Calcio
La capolista se ne va: Magico Napoli
L’ultima partita che avevo visto del Napoli risale alla gestione Ancelotti: fui deluso molto, ero nostalgico di Sarri.
Ieri di converso allo stadio contro la nostra avversaria storica di mille battaglie, la Juventus, ho veduto qualcosa di magico, di sublime.
Il Napoli di Spalletti è originale, sorgivo, di una scaturigine primordiale. Non è paragonabile a nessuno, né a quello di Maradona di Ottavio Bianchi, né a quello di Sarri, né a quello di Benitez, né a quello di Vinicio.
È una macchina perfetta, vive di luce propria:
1- Una condizione atletica straordinaria. Il Napoli ha aggredito la Juve senza farla respirare. Come se avesse doppie ali, perché sia Di Lorenzo che Mario Rui non sono terzini ma attaccanti aggiunti. Corrono come dannati.
2- Lobotka rompe il gioco altrui, ma sa costruire, palleggia come un brasiliano e sa distribuire palloni da regista raffinato. Gioca con il cervello, è la mente saggia del Napoli.Ed ha una potenza atletica invidiabile. Ha polmoni indistruttibili.
3- Kvaratskhelia ha classe pura, doppio piede e macina assist che richiedono solo che la palla sia spinta dentro.
4- Il centrocampo ha acquistato un baluardo con Anguissa, mentre le verticalizzazioni di Zieliński sono di una rapidità micidiale.
5-Osimhen è imprendibile, salta come una gazzella ed ha la velocità di un ghepardo.
6- E la difesa, con Kim, come se avesse costruito una muraglia.
È un’orchestra sinfonica pregna di ricercati contrappunti, magistrali, suona la musica degli dei.
La capolista se ne va, cantavano i napoletani ed io con loro.
E la commozione mi ha avvinghiato quando ho visto lo stadio pieno di luci come fiammelle: sfavillio di stelle.
È un concerto di bellezza sontuosa, con un’aspirazione europea.
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