi riguardo alle condanne per omicidio volontario negli States, e sulla ingiusta detenzione di migliaia di afroamericani per reati non commessi.
Per la cronaca locale, invece, “Local Reporting”, hanno vinto Sarah Conway del City Bureau e Trina Reynolds-Tyler dell’Invisible Institute per le loro inchieste su come la polizia di Chicago operi nei casi di persone scomparse, adottando spesso e volentieri condotte negligenti soprattutto nei confronti di donne di colore.
A Katie Engelhart, collaboratrice del New York Times, va il riconoscimento per la “Feature Writing“, cioè storie e approfondimenti, nello specifico circa gli ostacoli legali e personali incontrati da una famiglia con una donna anziana affetta da demenza senile.
Il giornalista e attivista russo Vladimir Kara-Murza, collaboratore del Washington Post, risulta il miglior cronista nella categoria “Commentary”, ovvero categoria delle opinioni, per i suoi scritti nei giorni della prigionia al tempo della repressione del diritto di informazione attuata da Vladimir Putin.
Il riconoscimento alla Critica, invece, va a Justin Chang, critico cinematografico del Los Angeles Times, mentre quello per gli Editoriali a David E. Hoffman del Washington Post, per i suoi articoli sulle nuove frontiere della tecnologia.
Infine, nella categoria “Reporting and Commentary “, cioè reporting e opinioni illustrate, vince Medar de la Cruz, collaboratore del New Yorker, per il suo racconto illustrato riguardo alla vita dietro le sbarre del carcere di Rikers Island, a New York.
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