Napoli
Il cinese con la tosse e l’ironia partenopea
L’ironia partenopea, che tutto il mondo ci invidia, ha detto la sua anche sulla paura del contagio da corona virus.
Oggi, se si scruta un cinese con l’aggravante che possa starnutire o tossire, si grida alla peste.
Ed allora è possibile “fittare”, come si faceva ai tempi del dopoguerra con i “neri”- gli americani di colore – un cinese.
Ai tempi del dopoguerra infatti gli scugnizzi napoletani erano capaci di persuadere soldati americani che facevano ubriacare, far all’amore, per ottenere ogni ben di Dio:pasta, pane, uova, cioccolata, vestiti, carne. Lo ricorda Curzio Malaparte nel libro “La Pelle”.
Un negro americano poteva essere comprato e rivenduto anche per mesi e risultava essere una miniera d’oro per il compratore che se lo portava a casa come un ospite caro: gli offriva da mangiare e da bere; lo faceva ballare con le proprie figlie; dava l’assenso a queste ultime di dormirci e fare all’amore. Il negro, tornando a casa la sera, portava di tutto a quella famiglia che lo accoglieva con affetto. Se capitava che si fidanzasse , quella sua nuova famiglia era riempita di ogni ben di Dio che lui sottraeva ai magazzini militari.
Fittare il cinese ha un significato: la funzione e la finalità precipua è quella di evitare le interminabili ed estenuanti file: alla posta, in metropolitana, al ristorante. Ed il prezzo sale a seconda delle necessità.
Il napoletano è uomo di fantasia che odia le code :non è ordinato, ligio, compassato, educato come il settentrionale e perciò, per non essere rampognato, biasimato pesantemente ed inesorabilmente, sfrutta il cinese con la tosse che, come un fumogeno da stadio, disperde e rimuove la folla delirante.
Il link è accompagnato anche da una musica suadente che nell’arpeggio descrive lo sfottò.
https://www.youtube.com/watch?v=GdftzJpCddM&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0upiTOge15ujIB0YToalzBeM0MD6V1NVi2eD05hnO65X9HB0A3vSagxjk
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