Milano

Sindaco di Milano, chi vince le elezioni su Twitter?

2 Giugno 2016

di Francesca Arcostanzo e Stefano Camatarri

Ad ormai pochi giorni dal tanto atteso appuntamento delle elezioni amministrative milanesi del prossimo 5 giugno, il dibattito tra molti commentatori, ma anche tra i cittadini piu attenti e interessati alle vicende della campagna elettorale, si concentra sempre di piu sugli incerti esiti della competizione.

A questo riguardo, nell’ultimo articolo curato da PomLab (Laboratorio sui media e l’opinione pubblica dell’Università di Milano) abbiamo mostrato, attraverso un’analisi della rete di interazioni tra utenti Facebook sulle pagine dei due principali candidati, come il numero di persone indecise tra Sala e Parisi fosse ancora piuttosto consistente più di un mese e mezzo dopo la presentazione delle loro candidature.

In questo post ci occuperemo invece di analizzare un altro aspetto, altrettanto importante, della campagna elettorale on-line: l’attività dei candidati sindaco sui social network e, in particolare, su Twitter. Chi “cinguetta” di più? Chi ha un maggior seguito sulla piattaforma di microblogging? Quali sono i temi su cui i diversi candidati si concentrano?

Per rispondere a queste domande, dal 19 marzo al 12 maggio abbiamo raccolto tutti i tweet inviati dagli account Twitter dei candidati sindaco: Giuseppe Sala (@NoiMilano2016), Stefano Parisi (@s_parisi), Gianluca Corrado (@ilconrad76), Marco Cappato (@marcocappato) e Basilio Rizzo (@basiliorizzo), per un totale di 3069 tweet.

A scopo introduttivo, riportiamo nella seguente Fig. 1.1. il numero di tweet inviati giornalmente da ciascuno dei cinque candidati, nell’arco temporale di riferimento.
I candidati su Twitter: uno sguardo generale
I candidati più ‘vocal’

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Fig. 1.1.  Timeline

Con 1320 tweet inviati tra il 19 marzo e il 12 maggio, Beppe Sala emerge come il candidato che “cinguetta di più”. Inoltre dal grafico emerge chiaramente l’esistenza di tre “picchi”. Il primo di questi, che coinvolge entrambi i principali candidati, si verifica proprio il primo giorno della timeline, quando Sala e Parisi annunciano la propria candidatura rispettivamente al Teatro Parenti e al Teatro Dal Verme. I successivi due picchi riguardano invece il solo Beppe Sala e si verificano in due momenti altrettanto salienti della sua campagna elettorale: l’inaugurazione di 30 gruppi di lavoro per l’elaborazione di progetti per la città alla SIAM  (Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri) lo scorso 2 aprile – sotto l’hashtag #ognigiornounidea (207 tweet) – e  la presentazione del programma al Teatro Burri lo scorso 7 maggio (210 tweet).
Con 987 tweet, il radicale Marco Cappato si aggiudica il secondo posto, seguito da Stefano Parisi (487 tweet), Gianluca Corrado (187 tweet) e infine Basilio Rizzo, con 88 tweet. Va però anche notato che se tutti i candidati hanno ad oggi un account Twitter e lo utilizzano attivamente per promuovere i propri messaggi, non era così all’inizio della campagna. Come si può vedere in parte anche dalla Fig. 1.1., Gianluca Corrado e Basilio Rizzo hanno infatti iniziato a “twittare” solo in un momento successivo – rispettivamente, il 25 marzo e il 12 aprile. Questo ci lascia intendere che la vocalità dei candidati in campagna elettorale riflette in qualche modo la loro stessa capacità (o scelta strategica) di ottenere visibilità sui social media e di utilizzare questi ultimi come cassa di risonanza dei propri messaggi.
Power matrix: tweet vs. followers
Se la Fig. 1.1. ci restituisce un’idea di quanto i candidati siano vocal, per capire quanto tale dato si leghi a una strategia complessiva di presenza e al successo in Rete dei candidati abbiamo messo in relazione il numero di tweet inviati nel corso della campagna con un secondo dato: il numero di follower. In Fig.1.2. abbiamo così riprodotto una power matrix dei candidati su Twitter: l’asse x indica il numero di follower di ciascun candidato, mentre sull’asse y è rappresentato numero di tweet inviati. Vediamo così come, nel caso delle elezioni milanesi, i candidati che si affidano maggiormente a Twitter per diffondere i loro messaggi sono proprio quelli maggiormente seguiti.

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Fig. 1.2. Power Matrix

Di cosa parlano i candidati su Twitter?
Nel periodo considerato, i cinque candidati hanno fatto uso di ben 630 diversi hashtag. La Word Cloud in Fig. 1.3. ne riporta i principali, fornendo così un ritratto sintetico delle parole chiave da essi utilizzate on-line. Le dimensioni di ogni parola che appare nella nuvola dipendono dalla frequenza con cui l’hashtag in questione è stato utilizzato, mentre i colori indicano il candidato ne ha fatto uso: rosso per Sala, giallo per Cappato, verde scuro per Parisi, verde chiaro per Corrado e infine blu per Rizzo. Per garantire una maggiore visibilità delle parole utilizzate, per ogni candidato abbiamo escluso dalla visualizzazione gli hashtag genericamente relativi a slogan elettorali (#iocorropermilano, #votasala, #cappatosindaco, #m5s, ecc.).

