Milano
Icone e musica del grande cinema italiano aprono UniCredit Pavilion ai milanesi
L’immaginario si nutre di un ritmo, di una cadenza, più banalmente di un movimento necessario a costruire una memoria: una vera e propria densità percettiva. Il cinema, in tal senso, fondendo immagine e movimento risulta esserne il linguaggio preferenziale e proprio l’apertura di Youth, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, evidenzia, enfatizzandola, la forza iconica del movimento di macchina che puntato su una cantante trasmette una musicalità capace poi di cadenzare tutto il film. La velocità e l’impressionabilità delle immagini nella mente degli spettatori avranno così il ritmo della musica in una coniugazione naturale tra ascolto e visione.
Ma l’immaginario è anche costruzione di icone ed è proprio nel movimento che si potrebbe definire fotografico che l’icona diviene idealizzabile e presente come scriveva a proposito di Brigitte Bardot Simone De Beauvoir: «Brigitte Bardot non strega: agisce» (Ghibli, Milano 2015). Il movimento dunque che si fa partitura che invade la memoria tramutandosi in idealizzazione, sogno. Ma oltre al sogno c’è ancora la realtà che nel caso del cinema e in particolare nel caso del grande cinema italiano neorealista ha significato costruzione d’identità. Quindi un equilibrio leggero e fragile che ha la sua saldatura nell’apporto musicale: la colonna sonora costruisce nel cinema neorealista la visione capace di generare epica. Nino Rota e Ennio Morricone – i più noti e apprezzati a livello internazionale – sono stati i compagni di viaggio del grande cinema italiano del Novecento, realizzandolo al pari dei registi con cui collaborarono. L’identità fu così la costruzione di un intreccio tra musica, movimento e immagine capace di produrre uno sguardo inedito e coesivo di tutta una comunità. E ragionare su quello sguardo è ciò che si propone di fare Sinfonie in scena – evento di apertura al pubblico dell’Unicredit Pavilion – il 28 luglio a Milano, che per l’occasione si presenta anche il nuovo sito web visibile da questi giorni.
Un concerto per immagini? No, più precisamente un concerto fotografico in cui alla musica per il cinema e le sue note si sovrapporranno le immagini che originariamente ha saputo raccontare. Una sottolineatura armonica, uno spettacolo aperto che attraversa gli occhi creando cortocircuiti con la memoria. Protagonista assoluto quindi il cinema italiano attraverso il connubio essenziale con le sue musiche.
Sinfonie in scena andrà a lavorare sull’intreccio percettivo dei sensi remixando vecchie sensazioni legate alle visioni filmiche e qui proposte in un capovolgimento che vende il concerto come guida di un percorso emozionale inedito. L’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal maestro Maurizio Abeni svilupperà così un doppio percorso che sarà musicale in tutte le sue potenzialità, ma anche ritmato dalla filmografia fatta dalle immagini pensate dai più grandi registi italiani del Novecento.
Pavilion quindi reinterpreta con Sinfonie in scena il meglio della tradizione culturale italiana del Novecento. E lo fa sperimentando nuovi percorsi all’interno di un dialogo con un pubblico che avrà attraverso i grandi mega schermi orientati su piazza Gae Aulenti la possibilità di seguire l’evento anche dall’esterno. Un concerto che partendo dall’immaginario cinematografico e musicale proporrà un vero e proprio spettacolo popolare, con la presenza di Giancarlo Giannini nel ruolo di voce narrante e della voce jazz Chiara Civello, in una sorta di auspicabile catarsi capace di ripristinarne il senso originario ossia la sua funzione di comunità.
Il concerto prodotto anche grazie alla collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia tenta così d’interpretare in versione live una modalità che appartiene oggi alla quotidianità di molti, ossia la possibilità di mixare e rielaborare contenuti a piacere a seconda delle occasioni più o meno creative che le giornate ci pongono. Scrivere ascoltando musica, cercare immagini guardando vecchi film, ma anche più semplicemente mischiare in una forma di caos creativo più fonti, più emettitori.
Una confusione che ha come obiettivo di chiarire o meglio ancora d’identificare un percorso, un tragitto emotivo che ci porti a cogliere quell’attimo che sfugge a noi tutti sempre con grande facilità: il momento giusto così come le parole giuste da dire. Elaborare e ripensare è una forma creativa che non si pone problemi di originalità, ma d’identità. Non un appiattimento sul presente, ma un gioco di rilanci e specchi che attraverso una ricerca nel passato possa riportarci il gancio giusto per interpretare un futuro reale e soddisfacente, nostro e non più banalmente evanescente.
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Sinfonie in Scena – Concerto Fotografico
Milano, 28 luglio 2015, h 21:30
Unicredit Pavilion
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