Eventi

La difesa dei diritti del cittadino: premio a Monica Mandico

10 Luglio 2019

Non è un articolo autoreferenziale 🙂

Nell’attuale situazione in cui versa, non solo l’economia ma anche la struttura sociale del paese, aumentano le difficoltà e gli squilibri in tutti gli ambiti.

In particolare, nella difesa dei diritti del cittadino, il sistema ha portato all’affermarsi di uno sviluppo verticale, dove la famiglia e/o l’mpresa, piccola o media non è in grado da sola di attenuarne gli effetti distorsivi che si sono venuti a creare, in particolare con le lobby economiche, ed i loro strumenti di azione, a volte fin troppo violenti.

L’instabilità in tal modo è amplificata, per cui è necessario mutare le “regole del gioco”, ricorrendo a formule organizzative che consentano di ricostituire rapporti più equilibrati e, a un livello più generale, affidarsi a quelle forme d’intervento, che possono essere attuate, attraverso un dispositivo di carattere  regolatorio, come le azioni di mediazione e di transazione, effettuate dal professionista e dalla sua organizzazione.

Detto in altri termini, con l’associazionismo, con la separazione delle competenze, ma ancor di più con il loro efficiente coordinamento, si cerca di riequilibrare, un rapporto fin troppo sbilanciato,  tra una molteplicità di attori, che principalmente cercano di evitare il dimenarsi tra i tentacoli della macchina burocratica e giuridica, arrivando ad una soluzione, che soddisfi le reciproche problematiche.
Questo è un importante strumento di gestione degli affari legali che, attraverso funzioni quali l’aggregazione e la concentrazione delle professionalità, nonché la programmazione e la valorizzazione dell’offerta, consente ai cittadini, alle famiglie, alle imprese, di riappropriarsi di quella capacità di negoziazione, che fino ad ora gli era stata negata, mettendoli davanti ad ostacoli forse insormontabili, che distruggevano le attività e l’integrità morale ed economica di tutti.

Non solo, il team di professionisti, organizzato secondo schemi ben definiti, gestiti come una vera squadra, dove ogni ruolo è ben definito, senza dispendio di energie e tempo, permette loro di porsi sul mercato, in maniera più competitiva e quindi di acquisire una maggiore quota del valore aggiunto che si genera dalla loro attività intellettuale.

L’importanza di queste funzioni è evidente, non soltanto perché rispondono all’esigenza di controbattere la forza di strutture che, senza investire ingenti capitali, hanno nel loro interno macchine collaudate a svolgere attività legali, ma questo gli consentiva inoltre di dettare, senza molta resistenza, le regole del gioco.

Oggi invece, attraverso l’associazione, si riesce ad avere uno strumento di dissuasione ma nello stesso tempo di collaborazione, poiché risponde alla richiesta di maggiore rapidità nella soluzione delle controversie, oltre che di economicità, obiettivo, questo, importante soprattutto nell’attuale contesto di instabilità economica.

Allo stesso modo, nella strategia della differenziazione delle competenze, l’associazionismo  può assumere un ruolo centrale giacché possono essere gli stessi associati a guidare, invece di subire, il processo decisionale del dominus.
L’azione collettiva che scaturisce dall’associazionismo  è ovviamente fonte di vantaggi economici, che consente a tutti i partecipanti, di acquisire, benché indirettamente, un potere dato dalla reputazione,  non altrimenti possibile con l’azione individuale.

In generale, l’associazionismo, riveste ancora un ruolo tuttora poco significativo e debolmente incisivo, rispetto agli aspetti che lo caratterizzano e che richiamano i vantaggi  appena illustrati.

Esistono, ovviamente, dei casi di eccellenza,  che confermano la validità del modello associativo, ma che hanno come matrice comune, nella gran parte, l’appartenenza a un territorio, l’Italia del centro e del nord.

Il successo dell’azione, dipende essenzialmente dalla struttura organizzativa e dalla sua capacità di gestire con competenza ed efficienza, l’eterogeneità dei soggetti che vi sono coinvolti.

Ciò significa, che realizzare un associazionismo  efficace e in grado di “proporsi come partner credibile e attivo” nelle relazioni tra le parti, è  una condizione tanto più importante oggi per le prospettive future del settore.

In questo momento, ci troviamo a dover operare, con evidenti difficoltà in un contesto di un processo di riorganizzazione,  fondato sulla concentrazione delle strutture e su forme di coordinamento verticale, nonché nei confronti di una politica comunitaria orientata alla definizione sempre più meccanica ed automatica delle regole.

Solo attraverso un rafforzamento del processo di organizzazione e di concentrazione,  si può acquisire il potere contrattuale necessario per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal coordinamento.

Intervista di Monica Mandico al premio nazionale “Italia a colori”

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.