Cinema
30 anni dalla sua morte. La mitezza dell’ironia e l’intelligenza dei sentimenti
C’è una suadente malinconia oggi che irrora la poesia, quella modalità sontuosa di leggere le cose della vita, belle e brutte.
Quella malinconia che ti rimane dentro, soprattutto quando ascolti una musica dolce fatta di note melodiose che possono far immaginare il mare con il suo silenzio rotto solo dalla risacca e da un verso di un gabbiano.
E questo scenario si staglia in un’isola quella di Arturo ricordando Procida di Elsa Morante.
Le note musicali riportano al Postino di Massimo Troisi, girato anche a Procida.
Oggi sono trent’anni che Massimo ci ha lasciati e la malinconia sale, molto: si può anche trasformare in una commozione irreversibile, perché è andato via troppo presto.
Recitava senza alzare la voce, con un’irresistibile timidezza che diventava diafana, sino a lambire la pudicizia della parola.
Troisi aveva una mimica facciale formidabile, straordinaria.
Con i suoi occhi e le smorfie della sua bocca dava teatro puro.
Le sue pause erano magistrali.
Era come Eduardo che si muoveva in teatro con sguardi che valevano un intero copione.
Massimo inanellava le sue mani nei bellissimi ricci della sua capigliatura,quando era seriamente dubbioso e perplesso.
Ma era la sua ironia, sferzante, tagliente,che resta il capolavoro della sua teatralità.
Con una sola battuta mordace comprendevi e comprendi come la tessitura dei nostri dialoghi sia fatta di insignificanze, di futilità, di superficialità d’accatto.
Per esempio in “Scusate il ritardo”, incurante delle belle gambe della De Sio a letto mentre amoreggiavano,non si perde in beceri e pelosi complimenti per l’amata, ma accende la radio per sentire come va il Napoli dalla voce stentorea di Enrico Ameri in “Tutto il calcio minuto per minuto”: sta perdendo in casa con il Cesena.
Ovviamente la compagna si innervosisce e spazientisce, ma l’ironia dissacrante e divoratrice dei luoghi comuni- fatti di frasi stupide e caramellose e confacenti al contesto- non si ferma e Massimo ben augurante esclama: “ ma siamo ancora al primo tempo”.
Lui sfuggiva, si crogiolava nella sua lussureggiante pigrizia, usciva poco di casa ed affondava il tempo del giorno in un divano.
Gli piaceva innamorarsi delle donne di altri,di fare l’amante, non il compagno o il marito, perché tutte le incombenze non dovevano toccare a lui.
Una volta fu intervistato per conoscere il suo parere sulla crisi del cinema: ed anche in questo caso,tra il serio ed il faceto,ricordava con il portamento dell’incredulo( “ma perché proprio a me!”)che non poteva fornire risposta alcuna:”mi fa male la schiena”.
Questa ironia è stata ben colta da Arbore che lo volle ad “Indietro Tutta”, con la finzione di essere Rossano Brazzi, o l’organizzatore dei pulmini giapponesi. Battute ancora esilaranti.
Ha incontrato nel suo cammino Ettore Scola ed ha recitato con un altro attore che faceva cinema divertendosi: Marcello Mastroianni: “Splendor” è un capolavoro.
Ha unito il suo talento con un poeta musicale, Pino Daniele con il quale divideva anche il dramma di avere un cuore periclitante: entrambi sono stati rubati dagli dei anzitempo.
Le colonne sonore scritte da Pino Daniele per i suoi film sono musiche divine.
È stata celebre la coppia con Lello Arena- il compagno Raffaele in “Ricomincio da tre”- e Tonino in “Scusate il ritardo”- con il quale sono tenerissimi i dialoghi intessuti:”Chi parte sa da cosa fugge, ma non sa che cosa cerca”( Raffaele Sodano in “Ricomincio da tre”).
Con Benigni in “ Non ci resta che piangere” ha toccato il diapason dell’ilarità :Savanarola esclama con fermezza infernale: “ricordati che devi morire”. “ Si ora me lo segno”.
Nella poesia di Neruda, con il “Postino” si vede il Troisi vero, quello che contempla la realtà con altri occhi, con le metafore dell’amore, che vuole imparare dal poeta cileno , del quale è postino, ma è sedotto amorevolmente dalla sua struggente poesia.
La malinconia innefabile ci regala il numinoso, un estratto dell’infinito.
La musica di Bacalov e lo sfondo di Procida sono da contorno suggestivo ed affascinante di un mito della migliore napoletanita’: la sua era mitezza dell’ironia, intelligenza dei sentimenti.
Devi fare login per commentare
Accedi