Costume

Le tradizioni del Natale a Napoli: il cenone della vigilia

22 Dicembre 2019

Ci siamo, Natale è ormai quasi arrivato, manca davvero poco, ma bisogna prima affrontare la vigilia di Natale.

Ma che giorno è la vigilia di Natale? un giorno di festa?

A Napoli si dice, meza-festa, i negozi sono aperti ma fino ad un certo orario.

In questo giorno siamo presi da innumerevoli dubbi.

Ho preso i regali per tutti? Cosa manca ancora per completare la tavola?

Traffico, code da affrontare, persone da salutare e fare gli auguri, in qualche ora però bisogna fare tutto e  bisogna pur mangiare qualcosa? Una pizza fritta? Certo, non si può proprio rinunciare alla tradizione.

Sicuramente da casa ci avvertiranno che bisogna comprare qualcosa, mancherà qualche dettaglio per rendere perfetto questo giorno.

I napoletani, corrono, vanno su e giù per la città, alla ricerca di tutto quello che serve per imbandire la tavola a tema natalizio.

Da un po’ di anni poi, anche a Napoli scatta l’ora dell’aperitivo, non appartiene alla tradizione ma alla vita moderna, ma resta sempre un momento piacevole.

Le zone che solitamente vengono occupate dalla movida notturna, diventano la zone per l’aperitivo, soprattutto i baretti della riviera di Chiaia e il centro storico (tra piazza San Domenico e piazza Bellini).

Poi la corsa a casa, c’è una sfida con la tavola da affrontare.

Ci si è preparati da un anno, si parte da quella migliaia di portate,  più o meno, compresa la tanto temuta insalata di rinforzo, fino ad arrivare alla carrellata di dolci.

E’ arrivato il momento della cena della vigilia di Natale, tutta a base di pesce, accompagnata da ottimi vini bianchi da servire freddi

La sera del 24 dicembre, è una cena generalmente “di magro”, la tradizione partenopea vuole che questa sia rigorosamente a base di pesce.

Infatti già a fine ‘700 e inizi ‘800 il celebre cuoco e letterato napoletano Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, scriveva nel suo famoso “Trattato sulla Cucina teorico-pratica” , pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1837 queste indicazioni:

–        “Per la Vigilia de lo Santo Natale ce vonne vruoccoli (broccoli) zuffritti (soffritti) co l’alice salate, vermicielli co la mollica de pane e vongolelle o pure zuffritti co l’alice salate, anguille fritte, ragoste vollute (bollite) co la sauza (salsa) de zuco (succo) de limone, e uoglio (olio), cassuola de calamarielli e seccettelle (seppioline), pasticcio di pesce, arrusto de capitone e struffoli”.

Seguiamo dunque quella che a Napoli è una tradizione antica e parliamo di un menù “tipico” della tradizione napoletana per la cena della Vigilia di Natale.

Mentre l’antipasto trattiene gli ospiti, si prepara la pasta e le ultime cose.

L’antipasto si fa con l’insalata di polpo, molti mettono anche pesci marinati e frutti di mare crudi, ostriche e taratufi, ma senza esagerare perché c’è tanto da mangiare.

Non manca la pizza di scarole, che in genere si mangia a pranzo del 24 per mantenersi leggeri per cenone, ed è sempre fatta in casa con un impasto della pizza, o a volte con la pasta della pizzeria. Il ripieno è con scarole, ulive nere di Gaeta e capperi e talvolta anche con pinoli.

Il primo è sempre a base di pesce.

E’ preparato, nella tradizione, con spaghetti o vermicelli con le vongole.

Poi ci sono le alternative. Qualcuno preferisce farlo con gli scampi, con l’astice o con la saporita pescatrice ma la tradizione parla di vongole, al più arricchite con lupini, che sono più piccoli ma più saporiti.

La decisione dell’ultimo momento è se fare gli spaghetti con i pomodorini, rigorosamente del “piennolo” vesuviani, o in bianco.

Il secondo piatto a base di pesce preparato al forno o, a volte con una frittura, ma sempre di pesce fresco Anche qui la tradizione richiede del pesce al forno da scegliere tra spigola, orata o anche cefalo.

Molte volte una bella frittura fatta al momento di gamberi e calamari con anche dei merluzzetti (paranza). Il Cavalcanti consigliava anche una casseruola di  “calamarielli e seccettelle (seppioline)” eventualmente fatta con la salsa, ma il pesce in bianco ha tutto un altro sapore.

Nella cena della vigilia non devono mancare il Baccalà e il Capitone, principalmente il baccalà che si prepara fritto accompagnato da pezzi di capitone fritto o lessato con un pò di aceto e qualche foglia di alloro.

Il baccalà è il vero piatto della tradizione e dev’essere “spugnato” bene e non troppo salato.

Il pesce è leggero e dev’essere accompagnato da una bella e ricca insalata di rinforzo che non deve mai mancare.

Preparata con cavolo bollito, condito con molte acciughe salate, olive verdi e nere, giardiniera e pezzi di papaccelle, i peperoni rossi e verdi, meglio se piccanti.

Anche i broccoli sono un contorno tradizionale, si servono quelli di Natale, vanno “girati”  in padella con aglio, olio e peperoncino o lessati e conditi con olio e limone.

La frutta fresca non deve mancare e dev’essere locale con tante ottime e dure mele annurche del beneventano e poi mandarini dei campi flegrei, il melone bianco (con la buccia verde, il melone di Natale), un grappolo d’uva che porta sempre bene. Non devono assolutamente mancare le “ciociole”, cioè la frutta secca detta anche o’spass con un assortimenti di noci, preferibilmente della penisola sorrentina, mandorle, nocciole campane e poi fichi del Cilento e  datteri.

E dopo una cena “leggera”, non devono mancare gli ottimi dolci natalizi, specialmente gli struffoli già indicati da Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, come pezzo forte del finale della cena della vigilia. Gli struffoli, per chi non li conoscesse, sono palline di pasta frolla ricoperte di miele e confettini colorati, e sono i dolci di Natale per eccellenza.

Sulla tavola della vigilia devono anche esserci gli altri dolci napoletani tipici come i roccocò, i raffiuoli che sono simili alle cassatine e poi i susamielli, le paste reali e i mostacciuoli al cioccolato.  Naturalmente c’è chi prepara anche la pastiera e la cassata che ci stanno sempre bene e mette in tavola anche il panettone e pandoro.

Alla fine il nocillo fatto con il mallo delle noci raccolte a San Giovanni, aiuterà, coloro che vogliono a recarsi alla messa di mezzanotte, ad andarci a cuor leggero sicuramente.

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