Enti locali
Finalmente si vede il lavoro della giunta Pisapia. Chi lo continuerà?
Cinque anni non bastano. Non bastano perché il primo lo passi a festeggiare e a cercare di tener buono chi ti ha portato voti e continua a chiederti di poter continuare le vacanze elettorali. Non vuole rassegnarsi e capire che ormai si è tornati al lavoro che svolgi togliendoti subito l’onere di fare le cose più sgradevoli ma necessarie. Sull’onda della vittoria ti è ancora concesso tutto. Il secondo capisci gli errori che hai fatto, modifichi un po’ la squadra, incominci a studiare e fai quelle tre o quattro cose che, senza costare niente, fanno molta scena e accontentano gli idealisti della tua coalizione. Roba verde e buonista, per intenderci. Il terzo cerchi di chiudere i progetti aperti dalle precedenti amministrazioni modificandoli quel tanto che basti per farli anche un poco tuoi e il quarto metti le toppe ai cinquemilasettecentocinquantasei problemi che ti sono arrivati sul tavolo, senza capire quali siano realmente le priorità. Il quinto incominci a vederci più chiaro. Ti sei fatto un’idea di città ma hai soprattutto messo a fuoco che cosa possono recepire e soprattutto cosa sono in grado di fare i tuoi concittadini. Hai finalmente coscienza delle capacità delle tua città ma , soprattutto, incominci a non perdere tempo e puoi dedicarti alle scelte strutturali. A quelle scelte che lasceranno il segno. Lo so, non sto dicendo niente di nuovo, soprattutto nel ricordare che è proprio nel secondo mandato che un Sindaco, libero dal problema della rielezione, può fare veramente delle scelte di campo, discriminare, separare la pula dal grano.
E a Milano sta succedendo proprio questo. Siamo all’inizio del quinto anno di mandato ed ecco che incominciano a vedersi i primi provvedimenti sostanziali e strutturali, che magari passano inosservati, ma che invece sono capaci di riempire le casse e procurare quelle risorse necessarie a progettare un futuro migliore. A Milano, è notizia di oggi, due società partecipate, Milano Sport e Mir confluiranno in MM, dopo che questa ha preso in gestione, pochi mesi fa, tutto il patrimonio di edilizia popolare del Comune.
Finalmente si fa confluire in una società ben organizzata, con uffici amministrativi e tecnici di provata esperienza, parte del patrimonio immobiliare del Comune con il vantaggio di creare sinergie ed economie di scala che le società singolarmente non potevano raggiungere. Si riunisce quindi, sotto un’unica direzione ciò che produce reddito con ciò che ha ben altri fini, mettendo in mano a tecnici fidati, e il presidente Corritore lo è sicuramente, la gestione di ciò che ha bisogno di una direzione tecnica in grado di valorizzarlo, qualificarlo, controllarlo. Società come Mir, che conosco bene, non solo sono inutili ma anche costose. Si tratta di piccole società senza uno scopo, se non quello di piazzare qualche amico, che data la loro dimensioni sono al di fuori di qualsiasi controllo, ma che alla fine costano al Comune cifre nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro.
Milano Sport invece avrà finalmente quelle “spalle grosse” che la metterà in grado di valorizzare il patrimonio sportivo e aumentare i servizi evitando cessioni imbarazzanti come quelle della piscina Caimi. Recuperare lo spezzatino dello società partecipate e riportarle sotto un’unica gestione, è un processo assolutamente necessario che può attuare solo un Sindaco libero da vincoli e sudditanze. Un processo che hanno proposto in molti, non ultimo, qualche anno fa, proprio l’attuale presidente di MM Davide Corritore, ma che in pochi sono riusciti a portare a compimento. Ora la Giunta di Milano incomincia a farlo. E un’opposizione becera, formata da quelle stesse persone che hanno abusato e beneficiato personalmente di questa divisione dei pani e dei pesci, grida allo scandalo adducendo inutili e secondari motivi formali accusando il Sindaco e la Giunta di aver scavalcato il consiglio Comunale.
Ma il problema di Milano non è questo, ma quello di interrompere un lavoro di semina non raccogliendone i frutti. Si vanifica l’esperienza di una giunta, si ripropone alla città di ripartire da un Sindaco con le polveri bagnate, si butta al vento il lavoro di quegli Assessori che hanno formato e indirizzato i funzionari comunali, che da domani ricominceranno ad anteporre la loro burocrazia alla politica di rinnovamento. Non basta dire che si è dato il via ad un nuovo modello di governo e non è sufficiente il mare di buoni propositi di coloro che adesso si accapigliano per sostituire il re dimissionario. Basta il fare delle azioni che servono e che si possono incominciare e concludere solo con le mani libere.
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