Costume
Le tradizioni del Natale a Napoli: la città dei mercati del pesce
A Napoli nel periodo di Natale, i momenti importanti sono a tavola, uno di questi è sicuramente la cena della vigilia, la sera del 24 dicembre, una cena generalmente “di magro” a base di pesce.
Già a fine ‘700 e inizi ‘800 il celebre cuoco e letterato napoletano Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, scriveva nel suo famoso “Trattato sulla Cucina teorico-pratica” , pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1837 queste indicazioni:
“Per la Vigilia de lo Santo Natale ce vonne vruoccoli (broccoli) zuffritti (soffritti) co l’alice salate, vermicielli co la mollica de pane e vongolelle o pure zuffritti co l’alice salate, anguille fritte, ragoste vollute (bollite) co la sauza (salsa) de zuco (succo) de limone, e uoglio (olio), cassuola de calamarielli e seccettelle (seppioline), pasticcio di pesce, arrusto de capitone e struffoli”.
Il mercato del pesce, alla vigilia di Natale, è una delle tradizioni più antiche a Napoli.
Una tradizione che va avanti da secoli con i napoletani che nella notte dell’antivigilia di Natale (il 23 dicembre) si recano presso questi mercati, non solo con l’idea di accaparrarsi il pezzo migliore per la cena natalizia, ma anche solo con l’intento di visitarli, farsi una passeggiata come quando si va a vedere un museo di belle arti.
In questi posti, si ammirano le più variegate tipologie di prodotti ittici, .ed il tutto è arricchito dai “canti” dei pescatori e venditori, che “rann’ a vocji”, con grida quasi musicali, decantando le proprie mercanzie
Tra i mercati del pesce più famosi e rinomati nel periodo natalizio puoi visitare il mercato di Porta Nolana, a due passi dalla stazione di Garibaldi e dal porto di Napoli.
E’ il più famoso e caratteristico e che attrae nei giorni in cui viene fatto centinaia di persone, non solo napoletani ma anche stranieri, il mercato del pesce natalizio di Vico Soprammuro, detto anche il mercato ‘ncopp e mura.
Ma da dove prende questo particolare nome? Il mercato è situato lungo una parte della vecchia cinta muraria della città, fatta erigere dagli aragonesi; infatti la famosa porta Nolana, con le sue due torri, non era altro che una porta di accesso alla città per i forestieri che provenivano dai paesi vesuviani.
Qui puoi trovare tutte gli ingredienti per il cenone di Natale dalle orate, alle astici e aragoste, agli immancabili frutti di mare, al capitone e al cosiddetto pezzullo di baccalà. Nella notte della vigilia, tra il 23 e il 24 dicembre , il mercato di Porta Nolana diventa una tappa imprescindibile per chi vuole comprare ma anche per chi vuole solo vivere l’atmosfera natalizia anche attraverso la semplice vendita a notte fonda.
Altra tappa egualmente imprescindibile è il mercato della Pignasecca. Rinomato anche per la tradizione della frutta secca, il mercato della Pignasecca è un’offerta non solo di pesce ma anche di cibi tradizionali natalizi.
Anche alla Vicaria, meglio conosciuto come il Vasto dai napoletani, c’è un mercato del pesce. A ridosso della stazione centrale di Napoli, in tutta la giornata del 23 dicembre, prende vita un mercato di specialità tipicamente natalizie.
Spostandoci da Napoli, approdiamo ad un’altro porto storico sin dai tempi dei greci, quello di Pozzuoli.
Il mercato ittico di Pozzuoli nel periodo di Natale è una tappa fondamentale per gli amanti del pesce, ma anche per chi deve fare acquisti per il proprio commercio o per i ristoranti intenti alle scorte di cucina:
Sulle acque del mare dell’antica Puteoli, si possono trovare tutte le specialità natalizie del cenone napoletano, ma anche particolari specie d’importazione da altri porti d’Italia e non solo.
Ma oltre a questi ci sono altri due porti distinti per le proprie particolarità: Torre Annunziata e Torre del Greco. Qui i mercati offrono la possibilità di acquistare il pesce direttamente in spiaggia o sul molo dai pescherecci per accaparrarsi il pesce più fresco.
Ma a Napoli c’è un mercato del pesce che ha fatto la storia dell’architettura, è quello realizzato da Luigi Cosenza (allora appena laureatosi) tra il 1929 e il 1930. La zona dove sarebbe sorto il mercato è quella del ponte della Maddalena, oggi via Duca degli Abruzzi, attigua al porto e abbastanza vicina alla stazione centrale. L’edificio fu completato nel 1935. Il progetto iniziale, redatto dal Genio civile, era di stile neoclassico. L’opera di Cosenza, estremamente spartana e poco costosa, fu il suo primo esempio di razionalismo a Napoli.
L’edificio è costituito da una grande hall con una struttura in vetro cemento e grandi aperture per garantire l’illuminazione naturale. L’interno è composto da un’ampia sala di contrattazione coperta da una volta a tutto sesto e circondata dai locali destinati ai singoli mandatari. Un piano sotterraneo è costituito da celle frigorifere e depositi. L’ingresso del pubblico è attraverso una grande scalinata posta a nord. Nel 1979 Cosenza propose al Comune un ampliamento della struttura per adeguarla all’accresciuto volume di affari, ma il suo progetto non venne recepito e furono realizzati solo adeguamenti sporadici e non omogenei.
Con la cessazione delle attività dopo circa settant’anni dalla sua apertura, l’edificio del Mercato ittico è caduto in degrado. Il Comune ha negli ultimi anni avviato un progetto di riqualificazione ed è parte della più ampia opera dell’area est di Napoli, integrato nel nuovo Parco della Marinella.
In una sera di febbraio del 2010 il Mercato si animò della spettacolare performance di Vanessa Beecroft, con cinquanta modelle completamente nude e dipinte di nero. L’artista era stata attratta dalla «purezza architettonica del capolavoro di Cosenza», come dichiarò all’epoca.
Il Mercato Ittico potrebbe diventare altro, ora che ha smesso di ospitare i banchi del pesce, sua prima destinazione. È uno degli immobili messi in vendita dal Comune di Napoli, insieme alle Terme e all’Ippodromo di Agnano, per risanare il buco in bilancio e pagare la sanzione di 85 milioni di euro stabilita dalla Corte dei Conti.
Mentre a Torino, tanto per fare un esempio, negli spazi industriali nascono e prosperano attività culturali, ma anche d’intrattenimento e culturali, qui purtroppo è il degrado a saltare agli occhi e in particolare a agli addetti ai lavori che amano il lavoro fatto nell’architettura da Luigi Cosenza, oggi mortificato e abbandonato al suo destino.
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