Milano
Un giornata particolare all’Opera Cardinal Ferrari dove ridanno la dignità
Milano accoglie, Milano ha il cuore in mano, a Milano sono diventati “grandi” in tanti che milanesi non erano, Milano che si dà da fare, che reagisce, Milano che non si ferma.
Milano è il volontariato.
Per un caso particolare mi è capitato di passare il giorno del mio compleanno all’Opera Cardinal Ferrari, un’opera di assistenza a chi ha meno o addirittura a chi non ha niente.
L’azienda per cui lavoro organizza in tutto il mondo una giornata in cui aiuta, attraverso la donazione del lavoro dei suoi dipendenti, varie realtà. Tra le scelte possibili ho indicato un’istituzione milanese storica.
Sono, siamo, entrati in contatto con un mondo molto diverso da quello che viviamo tutti i giorni. Siamo entrati in contatto, partecipando per un giorno alla vita dell’associazione, con quelli che sono chiamati in molti modi: diseredati, senzatetto, ultimi, invisibili, fragili, disagiati, all’Opera li chiamano i Carissimi.
Le parole hanno un peso per tutti perché il decoro delle persone passa anche dal vocabolario.
Dal 1921 la Cardinal Ferrari aiuta chi ha bisogno, intanto ridando dignità a chi è in difficoltà, agli ospiti che devono registrarsi e rispondere a specifici requisiti (vagliati dagli assistenti sociali) è offerta la possibilità di usufruire della colazione, del pranzo e spazi dove trascorrere il tempo. L’attenzione è dedicata anche alla cura dell’aspetto, come del resto ci aveva insegnato Primo Levi.
Sono tutte persone con un’età superiore ai 55 anni, tutte con una storia faticosa alle spalle.
Il personale è composto in larga parte da volontari che, oltre a garantire e coordinare i servizi, si adoperano anche per la raccolta dei fondi smistando i vestiti, le scarpe e gli oggetti che vengono donati. Una parte viene venduta e un’altra è da distribuire ai Carissimi che ne hanno bisogno.
Il tutto è finalizzato “a rimettere in piedi”, a “ritrovare una strada”, a ridare la spinta quando il motore si è spento.
Noi viviamo nelle nostre confortevoli case e non sempre ci rendiamo conto di quello che accade nella nostra città, del primo mondo, da entrambi i punti di vista: la gente che soffre e la gente che aiuta. Milano in questo è all’avanguardia.
E’ forse scontato dirlo ma quando sono arrivato la mattina, insieme ai miei colleghi, pensavo che fosse bello poter donare la giornata del mio compleanno a un’iniziativa così importante.
In realtà aver fatto qualcosa per gli altri mi ha fatto capire che il regalo l’ho ricevuto io.
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