Milano
Tribunale di Milano: tre morti e il mistero del metal detector
Questa mattina, in un’aula del Palazzo di Giustizia di Milano, sono stati esplosi alcuni colpi di pistola. L’assalitore, che ha scatenato il terrore all’interno del Tribunale, è Claudio Giardiello, 57 anni, imputato per bancarotta fraudolenta. Quattro le vittime, come riferito dal procuratore della Corte d’Appello Giovanni Canzio. Il giudice Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e il coimputato nel processo Giorgio Erba sono stati uccisi da Giardiello, mentre un altro uomo sarebbe morto per un infarto. Davide Limongelli, invece, nipote di Erba e anche lui imputato nel crac Eutelia ne è uscito ferito. Il killer è stato arrestato dai carabinieri nei pressi di Vimercate, in seguito ad una fuga in moto.
La sparatoria, le vittime e la fuga di Claudio Giardiello. L’uomo, che sembra abbia dettagliatamente pianificato l’azione, ha sparato prima al terzo piano del Palazzo di Giustizia, dove si stava svolgendo il processo, in seguito ad un litigio con il suo avvocato Valerio Maraniello che desiderava rinunciare al mandato, definendo l’assistito una persona fuori le righe, ed è poi è sceso al secondo, sfuggendo ad ogni tipo di controllo e ha freddato il giudice fallimentare Fernando Ciampi. Mancando il pm Gaetano Ruta, da cui si sentiva perseguitato, si è in seguito scagliato contro i coimputati nel processo Giorgio Erba e Davide Limongelli, scappando e nascondendosi all’interno del Tribunale, per poi riuscire a fuggire a bordo di una moto, anche qui non imbattendosi in nessun controllo.
I feriti. Davide Limongelli è ricoverato in codice giallo presso la clinica Santa Rita. Il 118 segnala però anche la presenza di alcuni feriti di gravità minore. Tra questi ultimi il commercialista Stefano Verna, ferito ad una coscia nell’aula del Palazzo di Giustizia, dove si trovava in qualità di testimone. Claudio Giardiello era stato cliente dello studio Verna.
L’evacuazione del Palazzo di Giustizia. Il personale (e non solo) si è riversato sulle strade di fronte al Tribunale di Milano. Le forze dell’ordine hanno infatti fatto evacuare l’edificio ma molte erano le persone già fuggite per la paura. Dopo la sparatoria sono stati sentiti altri colpi. “Ci siamo asserragliati nell’aula, appena sentiti gli spari”, racconta l’avvocato Roberto Faletti, che era in udienza in un’aula accanto a quella dove il killer ha sparato, poi c’è stata l’evacuazione.
Ma come è possibile che un uomo armato sia entrato nel Palazzo di Giustizia milanese senza essere stato fermato prima? Il Tribunale è dotato di metal detector e chi entra viene solitamente sottoposto a controlli, ad esclusione dei magistrati e degli avvocati. Uno dei metal detector di Pazzo di Giustizia “era rotto questa mattina”, ha riferito una persona che era andata in Tribunale per lavoro. Secondo questa persona si tratterebbe dell’ingresso di via Carlo Feruglia.
Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando in viaggio verso a Milano ha detto: “Mi sto recando a Milano per seguire gli sviluppi, comprendere esattamente la dinamica dei fatti e manifestare la mia vicinanza agli operatori della giustizia”. Il sindaco, Giuliano Pisapia, si è recato immediatamente sul luogo della sparatoria, lasciando la Prefettura, dove era in corso il comitato sicurezza, per cercare di mediare con Giardiello, prima della fuga.
Vertice al Palazzo di Giustizia di Milano. In questo momento, si sta svolgendo un vertice all’interno degli uffici del Tribunale milanese. All’incontro sono presenti proprio il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, arrivato da pochi minuti, il Ministro Angelino Alfano, che già si trovava nel capoluogo lombardo per un incontro in Prefettura sulla sicurezza, il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, il presidente della Corte d’Appello Giovanni Canzio e il sindaco Giuliano Pisapia.
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