Musei

Viaggi piccolissimi – A Napoli con Buren per i dieci anni del Madre

25 Ottobre 2015

In un momento difficile per Napoli, dove si acuiscono le guerre tra capizona e le vittime e i carnefici hanno un’età che dovrebbe essere la meglio gioventù, una mano di salvezza è rappresentata dalla ripresa di un fermento culturale che fa da contraltare all’orrore col passaggio in città di artisti del calibro di Daniel Buren.

Il Museo Madre ha infatti scelto, per festeggiare il decennale di attività, ancora una volta l’artista francese per un nuovo intervento in situ tra impalcatura e realtà: axer /désaxer. Si tratta di un’opera molto scenografica, come si conviene alla grande tradizione teatrale napoletana, ma poco architettonica: non un chiodo è stato piantata nel muro del museo per questa installazione all’ingresso che trascina la strada all’interno, riproducendone le sembianze in un alternarsi di strisce bianche e nere, marchio di fabbrica dell’artista.

Fedele alla sua concezione di arte in situ, in simbiosi con il luogo che la ospita e piccola polemica nei confronti dell’arte globalizzata, la striscia rappresenta la faglia, la divisione tra la parte sana e malata, così come la tenda, primo elemento che si incontra nell’ingresso al museo, altro non é che il sipario, materializzazione della teatralità folcloristica cittadina.

Altro elemento della contestualizzazione è la scelta del giallo, colore radicato nell’esperienza della città che rappresenta la solarità, la fertilità, e che trova nel tufo, pietra solida eppur leggera, il protagonista principale di un’architettura magmatica.
La sintesi cromatica e scenografica si riflette nella parte dell’opera totalmente costituita da specchi: sintesi immaginaria, riflessiva, tra il reale ed il suo rovescio, concretezza e possibilità, evidenza e potenzialità.

Oltrepassato l’ ingresso ci si immette subito in un’altra opera di Buren, Comme un jeu d’enfant, la stanza della possibilità, dei giochi, che altro non é che la realizzazione dell’ idea che Picasso ha dell’ opera d’arte, quella che coniuga la semplicità di un bambino con la consapevolezza di un adulto. Inoltrandosi nell’installazione, il visitatore si ritrova di fronte a una realtà in potenza, fatta di cerchi ipnotici, archi colorati, torri cilindriche , riproduzione di una città in miniatura, dove nella sperimentazione delle forme si consente ai bambini di ricostruire il reale ed il mondo che li circonda.

Su questa dualità di realtà e potenza, progettualità e cambiamento attraverso la sperimentazione, fluidità e solidità delle forme, si gioca l’idea di un’arte che non si arrocca, ma accompagna il pubblico nella possibilità di dare forma, creare vita, e ricordarsi del cordone ombelicale tra la modernità e la dimensione storica del tessuto urbano.

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Daniel Buren axer /désaxer Lavoro in situ, 2015
a cura di Andrea Viliani, Eugenio Viola
Madre, Napoli Via Settembrini ,7
Dal 10.10.15   al 04.07.16

Orari
Lunedì / Sabato
10.00 – 19.30
Domenica
10.00 – 20.00
Martedì chiuso

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