Milano

Vita, morte e libertà che le attraversa: Cappato a teatro con “Da Marco a Marco”

6 Novembre 2024

Lunedì 11 novembre 2024 Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni con cui si batte a livello internazionale a tutela delle libertà civili dall’inizio alla fine della vita, sarà protagonista per la prima volta e per un’unica data speciale al TAM Teatro Arcimboldi (Viale dell’Innovazione 20, Milano) di “DA MARCO A MARCO”.

Lo spettacolo, scritto dallo stesso Cappato e da Alberto “Bebo” Guidetti, parla di vita, di morte e della libertà che le attraversa.

Marco Cappato e Alberto “Bebo” Guidetti

“DA MARCO A MARCO” (prodotto da Alveare Produzioni) è un viaggio in compagnia di Marco Pannella, un percorso che parte da Monza (dove Cappato, nato nel 1971 a Milano, è cresciuto) e arriva all’ONU e al Parlamento Europeo, passando per tribunali, carceri e marciapiedi, fino a condurre in Svizzera per esaudire la richiesta di libertà davanti alla sofferenza.

La disobbedienza civile come forma e sostanza che cambia il mondo un pezzo alla volta, tra un arresto al Pride di Mosca, gli abbracci con il Dalai Lama, la legalizzazione delle droghe e le prime prove di democrazia digitale.

Più che una storia politica si potrebbe dire un’avventura politica che parla alla vita di ognuno di noi.

“DA MARCO A MARCO” sono trent’anni di cambiamenti, successi e sconfitte di uno che è stato anche parlamentare eletto in Italia: per tre giorni.

Ho deciso che è arrivato il momento di raccontare la mia storia uscendo per un attimo dalla cronaca quotidiana. Mi sono reso conto che persino chi conosce bene me e l’Associazione Luca Coscioni in realtà sa poco di battaglie entusiasmanti e spettacolari su temi, drammi e speranze che appartengono al vissuto di ciascuno. Nel frullatore della comunicazione istantanea restano nascoste, o sepolte, vicende capaci di cambiare il nostro Paese e rischia di andare perduta la memoria della persona Marco Pannella alla quale devo molto di ciò che ho imparato.

Cappato anticipa anche qualcosa sullo spettacolo e sul perché ha deciso, per la prima volta, di raccontare e raccontarsi in questo modo:

Con questo spettacolo voglio far rivivere al pubblico anche la dimensione più umana e personale di episodi che, anche quando hanno raggiunto il “grande pubblico”, lo hanno fatto magari o solamente attraverso un titolo di giornale o un immagine che resta impressa nella mente, parlo delle storie di Luca Coscioni, Piergiorgio Welby o Dj Fabo, ma anche dei referendum, delle disobbedienze civili e degli scioperi della fame.

Di quelle storie però, si dimentica col tempo la posta in gioco per le vite di ciascuno, rimane il ricordo di “eccessi” spesso giudicati scandalosi, fuorilegge e provocatori, ma in linea con quel «lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi» invocato dal poeta Arthur Rimbaud e che Pannella considerava il migliore manifesto per il Partito radicale.

Conclude Cappato:

Sono convinto che raccontando a teatro – fuori dal recinto della comunicazione politica – il presente e il passato riusciremo a guardare meglio anche al futuro, a nuove speranze e obiettivi, a partire da quelli dell’Associazione Luca Coscioni e di Eumans sul diritto alla scienza, sull’innovazione politica, l’intelligenza artificiale civica, gli psichedelici e le nuove forme di partecipazione digitale senza i quali è la democrazia stessa ad avere gli anni contati.

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