Grandi imprese
Settimana della moda di Milano: essenziale è bello!
Sulle passerelle si ritorna ad uno stile minimalista, pulito ed elegante. Cala il sipario sulla fashion week autunno-inverno 2023/2024 in un sold out di presenze e gradimento. Spicca il colore cipria di Armani, il ritorno ad Hollywood di Ferragamo e il bianco e nero mediterraneo di Dolce & Gabbana
Milano– Cala il sipario sulla settimana della moda milanese per le collezioni femminili autunno-inverno 2023-2024. Ad andare in scena in una città da tutto esaurito per presenze dentro e fuori gli spettacoli, è la bellezza essenziale, che torna ad essere sinonimo di eleganza e concretezza, senza rinunciare alla qualità indiscussa del made in Italy.
Da Miuccia Prada e Raf Simons, tutto ciò che normalmente atterrebbe alle grandi occasioni, acquisisce un nuovo valore, più alla portata del quotidiano: è il caso dell’abito da sposa, indossato con una gonna bianco latte a ruota, con sopra un golf, o scarpe elegantissime da cerimonia con pantaloni dal taglio maschile.
Ancora, classici montgomery lunghi fino ai piedi, portati con tacchi altissimi e punte sfilate, o bomber con gonne a tubino.
Insomma, la ricerca costante di una idea di bellezza che viene riscritta a fasi alterne, in una cornice dai toni candidi e piena di fiori dal richiamo nuziale. La location ospitante, come sempre, è la Fondazione Prada, dove nel settembre 2020 ha avuto inizio il sodalizio artistico tra Miuccia e Raf Simons, un connubio esplosivo di creatività e genialità al servizio del design di moda.
Da MaxMara, si celebra lo stile illuminista francese, riadattando la socialità della figura femminile, nella sua connotazione educativa con i rispettivi meandri di libertà doverosa. Ed allora, via libera al caposaldo della casa di moda, il cappotto, color cammello e non, a cui abbinare bustier, corsetti, sottovesti, e gonne panier, per un contrasto tra rigido e morbido, contaminato da elementi maschili militari che rifulgono di femminilità.
Nicola Brognano, per Blumarine, sceglie di far calcare la passerella ad eroine medievali, con abiti metallici, lunghi e avvolgenti, che risuonano di gloria.
Moschino, torna a stupire con il solito piglio irriverente e provocatorio, disegnando una donna dallo stile punk, “sbrilluccicosa”, dalla testa ai piedi, con un omaggio ai personaggi ritratti da Salvator Dalì, una commistione tra fantasia e realtà, con accessori che danno l’impressione di doversi dissolvere tra l’indifferenza delle modelle che li indossano.
La sfilata di Gcds, porta in passerella il mondo dei felini, con il direttore creativo Giuliano Calza che fa conoscere al pubblico il suo gatto Khitto. Tutto richiama il mitico universo dei gatti con motivi animalier che incontrano il tweed, ed il giallo intenso, “miagolando”.
In auge torna anche Eva Kant, compagna sensuale di Diabolik, re dei fumetti. Largo a raso per gli stivali, e gli abiti sagomati per la collezione Genny, creata da Sara Cavazza.
Domenico Dolce & Stefano Gabbana, vedono una donna lineare e minimalista per il prossimo autunno-inverno, vestendola di bianco e nero. Trionfo dello stile e fascino mediterraneo, ripulito da stampe e colori sgargianti. I due stilisti prestano il loro supporto anche al giapponese Tomo Koizumi per il suo debutto a Milano, per degli abiti pieni di rouche e colori stile arlecchino.
Sabato De Sarno che succede ad Alessandro Michele, è il nuovo fashion director di Gucci, con il compito di supervisionare le creazioni uomo e donna della maison fiorentina. Per le sfilate del prossimo autunno -inverno 2023/2024, l’idea innovativa è stata quella di affidare ad una squadra di creativi, un amarcord del passato, riproponendo pezzi iconici che hanno segnato indiscutibilmente la storia del marchio. Da Tom Ford, punta di diamante indimenticato, fino ad Alessandro Michele, capace di mescolare in modo impressionante più stili e libertà espressive. Allora, ecco l’alleggerimento di borse e scarpe, ripescate dagli scorsi e leggendari anni, per una rassegna emotivamente coinvolgente.
Ferragamo, con Maximilian Davis, ridisegna un figura femminile hollywoodiana, in ricordo dei mitici anni ’50, periodo in cui la casa di moda italiana dettava legge tra le star del momento. Una declinazione quasi infinita del rosso, ormai un colore must del brand e del nero, con incursioni decise di blu notte e grigio. Capo simbolo della collezione: la stilosissima gonna a ruota, su dècolletè d’archivio, in chiave Marilyn Monroe. Ancora, tessuti di vinile che rifulgono di luce in un firmamento di stelle.I toni neutri non potevano mancare.