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Fig. 1.3. Word Cloud
Come si può notare, al netto di questa iniziale scrematura, Marco Cappato, segnalato in colore giallo, emerge come uno dei candidati più attivi nel dibattito on-line. E’ inoltre quello che ricorre più spesso all’utilizzo delle stesse parole chiave. Queste riguardano principalmente temi cari al Partito Radicale, uno su tutti la legalizzazione delle droghe leggere. Mancano invece riferimenti più specifici a tematiche locali.

Il volume degli hashtag utilizzati da Beppe Sala, come indicato dalla grandezza e dal numero di parole in colore rosso, è piuttosto simile. In questo caso, però, a risaltare sono soprattutto i nomi delle trasmissioni radiofoniche e dei talk show televisivi di cui il candidato Sindaco di centro-sinistra è stato ospite (Radio Studio 24, DiMartedì, Virus, Sky Tg24, ecc.). Ciò sembra segnalare un utilizzo del social media maggiormente finalizzato alla diffusione di messaggi creati in primo luogo altrove, ovvero sui media tradizionali. Lo stesso vale per Parisi che, ad esclusione di una certa enfasi sul tema della sicurezza, sembra fare uso della medesima strategia.

Un discorso a parte meritano invece gli hashtag di Corrado e Rizzo. Questi ultimi riguardano per lo più prese di posizione su questioni politiche di carattere nazionale, come il recente referendum sulle trivelle (#notrivelle, #trivellopoli, #iovotosi) ma anche riferimenti al tema della trasparenza e, specie nel caso di Corrado, accuse nei confronti del principale partito di governo e dei suoi esponenti (#renzieboschiacasa, #salaritirati, #arrestatopd). Va comunque detto che il contributo di questi due candidati al dibattito on-line, almeno in termini di parole chiave, rimane nel complesso marginale.

Ma stringiamo ora il focus sui due candidati principali: quali sono i temi sostantivi attorno ai quali Sala e Parisi hanno basato la loro campagna elettorale? La forte incertezza circa l’esito della competizione li ha indotti a convergere e confrontarsi su temi simili, al fine di persuadere i cosiddetti indecisi, oppure hanno puntato in primo luogo a mobilitare il proprio elettorato, concentrandosi sui temi cari alle rispettive aree politiche?

Per esplorare questo aspetto, abbiamo generato due ulteriori grafici (dorling maps), uno per ciascun candidato, che permettono una visualizzazione piuttosto intuitiva del livello di enfasi posto su specifici temi: più grande è la “bolla”, maggiore è il numero di volte in cui quel tema è stato menzionato dal candidato. A questo scopo, abbiamo limitato l’analisi ai soli hashtag riguardanti tematiche politiche sostantive.

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Fig. 1.4. Dorling Map: i temi citati da Parisi

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Fig. 1.5. Dorling Map: i temi citati da Sala
Come si può facilmente notare, i “vocabolari” di Parisi e Sala in campagna elettorale presentano due nuclei abbastanza distinti, ma con discreti margini di sovrapposizione.  Ciascuno dei due candidati, infatti, pone ampia enfasi su alcuni temi chiave della propria area politica tralasciati dal proprio avversario: tasse e immigrazione per Parisi; legalità, lavoro e smartcity per Sala. Entrambi condividono tuttavia un’attenzione particolare per il tema della ‘sicurezza’ che, come testimoniato anche dai più recenti dibattiti televisivi (link a: http://www.askanews.it/regioni/lombardia/lambro-sicurezza-e-migranti-dividono-candidati-sindaco-di-milano_711824204.htm), seppur da angolazioni diverse è percepito come decisivo nell’ambito di questa campagna elettorale. Oltre a questo, sia Sala che Parisi dedicano spazio, seppur in via secondaria, ad alcuni hashtag legati alla crescita economica e culturale della città (#startup, #imprese, #impresealcentro, #sviluppo, #innovazione e #cultura, solo per citarne alcuni), il primo ponendo accento su tematiche tradizionalmente ‘di sinistra’ – come welfare, ambientalismo, multiculturalismo e cittadinanza attiva -, il secondo con maggiore attenzione al tema dello snellimento della burocrazia comunale (#spendingreview, #digitalizzazione) e dei suoi costi per il cittadino, da riconvertire in servizi (#multe, #vigilediquartiere, #mobilità).

Al di là delle evidenti diversità, appare dunque evidente come i due candidati abbiano in una certa misura ingaggiato una competizione su temi simili. L’obiettivo è verosimilmente quello di intercettare il più possibile le istanze di quel ceto medio urbano che, in un contesto socioeconomico come quello milanese, potrebbe rivelarsi il vero ago della bilancia alle prossime elezioni amministrative.

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