Napoli
Al Bellini di Napoli “Antigone”
Antigone figlia di Edipo; Antigone la ribelle. Antigone nasce donna e ciò nel tempo dei tempi era peccato mortale. Lei non può entrare in questioni di politica, non può cambiare le leggi, non può fare la guerra. Deve solo obbedire. Ma Antigone ha spirito guerriero e ribelle. Decide di ritornare a Tebe, ove era appena iniziata la guerra dei Sette contro la città, causata da discordie fra i suoi fratelli Eteocle e Polinice, che vicendevolmente si erano uccisi. Creonte, il nuovo re di Tebe, fratello di Giocasta, emana un bando che proibisce la sepoltura di Polinice poiché si era alleato per la battaglia contro il fratello, lasciando il suo corpo giacente in pasto ai cani. Antigone, disobbedendo agli ordini di Creonte, seppellisce degnamente suo fratello Polinice. Il re, quindi, dà ordine di murarla viva in una grotta.
Il promesso sposo di Antigone, Emone si reca da Tiresia, l’indovino cieco, che individua la prigione-tomba dove venne rinchiusa, ma una volta aperta la fanciulla al suo interno era già morta. Alla vista del corpo, Emone, figlio di Creonte, si toglie la vita. In seguito, anche la madre di Emone, Euridice, decide di uccidersi, provocando così anche la morte volontaria di Creonte. Tebe crolla….
Spettacolo duro, truce, oscuro ma capace di ipnotizzare il pubblico che ne decreta il successo. Bravi gli interpreti, ma soprattutto Barbara Moselli(Antigone), Franco Mirabella(Tiresia), Luca Iacono(Emone) e Sebastiano Lo Monaco(Creonte).
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