Ermanno Scervino, invece, si ispira ad Ava Gardner, diva di Hollywood, riuscendo a far sfoggiare nella più assoluta naturalezza, abiti dal taglio maschile pieni di grazia. Riecco quindi, il reggiseno a proiettile lanciato dalla Gardner. Giochi cromatici tra grigio, cipria, rosso e denim. Il pizzo, pezzo forte delle collezioni Scervino, si lascia notare in tutta la sua perfezione artigianale su abiti trasparenti o maglie di seta.
Fendi, porta in passerella la nuova borsa di punta, la Multi, e vestiti tagliati verticalmente, girocollo, o con giromanica doppio e gonne incorporate in dei pantaloni.
Diesel, diretta creativamente da Glenn Martens, non smette di provocare, sfornando una collezione di jeans e minigonne vertiginosi, top gremiti di stampe, in una location ricoperta di scatole di preservativi, per ricordare il valore e la bellezza del sesso, protetto.
Antonio Marras, disegna una donna dal piglio deciso e meridionale come Grazia Deledda, a cui si ispira l’intera collezione, tra pizzi, e ricami romantici ma poco mielosi. Il marchio sfila per la prima volta, dopo l’acquisizione da parte del gruppo Calzedonia.
Il nero, è il vero protagonista della collezione di Alberta Ferretti, pieno di rosso, in tutte le sue sfumature per una ventata di romanticismo o di seduzione sfrenata.
N°21 di Alessandro Dell’Acqua , si apre a doppio canale, sia anteriore che posteriore, con cardigan e cappotti che preludono a molteplici rivoluzioni e liberazioni.
Da Emporio Armani: è il sorriso stampato sui luminosissimi volti di tutte le modelle a vincere.
Classe e serenità, si palesano in estrema autenticità, rinunciando a qualsiasi tipo di sovrastruttura. Abiti essenziali corredati di cravattini, impreziositi da paillettes, e fiori esagerati che si dipanano sui vestiti. Crop-top a balze in grosgrain, e setose gonne a palloncino in un tripudio di colori. Bombette ad adornare il capo, ai piedi stivali a stringhe. Nuances tipicamente di Armani, mix di bianco, nero, grigio, rosso magenta, in velluto, che risalta le spalle e permette alla donna di irradiare luce purissima.
E la settimana della moda femminile di Milano si chiude con l’imperdibile e consueto spettacolo di Giorgio Armani, anche questa volta, la sfilata si svolge nel teatro di via Borgonuovo, a denotare l’attaccamento affettivo dello stilista ai posti del proprio cuore.
Il colore dominante in tutti i sensi è il “cipria”, da cui prende il titolo l’intera collezione. Una tinta che Armani utilizza non solo sui vestiti, ed accessori, ma anche come trucco, per addolcire ed accendere con delicatezza l’incarnato della donna, d’eleganza sobria in sottofondo, senza alcun tipo di eccesso. Tessuti e materiali sovrapposti, a rendere morbidissimi e fluttuanti gli abiti che, di sera, assumono il fascino misterioso ed ammaliante del nero, di velluto o paillettes e perline. Tutto parla di intimità, ed è votato all’intimità. Una dimensione così privata e personale per ciascuna donna, da divenire irrinunciabile sia tra le mura domestiche che per le strade del mondo, mentre si chiacchiera con le amiche, o si cena con il proprio uomo, in totale relax, consapevoli dei rituali di seduzione magici e preziosi che animano le relazioni. Silhouette setose, richiamando pigiami scivolosi, pantaloni ondeggianti, maxipull, giacche lunghe e tuniche avvolgenti. Cipria che si fonde con il bronzo, tulle rosa, raffinatissimi drappeggi luccicanti incastonati su giubbe di velluto, micro borse, tra cui “Prima”, bag senza tempo di Giorgio Armani, rivisitata in molte versioni. Acconciature raccolte, per non invadere l’impalpabile riservatezza che si sprigiona sulla passerella. A coprire il capo, baschi minimal di velluto e frange con perline. Ma anche pantaloni con pince e gilet neri portati senza niente sotto, sferzati di un color mandarino caloroso, percorso da stampe di fiori grandi.
Lo stilista ribadisce ancora una volta il suo concetto cardine circa l’idea di creare moda: “La moda è fatta per le donne“.
Una carrellata di ospiti d’eccezione nel rigido primo pomeriggio milanese, per assistere alla sfilata di Giorgio Armani. Da Isabelle Huppert a Laura Haddock, a Nafessa Williams , Francesca Fagnani, Cristiana Capotondi, Pilar Fogliati, Greta Ferro, Ornella Vanoni e la senatrice Liliana Segre.
Appuntamento tra pochi giorni…in quel di Parigi…dove i riflettori della grande moda internazionale si concentreranno su la Ville Lumiere.
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