Milano
Se agosto lo passi a Milano
Dopo dieci anni di vacanze sono tornata a passare il mese di agosto a Milano. Complice un lavoro in questo periodo sono rimasta, salvo brevi incursioni in Romagna, in città. Ed ho riscoperto tante cose che avevo dimenticato da tempo.
Spogliata dalle ansie quotidiane – molte delle quali abbastanza insensate – Milano torna a mostrare la sua identità più vera. Camminare tra le strade più o meno deserte, alzare lo sguardo al cielo, respirare un’aria che finalmente, complice anche una estate anomala e molta pioggia, possiamo definire pulita, sono tutti privilegi che non si possono perdere. Bisogna dedicarvi del tempo. Ovvio è infatti che la città d’estate sia vivibile. Meno ovvio è coglierne i particolari più nascosti per gran parte dell’anno.
Io vivo in periferia. E dalle mie parti regna il silenzio. Non c’é il vuoto nelle case, si va e si viene, anche chi ha figli piccoli sta via una settimana, massimo due e poi torna. Al parco agli scivoli c’é la fila, il ping pong per i più grandi è una piccola olimpiade. I cani scorazzano nell’erba (certo ci si chiede perché non debbano sfogarsi nell’area dedicata, che, invece, è deserta, ma questo è un problema di tutto l’anno).
Gli esercizi commerciali fanno i turni. Fatta eccezione per la sera di ferragosto, vero momento di deserto urbano, per il resto dei giorni c’é stato sempre qualcosa di aperto. Il gelataio è il vero mattatore: lui non ha chiuso praticamente mai.
Faccio una passeggiata e mi spingo fino al confine cittadino segnato dalla tangenziale. Alla fermata del bus due zingare raccolgono dei vestiti in un sacchetto. Un runner mi supera. Anche per lui la stagione poco calda è una specie di miracolo, può allenarsi senza rischiare il collasso.
Poco lontano, il cuore della città è popolato da turisti che trascinano trolley e ostentano al collo le loro macchine fotografiche. Milano d’estate, in Duomo e dintorni è casa loro. Come Londra, come Barcellona, l’indigeno prova un senso di straniamento di fronte a questa nuova realtà. O forse è solo questione di memoria corta, è sempre stato così.
Agosto si avvia verso la fine e tra qualche giorno piano piano la città si ripopolerà. Torneranno i momenti di “sclero” alla fine della giornata di lavoro, le uscite infelici da “imbruttiti”. Il traffico. Non cambierà nulla. I “ciao ci aggiorniamo” detti agli amici, neanche le relazioni sociali fossero un momento da appuntare sulla vistaplan o google calendar. Ma di certo questo mese chi è rimasto si è goduto qualcosa.
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