Milano

Si parla di campi rom, la notizia sono i vaccini e il tumore al seno

3 Luglio 2018

Ovviamente prenderà il sopravvento. La notizia che i campi Rom in Lombardia e in particolare Milano e Brescia in mano a giunte di sinistra, saranno censite dopo la decisione assunta dalla Regione ( 39 i favorevoli, 31 i contrari e 2 astenuti, il che significa che alla maggioranza è mancato qualche voto) passerà sopra ogni altra notizia in questa giornata di lavori in Consiglio Regionale Lombardo. È il paradigma dell’informazione tossica di oggi, dove a prevalere è il chiacchiericcio e la polemica sterile, le decisioni vendicative e posticcie, che non hanno alcun rilievo sulla realtà mentre sottotraccia ne passeranno altre, di notizie, che meriterebbero la giusta attenzione. Fare il giornalista è un mestiere  ostico, oggi, che ti mette davanti ai limiti dell’etica giornalistica e alla necessità di mantenere una morale mentre si fa questo lavoro. Il censimento dei campi Rom, a Milano, è  già  stato fatto, quelli illegali sono già stati smantellati, come ben ricorda la Milano della Giunta Moratti. I prefetti lombardi conoscono il fenomeno e i numeri che lo contraddistinguono. La notizia che arriva dalla Regione invece è un’altra e questa sì, dovrebbe essere motivo di dialettica politica e diffusione capillare sui media.  Il Presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti ( Lega) annuncia che la Regione pur in conformità alla legge applicherà “flessibilità” verso quelle famiglie che iscriveranno i propri figli piccoli alle scuole, senza essere stati vaccinati. Insomma niente multe da 500 euro, niente caccia alle streghe, “Come invece aveva deciso il decreto Lorenzin”. Accidenti, chissà  come la prenderà il Prof. Burioni medico specializzato sulla materia, del San Raffaele di Milano, che asserisce l’assoluta illiceità di far professare libera parola sul tema, a persone che non abbiano il suo stesso corso di studi. Almeno tanto quanto in silenzio rimarrebbero coloro che – interpellati a commentare se un Boing possa volare con 23 o 24 ruote –  si asterrebbero  dal manifestare la propria opinione, in carenza di sufficienti notizie sulla materia. Così dice Burioni.   Forse sarebbe il caso di discutere di questo genere di scelte. Sia che si pensi corretta la decisione, in ragione del fatto che lo Stato non ha diritto di invadere la privacy e la vita dei cittadini, costringendo ad assumere certi atteggiamenti o certi comportamenti di prevenzione sanitaria; sia che la si pensi in modo opposto, ovvero che in carenza di una immunità  di gregge certificata, debba essere dovere dello Stato l’imposizione di alcune prescrizioni, estendendo tali doveri anche alle Regioni. In tal caso ne va di una cosciente assunzione di responsabilità  collettiva, che proprio una politica di valore promuove, essendo essa stessa la declinazione di quel coacervo di valori attorno a cui una comunità  deve riconoscersi. Piuttosto che promuovere e  polemizzare su di un censimento che già c’è, sarebbe il caso forse di dare questo genere di notizie.

E così alla fine, forse, la vera notizia del giorno, come accade tutti i giorni, è  che si sono date notizie che non lo sono. E la verità  è rimasta a cuccia. Nell’ombra. Nell’attesa che qualcuno o qualcosa presto o tardi la scopra e le consegni la dignità  che merita. Già che ci sono mi sono permesso di sentire anche il vice presidente della Regione Lombardia Francesca Brianza. Con lei abbiamo parlato di carcinoma mammario. Tumore al seno. Nelle more dell’intervista è emerso che la Regione ha deciso di garantire l’esenzione dei costi per la prevenzione, nell’esercizio dello screening, per quella donne cui sia stato riconosciuto un gene mutato che potrebbe provocare la nascita di questo genere di malattia. Una notizia importante, se qualcuno le desse il dovuto risalto.

 

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