Milano

Un osservatorio sanitario per la città metropolitana

22 Febbraio 2025

Come abbiamo anticipato in questa sede alcuni giorni addietro (https://www.glistatigenerali.com/salute/sanita/una-proposta-semplice-per-un-problema-complesso-sanita-a-km0/), si è svolta, sotto il patrocinio del Comune di San Donato e della Città Metropolitana di Milano la prima Giornata di Studio su Ambiente, Salute, Economia, interamente dedicata alla Questione Sanità. Annosa e difficile, al momento con soluzioni pasticciate e incerte, frutto di consigli sbagliati a destra e poco coerenti a sinistra, la domanda di salute inevasa, malgrado la sua soddisfazione sia inscritta nei Sacri Articoli della Costituzione, continua a essere un busillis che nessuno risolve o vuole risolvere.

La proposta della Prima Sessione del convegno ora citato è quella di inscrivere la sanità nel perimetro giuridico della città metropolitana cui affidare i compiti inclusivi, le competenze e le concorrenze legislative della cura di continuità o di Medicina Territoriale. Il dibattito è stato vivace e molti oratori si sono trovati sorpresi favorevolmente da una proposta nuova ed efficace. In buona sostanza, considerato che alle 14 Città metropolitane sono affidati compiti generici, vaghi tali da rendere questo nuovo soggetto un guscio sostanzialmente privo di competenze, con questa proposta potremmo utilizzare strutture esistenti per ridare fiato alla Medicina-Filtro del territorio prima che alle Aziende Ospedaliere arrivino casi che si possono risolvere, in fase diagnostica o terapeutica, altrove. Infatti, ad esempio , dati indicano che gran parte degli arrivi ai PS viene dimessa rapidamente per insussistenza di necessità mentre tempo e risorse andrebbero dedicate ai casi più gravi.

Un altro punto da rimuovere è l’incongruenza dell’attribuzione della gestione sanitaria, ivi compresa la sua legislazione, in modo esclusivo alla Regione per affidamento dal Titolo V, art.117, c.3, sia nei suoi aspetti di amministrazione sia per la legislazione concorrente. Ne deriva, una sostanziale fagocitosi dei capitoli di spesa da parte delle Aziende ospedaliere che assorbono il 90% dei fondi per i loro Centri di Costo. Dunque, una offerta di salute a caratura unica, che comporta l’enormità delle liste d’attesa di TUTTE le patologie e la mortificazione della Medicina di Continuità. Le conclusioni del Manifesto sulla Sanità a km0 sono orientate, invece, a ottenere i seguenti risultati:

  1. Maggiore modulazione nella cooperazione tra Comuni per rendere omogenea l’offerta di salute, pur coordinandola con la Regione di riferimento;
  2. Bilancio di Sanità partecipativo e più coerente con l’offerta di salute omogenea per qualità e quantità, anche laddove non sia presente la Città metropolitana;
  3. Migliore redistribuzione della domanda di salute con riduzione delle liste d’attesa;
  4. Primo tassello di organizzazione amministrativa idonea a attribuire alla CM concrete e dirette responsabilità sulle materie di gestione dei Beni Pubblici e Comuni.

Stabilito , dunque, il principio che nihil obstat ad un progetto come questo, resta la concreta sua realizzazione. Ora, tempo addietro, avevamo proposto, forse in eccessivo anticipo sui tempi lumacosi della politica meneghina, che a Milano, presso il Circolo Caldara, si creasse un nucleo di volenterosi vocati ad un Osservatorio sulla Sanità lombarda, https://www.glistatigenerali.com/salute/medicina/al-centro-studi-caldara-nasce-un-osservatorio-sulla-sanita/. Lo stato dell’arte indicava, e lo indica tuttora, una Caporetto sanitaria per la mancata armonizzazione tra sanità pubblica e quella privata, situazione ormai decisamente oltre le righe della tolleranza con più di un milione di pazienti sui dieci di abitanti che non possono accedere alle cure e con una migrazione sanitaria oltre il dovuto, fenomeno che impegna il Sistema sanitario con una sovraesposizione finanziaria che si aggira sui 3 miliardi.

Eppure, malgrado la grande attesa e le esigenze che lo richiedevano, quell’Osservatorio non è mai nato e non certo per mancanza di volontà dei partecipanti. Eppure un Osservatorio, e perché no uno sportello sanitario del Cittadino, sarebbe stata un’opera meritoria e molte famiglie, tutte direi, l’avrebbero gradito e utilizzato. Ma come diceva il Presidente Clemenceau ( tuttavia l’aforisma risale a von Clausevitz) “La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali“, preconizzando di circa 250 anni l’ostracismo neanche larvato dei dirigenti di quel circolo.

Adesso i tempi sono maturi e quindi avanziamo da questo giornale la proposta di una raccolta di firme sul Manifesto per la sanità a km0 sia per le Città metropolitane sia per i capoluoghi delle ex Province affinchè si avanzi alla Regione la richiesta di un Osservatorio Indipendente sulla Sanità Regionale Lombarda, finalizzato alla costituzione vocata della Medicina di Prossimità per saturare la domanda sanitaria territoriale. Detto Osservatorio avrà i compiti di collaborare con l’Agenzia Sanitaria ( AGENAS) e modulare le esigenze del malato indigente con la necessità di soddisfare le sue aspettative quanto prima e quanto meglio. Anche questa è una proposta semplice-semplice che anche i politici di oggi possono capire in prima lettura.

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